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Calciomercato Milan – Tra esuberi e necessità: le esigenze di campo e società

Daniele Triolo

Il Milan si prepara a vivere le ultime tre settimane di calciomercato: il club deve riuscire a piazzare qualche giocatore per poter completare la rosa

CALCIOMERCATO MILAN - Il prossimo 2 settembre, ovvero esattamente tra tre settimane, chiuderà la sessione estiva di calciomercato.

Una finestra di trattative dove, finora, il Milan, è stato piuttosto operativo. Sono arrivati, infatti, Theo Hernández (Real Madrid, 20 milioni), Rade Krunic (Empoli, 8 milioni), Rafael Leao (Lille, 30 milioni), Ismael Bennacer (Empoli, 16 milioni) e Léo Duarte (Flamengo, 11 milioni), per una spesa complessiva di 85 milioni di euro a fronte di due cessioni, quelle di Patrick Cutrone (Wolverhampton, 18 milioni) e Tiago Djaló (Lille, 5 milioni), che hanno consentito al Diavolo di incassare 23 milioni di euro (tutti di plusvalenza).

La rosa a disposizione di Marco Giampaolo, però, benché numericamente molto ampia, non è ancora definibile completa. Il tecnico rossonero, infatti, necessita ancora di una seconda punta veloce, rapida, che sappia cambiare passo, 'strappare', ed essere in grado di far svoltare un match. Il nome, caldo, da giorni, è quello di Ángel Correa, classe 1995, attaccante argentino dell'Atlético Madrid che, all'occorrenza, può giocare anche da trequartista, molto offensivo, dietro le due punte. Il Milan lo corteggia da tempo, ha l'accordo con lui sulla base di un contratto di cinque anni a 3,5 milioni di euro netti a stagione, ma c'è ancora distanza con i 'Colchoneros' sulla valutazione del suo cartellino.

Non è escluso, poi, che, a fine mercato, il Milan possa anche acquistare un'altra mezzala, un palleggiatore di quelli che tanto piacciono a Giampaolo. Luka Modric piace, e tanto. E lui, da tempo, ama i colori rossoneri. Per questioni economiche, di cartellino e di ingaggio, però, l'arrivo del croato a Milano potrebbe restare soltanto un sogno di mezza estate. Il direttore tecnico Paolo Maldini, il Chief Football OfficerZvonimir Boban ed il direttore sportivo Frederic Massara rimarranno vigili, alla caccia di qualsiasi ricca occasione che il mercato, nei suoi giorni finali, potrà proporre al club rossonero, meglio, magari, se entro i parametri del fondo Elliott Management Corporation per una gestione virtuosa della società in ottica del rispetto dei paletti del Fair Play Finanziario UEFA.

Anche per questo motivo il Milan, oltre alle esigenze di campo, deve fare i conti, nel vero senso del termine, con quelle societarie. Sarebbe meglio, infatti, prima di accelerare sugli ultimi tasselli in entrata, cercare di piazzare qualche esubero in rosa ed alle migliori condizioni economiche possibile per le casse del club meneghino. In uscita, per esempio, restano due terzini sinistri su tre tra Diego Laxalt (piace a Parma, Spal e Torino), Ivan Strinic (Parma e Spal corteggiano anche lui) e Ricardo Rodríguez, favorito, però, per restare a Milano e giocarsi il posto da titolare con Theo Hernández. A centrocampo, destinato a restare Franck Kessie, potrebbe ancora partire Hakan Calhanoglu in presenza di un'offerta consistente da Bundesliga o Süper Lig turca.

È l'attacco, però, il reparto che potrebbe subire le ultime, significative modiche nella fase finale del mercato: Jesús Suso, nonostante l'ottimo precampionato, resta in vendita. Dalla sua cessione, infatti, il Milan ricaverebbe un'intera plusvalenza: operazione che conviene per il bilancio, per presentare, prossimamente, conti migliori alla UEFA e per poter consentire di arrivare a Correa con maggior facilità. Il Diavolo, però, potrebbe anche non essere costretto a sacrificare lo spagnolo, su cui Giampaolo ha speso parole al miele in questi giorni. Una partenza di Samu Castillejo, pesce fuor d'acqua con il nuovo modulo, potrebbe essere utile per incrementare il tesoretto (ma non il capitolo plusvalenze) per Correa; una cessione di André Silva, su cui Jorge Mendes è al lavoro, sebbene con scarsi risultati, farebbe registrare un segno positivo in ambedue le voci di bilancio.

Tante, dunque, le combinazioni possibili affinché il Milan possa conciliare le proprie esigenze di campo con quelle societarie, ovvero inserire uno, due tasselli da Champions League rinunciando a qualcosa, pur di poter mantenere dei conti sostenibili evitando, quindi, di fare il passo più lungo della gamba. Pratica che, come si è visto in epoca 'cinese', non ha giovato, per niente, alla causa rossonera. Intanto, per capire meglio come e quanto potrebbe convenire cedere Laxalt, in termini di bilancio, continua a leggere >>>

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