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Berlusconi – Mihajlovic, prove di disgelo in casa Milan

Daniele Triolo

Parziale marcia indietro di Silvio Berlusconi sul tecnico serbo, che ha provveduto a rasserenare l'ambiente. Adriano Galliani nell'occhio del ciclone?

"Questa mattina, ai microfoni di 'Tele Radio Stereo', il Presidente del Milan, Silvio Berlusconi, è tornato a parlare della sua squadra, soffermandosi anche sul futuro del tecnico rossonero, Sinisa Mihajlovic. Per la prima volta negli ultimi tempi, Berlusconi ha aperto anche ad una possibile conferma dell'ex allenatore della Sampdoria. Il “lasciamolo lavorare sereno” della scorsa settimana si è tramutato in un “se dovesse vincere la Coppa Italia si meriterebbe di essere riconfermato”.

"Una parziale marcia indietro, quella del Presidente, che, a prescindere dal destino di Mihajlovic, il quale resterà comunque in bilico da qui sino al 21 maggio e costantemente infastidito dalle voci che vorranno sulla panchina del Milan Eusebio Di Francesco piuttosto che Unai Emery anziché Cristian Brocchi, ha spento le polemiche roventi relative agli ultimi, altalenanti risultati dei rossoneri e provveduto a rasserenare l'ambiente.

"Tra Berlusconi e Mihajovic, è chiaro, stanno andando in scena delle 'prove di disgelo'. Il Presidente, probabilmente, si è reso conto di come le continue frecciatine all'indirizzo dell'allenatore, dei suoi risultati mediocri (in campionato) e del gioco esteticamente discutibile espresso da Riccardo Montolivo e compagni sul terreno di gioco, stavano minando la psiche dei calciatori ed il morale del gruppo. Con il rischio, concreto, di concludere la stagione in calando, e presentarsi all'appuntamento con la finale di TIM Cup in condizioni mentali piuttosto precarie e con troppa tensione da dover smaltire. Berlusconi, da gran comunicatore qual è sempre stato, ha spezzato pertanto una lancia in favore di Mihajlovic, al quale, adesso, verrà demandato il compito di risollevare, fisicamente e caratterialmente, un Milan forse non più in corsa per la Champions League, ma molto vicino a tornare in Europa dopo due stagioni di forzata astinenza.

"Dalle dichiarazioni odierne del Presidente, più che altro, si evince una stoccata, nemmeno troppo velata, all'operato dell'amministratore delegato Adriano Galliani sul mercato. “E' vero che mi sono lamentato di un Milan poco brillante – l'affondo del Cavaliere -, ma non è detto che sia colpa del tecnico. La causa potrebbero essere i giocatori, oppure la stessa società che non ha fatto un ottimo mercato”. Il dardo scoccato all'indirizzo di Galliani è evidente. In estate, il dirigente brianzolo ha avuto, dopo anni di vacche magre, la possibilità, grazie a Fininvest, di investire una cospicua cifra nel calciomercato. Quasi 90 milioni di euro messi a disposizione di Galliani il quale, va detto, ha centrato colpi importanti quali Carlos Bacca dal Siviglia ed Alessio Romagnoli dalla Roma (costati, comunque, ben 55 milioni in due …), o preso, per un importo quasi irrisorio (3,7 milioni) l'ottimo Juraj Kucka dal Genoa, ma anche, per esempio, strapagato Andrea Bertolacci, preso per 20 milioni e, ad oggi, annoverabile tra le delusioni della campagna acquisti rossonera, e non ha voluto intervenire, successivamente, nella sessione invernale, quella cosiddetta di 'riparazione', per regalare a Mihajlovic un paio di rinforzi a centrocampo, sugli esterni, che avrebbero permesso al serbo di far rifiatare talvolta Keisuke Honda talvolta Giacomo 'Jack' Bonaventura.

"La 'montagna' (mercato) del Milan, a gennaio, ha partorito soltanto il 'topolino' (acquisto) Kevin-Prince Boateng, tornato a Milanello con un ginocchio in disordine quasi permanente ed incapace di apportare un contributo decente alla causa rossonera. E Berlusconi, fine conoscitore di calcio, sin dai tempi in cui, giovanissimo, faceva l'allenatore, questo lo ha capito. Non a caso, infatti, in queste ore si moltiplicano le voci che vorrebbero il Presidente fare una corte serrata a Walter Sabatini, abile direttore sportivo della Roma, in uscita dal club giallorosso il prossimo 30 giugno. Un'accoppiata Galliani – Sabatini sembrerebbe, ad oggi, improbabile: i due dirigenti rischierebbero di pestarsi i piedi e, comunque, la presenza 'ingombrante' di Sabatini potrebbe far perdere potere a Galliani all'interno delle segrete stanze societarie. A meno che non sia ciò che Berlusconi voglia. Nel frattempo, c'è una stagione da concludere in crescendo, ed una Coppa Italia, che al Milan manca dal 2003, da vincere: tocca a Mihajlovic, e che la pacca presidenziale sulla spalla sia davvero di buon auspicio.