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Massimiliano Mirabelli e Marco Fassone, dirigenti del Milan (credits: acmilan.com)
Arrivati in pompa magna, accolti come dei supereroi che finalmente stavano salvando il Milan dagli anni più scuri in cui era piombato, Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli, ormai si può dire quasi con certezza, non sono riusciti a dare una svolta al momento storico del Milan. La stagione, infatti, è del tutto compromessa o quasi. I rossoneri sono ben lontani dalla zona Champions League e i primissimi posti sono stati da subito un miraggio. L'unica vera speranza resta l'Europa League, in cui il Milan è ancora in corsa e per ora è stato aiutato da un sorteggio benevolo.
Eppure in estate e durante i primi mesi di stagione l'idea generale era totalmente diversa. Ben undici i nuovi acquisti del Milan, forse troppi, che avevano entusiasmato i tifosi e dato l'idea di un club che fosse tornato a imporsi sul mercato. La rivoluzione quasi totale, forse per dimostrare di essere capaci, forse per prendersi immediatamente tutti i meriti per un ritorno ad alti livelli di cui erano quasi certi, ha finito per mettere sul banco degli imputati principalmente loro, Fassone e Mirabelli. Perchè già prima risultava difficile credere che un tecnico che lo scorso anno aveva ottenuto dei buoni risultati con una rosa non eccela ora fosse improvvisamente diventato il colpevole dei risultati scarsi del Milan, adesso che si è deciso di cambiare allenatore e la situazione è forse addirittura peggiorata tutti i nodi son venuti al pettine.
Ovviamente nessuno può dire che il mercato sia stato sbagliato in tutto e per tutto. Non avrebbe senso. Sono stati acquisti tanti giocatori che fino allo scorso anno, come sottolinea spesso Gennaro Gattuso, fornivano prestazioni ben diverse. Giocatori che sono nel giro delle proprie nazionali da anni, che venivano considerati tra i migliori al mondo nel proprio ruolo, che avevano anche in top club degli estimatori. E allora qual è il problema? Che i giocatori devono anche formare una squadra, non solo scendere in campo. La sensazione è che il Milan abbia molti singoli (che pian piano con i risultati pessimi si stanno anche perdendo, psicologicamente in primis), ma che non sia per niente squadra. Gli uomini selezionati da Mirabelli non si trovano a giocare insieme quasi con alcun modulo. È difficile schierare il Milan in campo posizionando ognuno nel proprio ruolo. E soprattutto, se anche ci si riesce, non ci sono delle riserve tali da poterli sostituire tutti mantenendo lo stesso schema. Insomma, un mercato da osservatore (ciò che è sempre stato Mirabelli), ma poco da direttore sportivo.
Facciamo, a questo punto, un bilancio del rendimento dei nuovi acquisti, con le nostre pagelle:
N.Kalinic 5: Il croato inizia bene con due reti all'Udinese, poi si perde. È probabilmente la scelta meno voluta da Mirabelli, che avrebbe preferito Pierre Aubameyang come noto, ma se non si è arrivati al gabonese è probabilmente anche per altre scelte del d.s. Kalinic è stato preso perchè "funzionale al gioco di Montella". Ora l'Aeroplanino non c'è più e il Milan non ha un attaccante che sa far gol.
A.Silva 4.5: In campionato avrebbe mertitato anche meno. Gioca poco, non perchè non gli diano fiducia, ma perchè se addirittura due allenatori gli preferiscono Kalinic e Cutrone significa che effettivamente non è ancora pronto. Quando gioca non incide. Ancora zero gol all'attivo. Per fortuna lo salva un po' l'Europa League: contro le difese aperte sa far gol. È giovane, ma per diventare il campione da 40 milioni che si aspettava il Milan la strada è lunghissima.
H.Calhanoglu 4: Degli undici nuovi acquisti è quello che ha reso meno di tutti. Mai una partita giocata ad alti livelli. Solo alcuni sprazzi tra Europa League e un paio di match di Serie A. Troppo poco per un numero 10 del Milan, che finora non ha dimostrato di essere superiore a Keisuke Honda, tanto criticato in passato. Del resto, è sempre stato un trequartista puro. Comprato in una squadra che gioca senza trequartista.
F.Borini 6.5: Probabilmente il rendimento effettivo non è da sufficienza abbondante, ma non si può non premiare un giocatore che arrivato tra le critiche si è messo fin da subito a lavorare e si è sempre fatto trovare pronto fornendo anche prestazioni buone, essendo spesso decisivo. Gli manca il gol, ma non è facile se giochi addirittura terzino. Che sia d'esempio: non servono sempre tanti milioni per buoni giocatori.
A.Conti s.v.: Uno dei rimpianti della stagione. Si fa male quasi subito.
L.Bonucci 6: Per Bonucci vale il discorso inverso rispetto a Borini. Probabilmente ha fatto meglio della semplice sufficienza, ma da uno come lui ci si aspetta molto di più. L'inizio di stagione è quasi da mani nei capelli, ma poi torna sui suoi standard. Certo, se però deve fare la differenza, finora non si è visto.
L.Biglia 4: Doveva dimostrare che Montolivo non era adeguato e che il problema del Milan negli ultimi anni era stato anche il regista. Ha finito per rivalorizzare l'ex capitano rossonero. Gioca sempre male, perde spesso palloni sanguinosi (uno costa anche un Derby), non inventa mai e raramente dimostra la qualità che dovrebbe avere.
M.Musacchio 5: Non è un difensore invalicabile e non è stato preso aspettandosi questo. Serviva però qualcuno che alzasse leggermente il livello rispetto allo scorso. Invece spesso gli viene preferito Cristian Zapata. L'argentino non commette errori clamorosi, ma non si fa neanche ricordare per grandi interventi.
R.Rodriguez 6: È uno dei pochi che, comunque, ha dimostrato di avere qualità nei piedi. Si è trovato coinvolto in un momento difficile della squadra e sta esprimendo male. Anche perchè è stato un po' sballottato in giro: terzino, esterno, centrale di difesa... Anche lui, come tutti, è andato comunque calando.
F.Kessie 5: Il giocatore descritto da tutti come una montagna impossibile da spostare è solo un lontano ricordo. Kessie dopo un buon inizio di stagione si è perso quasi del tutto. Corre poco, quando lo fa è a vuoto. Spesso è in ritardo, non si inserisce con i tempi giusti e palla al piede finisce quasi sempre con lo schiantarsi contro qualche avversario.
A.Donnarumma s.v.: Non che ci si aspettasse di poterlo giudicare.
M.Fassone 5.5: La squadra non l'ha costruita lui, ma lui ha scelto Mirabelli come d.s. e dunque in caso di fallimento le colpe ricadrebbero anche su di lui. Di certo non è il primo responsabile. Da amministratore delegato sta curando altri aspetti e finora sembra essere sempre sul pezzo. Ci mette la faccia e soprattutto è molto chiaro con i tifosi.
M.Mirabelli 5: Siamo generosi, perchè non si può bocciare del tutto un progetto dopo cinque mesi. Di certo, comunque, i limiti della squadra sono chiari e alcune scelte sono state sbagliate.
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