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Gilardino: “Lasciai il Milan perché non sentivo più fiducia”
Nell'estate 2005, reduce da una stagione da sogno con la maglia del Parma (25 gol in 48 partite tra campionato e coppe), Alberto Gilardino, centravanti biellese classe 1982, si candidò per diventare, nel Milan, l'erede di Filippo Inzaghi. L'esperienza di Gilardino, pagato 24 milioni di euro, in rossonero non fu però particolarmente esaltante: lo score personale non è stato male, 44 gol in 132 incontri, ma il suo rendimento andò scemando con il trascorrere delle stagioni fino alla cessione, nel 2008, alla Fiorentina.
Oggi, in un'intervista rilasciata a 'La Gazzetta dello Sport', Gilardino ha dedicato un passaggio anche al suo passato nel Milan: “Ho vinto trofei importantissimi come il Mondiale e la Champions League, ma mi mancheranno i titoli italiani. La realtà è che, dopo l'addio al Milan, non ho mai avuto una seconda possibilità. Chissà perché, non riesco a darmi una risposta. Perché lasciai i rossoneri? Non sentivo più la fiducia, si era rotto qualcosa nonostante avessi segnato parecchi gol. La società comprò altri attaccanti ed io decisi di andare a Firenze”.
Gilardino, che sulle colonne della 'rosea' ha confessato di essere stato ad un passo dalla Juventus nel 2013, ha inserito il gol realizzato con il Milan nel 2007 in Champions League contro il Manchester United nella sua Top 3 delle reti più significative della sua carriera, oltre che a nominare Ricardo Kakà, Andriy Shevchenko e … Domenico Morfeo (!!!) tra i compagni con i quali si è trovato meglio in campo. “Nessuno come Morfeo – ha spiegato Gilardino a proposito del fantasista classe 1976, al Milan nella stagione 1998-99 e con lui al Parma -: mi capiva al volo, giocava di prima e metteva fuori gioco il difensore”.
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