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Krzysztof Piatek, attaccante del Milan (credits: GETTY Images)
CALCIOMERCATO MILAN - Aveva illuso tutti, nella passata stagione, appena arrivato al Milan nel corso della sessione invernale di calciomercato dal Genoa: con i suoi 8 gol in 9 partite tra Serie A e Coppa Italia, il polacco Krzysztof Piatek sembrava aver messo fine alla maledizione della maglia numero 9 del Milan.
Una maledizione che, negli anni, ha bruciato tutti i centravanti che si sono succeduti a Filippo Inzaghi in rossonero: da Alexandre Pato a Fernando Torres, per continuare con Alessandro Matri, Mattia Destro e Luiz Adriano, passando per Gianluca Lapadula e Gonzalo Higuaín, tutti hanno fallito in maglia rossonera.
Discorso che si può allargare anche a chi, per esempio, il numero 9 non lo ha indossato, come Nikola Kalinic ed André Silva. Da qualche anno a questa parte soltanto Carlos Bacca, con 18 reti nella stagione 2015-2016, è sembrato essere un po' all'altezza del compito. Ma se il problema del Diavolo non fosse, realmente, la qualità di chi gioca centravanti, bensì il contesto intorno ad esso?
Il Milan, come noto, sta cercando di strappare, per gennaio, il 'sì' di Zlatan Ibrahimovic, fuoriclasse scandinavo già ammirato in rossonero dal 2010 al 2012, ultimo capocannoniere del campionato di Serie A targato Milan (28 gol nella stagione 2011-2012). La dirigenza lotta, strenuamente, per convincere Ibrahimovic a tornare perché sa benissimo l'apporto qualitativo che darebbe lo svedese al reparto offensivo del Milan.
Ibrahimovic è un concentrato di cattiveria agonistica, tecnica, qualità e determinazione. È un genio del calcio, uno in grado di inventarsi un gol dal nulla, un centravanti che, anche qualora la squadra intorno a lui non giri a mille, è capace di salvare la situazione con una prodezza tirata fuori così come un mago estrae dal suo proverbiale cappello il più banale dei coniglietti. Ma nel caso in cui Ibrahimovic non arrivasse?
Si parla molto, in queste ore, di potenziali alternative al bomber di Malmö: ci sono Luka Jovic e Mariano Díaz (Real Madrid), Mario Mandzukic (Juventus), Moise Kean (Everton), Olivier Giroud (Chelsea). Tutti questi ottimi attaccanti, però, avrebbero bisogno di una mole impressionante di gioco e di una quantità industriale di assist per poter esprimere al meglio la propria vocazione, ovvero quella di stoccatore davanti la rete. A questo punto, probabilmente, sarebbe quasi meglio continuare a puntare sull'investimento Piatek, e magari far esplodere Rafael Leão, spendendo soldi sul mercato per rinforzare altri ruoli.
Quali? Per esempio, un regista a metà campo, che consentirebbe ad Ismaël Bennacer di spostarsi nel ruolo di mezzala e che, al contempo, garantirebbe qualità alla manovra rossonera. Uno come Ivan Rakitic (Barcellona) o come Nemanja Matic (Manchester United). Ma anche un profilo alla Granit Xhaka (Arsenal), o più giovani come Nikola Moro (Dinamo Zagabria), Stanislav Lobotka (Celta Vigo) o Julian Weigl (Borussia Dortmund).
Sarebbe, però, assolutamente necessario l'innesto di un nuovo esterno offensivo. Il Milan, infatti, sembra essere troppo condizionato dal gioco di Jesús Suso, e fortemente legato ad una manovra che prevede due esterni schierati 'a piede invertiti', che rientrano sul piede forte abiurando, praticamente, qualsiasi suggerimento 'diretto' o dal fondo, e, di fatto, togliendo un tempo di gioco al centravanti sotto rete. Questa missione potrebbe rivelarsi più ardua per la dirigenza del Milan, visto che chi ha un esterno forte in organico, generalmente se lo tiene, soprattutto a gennaio.
Con un Ibrahimovic in più nel motore, magari, si risparmierebbero soldi e rinforzi. Senza di lui, però, il Milan dovrebbe operare un restyling più robusto e massiccio, continuando, però, a puntare sugli attuali centravanti. La coperta sembra corta, ma gennaio è alle porte e dirà sicuramente qualcosa in più sulle mosse del club di Via Aldo Rossi. Anche la difesa potrebbe subire mutazioni: per le ultime, continua a leggere >>>
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