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Leonardo, direttore tecnico del Milan (credits: acmilan.com)
Leonardo, direttore generale dell’area tecnico-sportiva del Milan, ha parlato di Lucas Paquetá, e non solo, durante la conferenza stampa di presentazione del giocatore brasiliano a ‘Casa Milan’. Queste le dichiarazioni di Leonardo:
Sulla storia di Paquetá: "La sua storia, anche se breve, mostra un giocatore importante. Ha rischiato di vincere il campionato brasiliano, ha fatto due presenze in Nazionale. Non dobbiamo scoprirlo, è un progetto da mettere in piedi. Ha grandi qualità, umane e da giocatore. Ha importanti margini di crescita, è all'inizio della sua traiettoria".
Sul progetto giovani del Milan: "Il progetto sui giovani è molto ampio. Un talento come Paquetá, in Brasile, può creare molta aspettativa, che va gestita. La storia del Milan con i calciatori brasiliani è molto importante. Porterà al Milan un'idea di gioco offensiva".
Sui paragoni con il predecessore Ricardo Kaká: "Non vogliamo paragonare Lucas a Kaká. Siamo in una situazione molto diversa: la situazione, oggi, è un po' differente. La squadra è in costruzione, sta attraversando momenti di cambiamento. La valutazione si basa su diversi aspetti. Vogliamo far rendere al meglio lui e tutti i nostri giocatori".
Sulla condizione atletica del ragazzo: "Lui è a disposizione, ha già fatto dieci giorni con la squadra. E' pronto, la sua struttura di vita è già sistemata, il che facilita l'inserimento".
Sul rischio di un'operazione economicamente così dispendiosa: "Non crediamo ci sia del rischio, abbiamo fiducia sui nostri studi. Sicuramente è un investimento importante, anche se sappiamo dei paletti che abbiamo. Il rischio esiste in tutto, ma è un giocatore giovane che ha dimostrato già il suo valore. Siamo molto fiduciosi".
Sul gioco che vorranno fare i rossoneri: "Il D.N.A. del Milan è così da tanti anni. Il Milan è sempre stato così, vogliamo un Milan tecnico, offensivo e propositivo. Ci sono momenti e momenti, oggi siamo in un momento di costruzione. Ha caratteristiche che ci piacciono, ha un'interpretazione del calcio che al Milan piace, segue questa linea".
Sulle sue responsabilità qualora Paquetá non dovesse convincere: "Ho 49 anni, penso di poter essere in grado di subire pressioni. Non sento pressioni, so ciò a cui vado incontro. Mi sento molto tranquillo, non è stata una scelta solo mia. I soldi non sono miei (ride, n.d.r.), chi paga deve dire sì. Non voglio scaricare la mia responsabilità, ma è stata una condivisione di scelte”.
Sul Milan del passato: "Nel 2003 la proprietà era già qui da 17 anni, era una situazione diversa. Oggi, invece, bisogna cogliere l'attimo. A livello di appeal, con Kaká avevamo appena vinto la Champions League a Manchester, ma il Milan non ha perso il suo appeal. Ci sono squadre che possono vincere la Champions ma non saranno mai come il Milan. Ci sono diversi intoppi, chiediamo comprensione, soffriamo insieme. Non ci saranno altri investimenti importanti, anche in Brasile si parla dei nostri paletti, ma il nostro fascino non l'abbiamo mai perso".
Sulla vita privata di Paquetá: "La sua famiglia è una parte importante. Sono nato a Rio de Janeiro e nel Flamengo, ho diversi informatori in quella squadra. Ho seguito diversi giocatori nel periodo in cui non ero al Milan. Ogni giocatore ha un'evoluzione: bisogna vederlo in campo, per vedere le reazioni. Abbiamo avuto il tempo di vedere tutto questo".
Sul carattere di Paquetá: "Per un brasiliano, il sorriso è fondamentale, questo mi piace. Ai nostri giorni, a Milanello c'era rispetto, ammirazione e dovere. Oggi un po' abbiamo perso questo sentimento. Se non c'è la base, difficilmente si fa squadra. I ragazzi di oggi sono legati ad altro: vogliamo che vedano più in là. Chi non starà dentro questa linea, difficilmente resterà al Milan".
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