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Arrivato all'ultimo momento del calciomercato dell'estate 2014, secondo Adriano Galliani per illuminazione divina, Giacomo Bonaventura si è rivelato uno degli acquisti più azzeccati degli ultimi anni. Per Vincenzo Montella è uno che dà tanta qualità. Descrizione semplice, incisiva. Come lui. Anche lui italiano e abbastanza giovane per essere l'emblema del nuovo corso rossonero. È al Milan solo da due anni e poco più, ma sembra ci sia da una vita. Da lui ci si attende sempre un alto rendimento, ci si può contare. Non creerà mai problemi. Silvio Berlusconi una volta gli chiese se fosse sicuro di essere un calciatore, vedendolo senza creste, orecchini e tatuaggi. Era un complimento, ma per Jack (o Giacomo, come lo chiamano i suoi) la normalità non è un vanto. La sua normalità significa cambiare nove posizioni, scrive La Gazzetta dello Sport, senza mai smarrirsi, essere il milanista con il minutaggio più alto senza pensare di essere un fenomeno.
Il numero 5 rossonero ha rilasciato una lunga intervista nella quale si è raccontato e ha parlato di molti argomenti. Ecco le parole di Bonaventura: "Sono un po' antidivo fuori dal campo e uno che si impegna quando lavora. Dedico tutte le mie energie al Milan, il resto non mi interessa. I ragazzi più giovani devono vedere in me un esempio positivo, qualcuno da seguire. So di essere un punto fermo, di essere importante. Perciò lavoro per mantenere alto il livello. Occorre non caricare i giovani di troppe responsabilità, si stanno affacciando al calcio in una grande squadra e quindi tutto è più complicato. Provenire dal nostro settore giovanile non deve equivalere al pensare di avere la pappa pronta. Mi piace il fatto che non mi accontento mai, penso sempre di poter fare meglio. A volte, però, vorrei avere una lettura di gioco migliore. Ormai ho preso le misure in tutte le posizioni del campo, ma nel 4-3-3 mi schiererei mezzala sinistra, dove gioco ora. Mi piace, perché mi fa toccare molti palloni e partecipo attivamente alla fase di costruzione. Magari è meno appariscente, ma mi diverto. Sapendo come gioca Montella mi aspettavo mi avrebbe arretrato. A Milanello ci divertiamo. Arriviamo da stagioni tristi, Montella ha portato la gioia di giocare a pallone. Ha curato molto l'aspetto mentale, ma l'80% del lavoro importante è sul campo. Quello poi si porta dietro anche la testa. Ero stato vago sul mio futuro, perché tra risultati che non arrivavano e situazioni extra campo non sembrava si potesse affrontare una buona stagione. Avevo le idee confuse e avevo sofferto molto anche l'esclusione dall'Europeo, sapevo di aver fatto un gran campionato. Poi fin dai primi giorni di ritiro ho visto che l'andazzo era cambiato. Ora c'è un grande gruppo, è bello stare qua e non voglio andar via. Per fortuna mi sono ricreduto, mi aspettavo di trovare più caos. Montella ci ha isolato. Pensavo arrivasse e ribaltasse tutto, invece ha proceduto per gradi e la cosa è servita per mantenere il clima rilassato. Ha avuto ragione. Pensavo servisse una procedura più tosta. Mi spiacerebbe perdere persone come Galliani e Berlusconi, potrebbero dare ancora tanto. Vorrei rivedere il Presidente a Milanello e allo stadio".
Per concludere, un commento su Montella e su Milan-Juventus, match mai vinto da Jack: "Il mister è il nostro valore aggiunto. Lo dimostra il fatto che siamo dove siamo con la stessa squadra di un anno fa. Ha sistemato le cose in campo e l'atteggiamento, ci sta cambiando mentalità. Una bella sorpresa. La Juve è ancora a un livello superiore, ma il divario con le inseguitrici si è ridotto. Il mio rimpianto è di essere arrivato in un Milan senza Europa, ma questo è l'anno giusto per tornarci. Quella di sabato, comunque, non è un partita fuori portata. Possiamo vincere, è una gara secca, in casa nostra e loro ci faranno tirare fuori il 100%. Ci siamo avvicinati parecchio al livello delle prime. Finora ho sempre perso con la Juve, ma le statistiche non sono fatte per essere smentite?".
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