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Zlatan Ibrahimovic esulta per un gol con il Milan nel 2012 (credits: GETTY Images)
ULTIME NEWS MILAN - Le strategie in casa rossonera a distanza di 12 mesi - in realtà anche meno se si pensa all'estate - sembrano essere completamente cambiate. Lo scorso gennaio l'idea dell'ex dt Leonardo e del suo braccio destro Maldini era quella di affiancare ad Higuain Zlatan Ibrahimovic e rinforzare la mediana con un centrocampista esperto come Cesc Fabregas. Nulla di tutto questo. La linea del club era chiara e non si poteva cambiare: avanti coi giovani.
Un modello che nei mesi ha ricordato sempre più quello che Ivan Gazidis, amministratore delegato del club di via Aldo Rossi in carica da dicembre 2018, ha attuato nei suoi anni di lunga carriera all'Arsenal, squadra diventata famosa nel puntare sui giovani talenti, rivendendoli facendo enormi plusvalenze. I Gunners, però, non hanno vinto molto negli ultimi anni. L'ultimo scudetto risale addirittura al 2003-04 e l'ultima coppa europea 10 anni prima. Insomma, solo FA Cup e Community Shield (6 trofei in tutto) negli ultimi 10 anni. Un palmares non da prendere troppo come modello. Senza aggiungere che la storia europea del Milan non è assolutamente comparabile con quella degli inglesi.
Ecco, perché la linea del club - che si è dimostrata sul campo poco vincente - potrebbe subire un'inversione di tendenza con l'arrivo di Ibrahimovic. Il Milan aspetta una risposta dall'attaccante svedese alla proposta di 6 milioni netti per 18 mesi con possibilità di rescindere il contratto a giugno. Raiola vorrebbe qualcosa in più e nelle prossime giornate potrà esserci un nuovo incontro. Ibra dovrà capire se accettare o meno questa grande sfida, oppure unirsi all'amico Mihajlovic a Bologna dove diventerebbe il punto di riferimento di un club in crescita. La decisione nella prossima settimana o al più tardi entro il 10 dicembre.
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