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Helveg: “Spero che il Milan torni presto a competere”

Stefano Bressi

L'ex difensore rossonero Helveg ha rilasciato una lunga intervista in cui ha parlato anche della squadra milanista. Ecco le sue dichiarazioni.

ULTIME MILAN - Ha vinto tantissimo con il Milan: in cinque anni praticamente tutto. Thomas Helveg è stato una pedina importante nella squadra rossonera, seppur senza essere mai un primo nome. Poi è passato all'Inter, dove però è rimasto solo un anno. Ai microfoni di passioneinter.com ha rilasciato una lunghissima intervista in cui ha parlato di molti argomenti. Ecco tutte le sue parole.

Come sono andati gli ultimi anni: "Sto bene, al momento sono fermo. Ho lavorato prima come assistente per tre anni, poi ho avuto il piacere di lavorare in una scuola calcio per quasi un anno con ragazzi che si divertivano. È stata una bella esperienza, diversa dal mondo che conoscevo io. Nel piccolo mi sono lanciato a lavori di beneficienza e sto curando un'idea che riguarda lo sviluppo del talento dei giovani. Vedo che oggi i ragazzi non sanno sacrificarsi per ottenere quello che vogliono. Magari con la mia esperienza prima o poi ci possono arrivare. Ancora non so come sviluppare questa idea, ma voglio provarci. Ho sempre gettato un occhio ai talenti danesi, ma vedo che quando lasciano da giovanissimi la Danimarca non hanno pazienza e spesso e volentieri tornano delusi e con poca voglia di continuare. È nostro dovere capire il problema, i ragazzi cercano la squadra facile. Se non va bene cambiano subito, quella mentalità va responsabilizzata".

Sul salto dal calcio danese a quello italiano: "Il salto è enorme. Prima in Italia non potevano giocare tanti stranieri, all'Udinese mi giocavo il posto con due polacchi ed era una lotta tra di noi. Ma era una realtà diversa. Andavo verso il campionato più importante al mondo, non era una scelta facile per me. Io mi vedevo più in Germania, Olanda o Inghilterra, ma non in Italia. Mi sono lanciato e ho avuto la fortuna di trovare subito il posto in squadra. Ho fatto un anno in Serie B, poi siamo saliti e sono maturato sia come uomo che come calciatore".

Che Inter ha trovato dopo l'esperienza al Milan: "Una squadra fortissima, il Presidente faceva di tutto per costruire una rosa per vincere. Capivo che si lavorava bene, c'era qualcosa che ci impediva di vincere. Un gruppo unito, destinato a soffrire fino alla fine. Con il cambio di allenatore abbiamo capito che dovevamo dare qualcosa in più e siamo riusciti a salvare in campionato. Un paio di anni fa ho sentito Okan Buruk che è sempre stato un mio amico. Poi Simic, uno che vedo un paio di volte all'anno, le nostre mogli si sentono di continuo. In Italia pensavano dovessimo essere rivali visto che ricoprivamo lo stesso ruolo, in realtà eravamo e siamo molto amici".

Se pensa che la Serie A stia tornando grande: "Me lo auguro davvero. Conoscendo il livello di prima fa male vedere che campionati come quelli inglesi, francesi, spagnoli, sono più attrattivi. Il segnale importante è arrivato con Cristiano Ronaldo. Mi auguro sia stato il primo passo per riportare il campionato italiano ai livelli di prima".

Su Conte, se si vedeva un futuro da allenatore: "Ho avuto il piacere di giocare contro Antonio. È uno che dava tutto in campo, uno che si sporcava volentieri perchè voleva vincere. Ho anche capito che lui ha avuto qualcosa in più, ha avuto il coraggio di mettersi in discussione. Guidare una squadra come l'Inter non è facile per niente. Per me lo sta facendo anche bene, tanto di cappello".

Sulla lotta tra Inter e Juventus: "Purtroppo non sto seguendo bene le partite perchè in Danimarca non trasmettono più la Serie A. La Juve la conosciamo, è sempre lì da anni. L'Inter è con il Napoli la squadra più vicina al livello dei bianconeri. Mi aspetto che i nerazzurri possano lottare fino alla fine".

Sulle difficoltà del Milan: "Per capire cosa stia succedendo bisogna essere dentro. Io con la mia storia nel Milan soffro, non è la squadra che conosco io. Ci sono stati tanti cambiamenti. Spero possa tornare presto a competere, anche per i bene del campionato italiano".

Su Eriksen: "Difficile dire se possa andare all'Inter, è un grandissimo calciatore, non so se andrà in scadenza e avere la possibilità di scegliere liberamente il nuovo club o se rinnoverà. Dico solo che fin qui in campionato non ha giocato ai suoi livelli. È un momento difficile e sta soffrendo. Adesso con Mourinho qualcosa può cambiare, lui prima lo vuole conoscere. Bisogna capire la volontà di Eriksen. Se Mourinho capisce che non ci sta più con la testa, la vedo dura. Anche perchè in estate ci sono gli Europei e la Danimarca ha bisogno di lui".

Un calciatore danese che consiglia alla Serie A: "Le società in genere puntano sui giovanissimi o su calciatori già pronti sui 24 anni. Abbiamo alcuni ragazzi interessanti nell'Under 21 che sta facendo benino. Ma un nome già pronto è difficile da trovare, qualcosa di interessante comunque c'è".

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