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Panchina Milan: il Maestro Giampaolo e quella volta che sparì

Redazione

Discepolo di Sacchi, l'allenatore della Sampdoria è stato spesso accostato alla panchina del Milan. Ma chi è e come gioca Marco Giampaolo? Storia, curiosità e aneddoti, come quella volta che scomparve nel nulla. Sarri gli salvò la carriera

'Marco Giampaolo è un Maestro di calcio', parola di Arrigo Sacchi. 'E' pronto per una big', diceva già anni fa l'ex ct azzurro. L'allenatore della Sampdoria, finora, però, ha solo predicato sui campi di Provincia, pur essendo stato spesso accostato a panchina pesanti come quella del Milan. E' successo anche quest'anno, per il post-Gattuso, le cui quotazioni sono però in netta risalita. Ma chi è e come gioca Marco Giampaolo? E poi: cosa successe quella volta in cui scomparve nel nulla diventando un caso di Chi l'ha visto? Maurizio Sarri gli ha salvato la carriera. Ecco perchè...

LA SCHEDA

Nome: Marco Giampaolo

Luogo e data di nascita: Bellinzona (Svizzera), 2 agosto 1967

Altezza: 178 cm

Peso: 70 kg

 

CARRIERA DA CALCIATORE

Nasce in Svizzera da una famiglia di Giulianova emigrata per lavoro ma che torna a casa quando il piccolo Marco ha un anno. È fratello maggiore dell'ex calciatore, e anch'egli allenatore, Federico Giampaolo. Cresciuto nella squadra della sua città, con cui ha disputato quattro stagioni, di cui una (annata 1987-1988) assieme al fratello Federico, ha giocato da centrocampista prevalentemente in formazioni di Serie C1 e Serie C2, con l'eccezione del 1995-1996, quando ha collezionato 36 presenze e un gol in Serie B con la Fidelis Andria.

 

CARRIERA DA ALLENATORE

Pescara, Giulianova, Treviso e Ascoli

Inizia da osservatore nel Pescara diventandone poi allenatore in seconda. Analogo ruolo lo ricopre in seguito a Giulianova e Treviso.

Nel 2004 è vice del tecnico dell'Ascoli Massimo Silva ma è di fatto il capo-allenatore benché ancora sprovvisto del patentino di prima categoria. Per questo viene deferito dalla Commissione Disciplinare e squalificato per due mesi fino al 15 maggio 2006.

Cagliari

Nella stagione 2006-2007 fa il balzo in Serie A nel Cagliari, venendo però esonerato il 17 dicembre 2006, ma torna ad allenare i rossoblù sardi il 26 febbraio 2007 dopo l'esonero di Franco Colomba, salvando la squadra dalla retrocessione. Nella stagione seguente viene riconfermato ma nuovamente esonerato il 13 novembre 2007, per poi essere richiamato ancora al posto di Nedo Sonetti, il 19 dicembre 2007, ma Giampaolo rifiuta: "Pur nella consapevolezza del danno economico che ne deriverà, rinuncio a tornare a Cagliari. L'orgoglio e la dignità non hanno prezzo".

Siena, Catania e Cesena

Nella stagione 2008-2009 è allena il Siena, che si salva, poi viene esonerato nel campionato successivo, il 29 ottobre 2009. Il 30 maggio 2010 viene ufficializzato come allenatore del Catania per il 2010-2011 ma viene ancora esonerato il 18 gennaio 2011. Il 4 giugno 2011 firma un contratto biennale col Cesena ma dopo un inizio estremamente negativo arriva l'ennesimo esonero il 30 ottobre.

Brescia e Cremonese

Dopo una stagione senza allenare, nel 2013-2014 scende in Serie B firmando il 2 luglio 2013 un contratto con il Brescia. Il 23 settembre 2013, all'indomani della sconfitta casalinga contro il Crotone in seguito alla quale i tifosi hanno inneggiato al suo predecessore Alessandro Calori, non si presenta all'allenamento mattutino e rassegna le dimissioni, accettate due giorni dopo, e poi rifiuta di tornare con le rondinelle il 4 marzo 2014. Il 17 novembre diventa allenatore della Cremonese in Lega Pro e pur essendo arrivato ottavo, a fine campionato rescinde il contratto coi lombardi.

Empoli

Il 15 giugno 2015 approda all'Empoli, tornando in Serie A e portando la squadra a un lusinghiero decimo posto, ma il 14 maggio 2016 comunica alla società che non guiderà la squadra l'anno successivo.

Sampdoria

Il 4 luglio 2016 diventa ufficialmente allenatore della Sampdoria. Nella prima stagione conduce i blucerchiati al decimo posto e in Coppa Italia viene eliminato agli ottavi dalla Roma per 4-0. Nel campionato 2017-18 è ancora decimo e in Coppa Italia viene eliminato dalla Fiorentina per 3-2 e nella stagione successiva dal Milan 2-0, sempre negli ottavi come nel primo dei tre anni sulla panchina dei blucerchiati, un autentico record di permanenza sulla panchina della stessa squadra per il tecnico abruzzese.

 

GIAMPAOLO, UN  CASO DA 'CHI L'HA VISTO?'

'Onestà, serietà, dignità'. Per capire questa storia bisogna aggrapparsi a queste paroline magiche, tre concetti sui quali Marco Giampaolo non concede deroghe. Siamo a settembre 2013, il suo Brescia perde contro il Crotone e subisce una dura contestazione. Il tecnico, che non viene difeso dalla società, viene portato a confronto con diversi ultras, per dare spiegazioni. Una scelta, questa, che Giampaolo definirà 'mortificante' e che spingerà lo stesso allenatore a dare le dimissioni, sparendo completamente dai radar. Il giorno dopo la partita tutti lo aspettando al campo di allenamento ma lui non si presenta, il presidente Corioni dice di non saperne niente, di avergli telefonato ma che il cellulare risulta spento. Zero spiegazioni, zero messaggi. Per qualche giorno nessuno sa dove si trovi Giampaolo, che diventa un caso di 'Chi l'ha visto?', la nota trasmissione targata RAI e che cerca le persone scomparse. Il 26 settembre Giampaolo torna a parlare e spiega all'Ansa le sue motivazioni, smentendo di non aver dato comunicazione alcuna alla società e spiegando le motivazioni di questa sua decisione.

Due mesi dopo, intervistato da Gianni Mura per Repubblica, scenderà più nei dettagli: «Quando andavano in visita nei club dei tifosi, i più alti dirigenti parlavano di promozione immediata. Così hanno cominciato a fischiarmi dopo il secondo pareggio, a Bari. E a contestarmi più forte dopo la sconfitta interna col Crotone. Quel giorno l’addetto stampa della società si presenta con due uomini della Digos. Mi dicono che bisogna andare dai tifosi per un chiarimento. Chiarimento di che? chiedo. Bisogna andare per motivi di ordine pubblico, mi dicono, perché altrimenti di qui non fanno uscire nessuno». Io faccio un altro errore: li seguo. Passiamo davanti alla tribunetta dove ci sono le famiglie dei calciatori, entriamo in un locale sovrastato dalla scritta “Polizia di Stato”. Ci sono lì otto o dieci ragazzi. Uno lo riconosco, dev’essere il capo, era venuto a mettermi una sciarpa al collo il giorno della presentazione ufficiale, e a dirmi che non volevano Gallo. Gli dico che con lui non parlo perché era già prevenuto. Un altro mi critica sul modulo di gioco. Se non sei soddisfatto, gli rispondo, vai da Corioni e digli di esonerarmi. Mi guardano storto ma non c’è nessuna minaccia, questo l’ho detto anche alla Digos quando mi ha chiesto informazioni, a distanza di tempo. Questa però è la classica goccia che fa traboccare il vaso. La vivo come un’umiliazione assurda e dico basta. Avviso Iaconi e Fabio Corioni. Allerto i miei collaboratori perché provvedano all’allenamento del giorno dopo. Mando un messaggio a Zambelli, il capitano. E non mi muovo da casa, a Brescia. Non parlo per non disturbare l’ambiente. Hanno cercato di farmi passare per uno squilibrato, hanno messo di mezzo Chi l’ha visto?, hanno cercato di farmi cambiare idea ma non l’ho cambiata. È una questione di dignità».

Questo episodio influì molto sulla sua carriera, che - improvvisamente - si stoppò. Ripartì dalla Cremonese, in Serie C, per poi andare all'Empoli: Maurizio Sarri aveva consigliato al presidente Fabrizio Corsi di fare uno squillo a quell’uomo ombroso e di talento, tutto d'un pezzo. Un uomo che fino ad allora aveva raccolto meno di quanto meritasse. In quel momento, la carriera di Giampaolo ripartì

 

 

IPSE DIXIT

"In Italia il tempo non c’è. Tutto e subito. Io ho sempre parlato del tempo come il mio primo alleato, non può essere il mio primo nemico perché nella costruzione di un progetto hai bisogno di tempo, hai bisogno di far capire, di insegnare. Ci vuole tempo, non fretta. Così nascono i grandi progetti, quelli che durano nel tempo, non la bruciante velocità di una fiammata, bella e breve. La classe dirigenziale che abbia quella visione di prospettiva è rara, è più frequente quella dominata dalla costante fretta di ottenere risultati. Una specie di fast football, figlio di un tempo che tutto consuma e digerisce senza assumere il senso profondo delle cose".

"Sacchi è indubbiamente il mio riferimento a livello tattico ed è un tecnico che ha innescato una rivoluzione mentale, strategico e culturale cambiando la storia del nostro calcio quindi l’accostamento mi lusinga. Poi so anche che quando lui si dilungava in spiegazioni, movimenti e schemi voi ad un certo punto i giocatori scappavano dal campo…”

 

DICONO DI LUI

Massimo Ferrero suo presidente alla Sampdoria dopo l'esplosione di Duvan Zapata (ex giocatore Samp) con la maglia dell'Atalanta: "I numeri di Zapata? A volte strozzerei Giampaolo, ma è il prezzo da pagare per avere un allenatore del genere, la cui filosofia e l’identità di gioco vengono prima di ogni altra cosa. E quindi può capitare di perdere giocatori come Duvan, di cui tutti conoscevamo il valore”

Alessandro Costacurta in collegamento con Marco Giampaolo a Sky: "Ti sei attaccato al gioco come base di tutto ed unica strada per ottenere i risultati. All’inizio, scusami se mi permetto, magari i giocatori ti davano del pirla…poi li hai conquistati ed oggi noto che si divertono e credono molto in quello che fanno. Anche noi all’inizio davamo del pirla a Sacchi al Milan, poi abbiamo dovuto ricrederci ed abbiamo scritto la storia del calcio italiano vincendo praticamente tutto. Intravedo delle analogie con quel tipo di percorso ed atmosfera, complimenti"

Arrigo Sacchi su Marco Giampaolo, allora allenatore dell'Empoli: "E’ bravo, è un maestro, credo sia pronto per una big. Ci sono molti gestori in giro, lui, invece, è un grande stratega può andare ovunque. Il suo Empoli ha giocato un calcio ricco di conoscenza"

Adriano Galliani, ex amministratore delegato del Milan: "Posso tranquillamente ammettere di aver corteggiato Marco Giampaolo. A me piacciono gli allenatori che giocano in un certo modo. E' molto bravo"

 

STATISTICHE

2004-2005 Ascoli

Serie B: 44 partite, 17 vinte 11 pareggiate 16 perse (compresi i playoff)

Coppa Italia: 3 partita, 2 vinte 0 pareggiate 1 persa

2006-2007 Cagliari

Serie A: 30 partite, 7 vinte 12 pareggiate 11 perse

Coppa Italia: 3 partita, 2 vinte 0 pareggiate 1 persa

2007-2008 Cagliari

Serie A: 11 partite, 2 vinte 3 pareggiate 6 perse

Coppa Italia: 1 partita, 1 vinta 0 pareggiate 0 perse

2008-2009 Siena

Serie A: 38 partite, 12 vinte 8 pareggiate 18 perse

Coppa Italia: 2 partite, 1 vinta 0 pareggiate 1 persa

2009-2010 Siena

Serie A: 10 partite, 1 vinta 2 pareggiate 7 perse

2010-2011 Catania

Serie A: 20 partite, 5 vinte 7 pareggiate 8 perse

Coppa Italia: 3 partita, 2 vinte 0 pareggiate 1 persa

2011-2012 Cesena

Serie A: 9 partite, 0 vinte 3 pareggiate 6 perse

Coppa Italia: 1 partita, 1 vinta 0 pareggiate 0 perse

2013-2014 Brescia

Serie B: 5 partite, 1 vinta 3 pareggiate 1 persa

Coppa Italia: 2 partite, 1 vinta 0 pareggiate 1 persa

2014-2015 Cremonese

Lega Pro: 26 partite, 9 vinte 10 pareggiate 7 perse

Coppa Italia Lega Pro: 1 partite, 0 vinte 0 pareggiate 1 persa

2015-2016 Empoli

Serie A: 38 partite, 12 vinte 10 pareggiate 16 perse

Coppa Italia: 1 partita, 0 vinte 0 pareggiate 1 persa

2016-2017 Sampdoria

Serie A: 38 partite, 12 vinte 12 pareggiate 14 perse

Coppa Italia: 3 partita, 2 vinte 0 pareggiate 1 persa

2017-2018 Sampdoria

Serie A: 38 partite, 16 vinte 6 pareggiate 16 perse

Coppa Italia: 3 partita, 2 vinte 0 pareggiate 1 persa

2018-2019 Sampdoria

Serie A: 36 partite, 14 vinte 7 pareggiate 15 perse

Coppa Italia: 3 partite, 2 vinte 1 pareggiata 0 perse

 

(di Massimiliano Valle e Matteo Ronchetti)