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Frattesi: “Ho scelto la squadra ma le trattative possono anche morire”

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Davide Frattesi, centrocampista del Sassuolo conteso da Milan e Inter, ha parlato del suo futuro alla Gazzetta dello Sport. Le dichiarazioni
Daniele Triolo Redattore 

Davide Frattesi, centrocampista del Sassuolo conteso, in questa sessione di calciomercato, da Inter, Juventus e Milan, ha parlato in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni sul suo futuro professionale.

Frattesi alla 'rosea' sul suo futuro tra Inter, Juve e Milan

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Su quanto sta controllando il telefono in questi giorni: «Mica tanto. Ho chiesto al mio procuratore Giuseppe Riso di avvisarmi solo quando è quasi tutto fatto e così mi sono condannato all’autodistruzione. Lui è ermetico. I suoi collaboratori sono terrorizzati da Riso e non mi dicono nulla. Meno male che c’è mia nonna Stefania: ogni giorno mi manda la rassegna stampa fatta da lei. Fantastica».

Sull'interesse di Inter, Juventus e Milan per lui: «E’ una bella sensazione, non posso negarlo. Però adesso sono un po’ ansioso: vorrei che si definisse la situazione. E penso a mio nonno Carmine, che leggeva i giornali, amava il calcio e oggi sarebbe tanto felice».

Sull'Inter in vantaggio sulle altre: «Ahahah ... Lei però comprenderà che stavolta non posso essere senza filtri come nelle altre interviste. Non sarebbe corretto indicare una squadra perché le trattative possono morire all’improvviso. Però cercherò di essere estremamente sincero: io ho scelto la squadra. E sono sicuro che il mio procuratore troverà il modo di accontentarmi, altrimenti lo mando ... al mare. Però sento che ci sono altre società interessate a me».

Sulla prima discriminante nella sua scelta: «Il ruolo: io sono una mezzala e voglio essere sfruttato per le mie caratteristiche. Credo sia normale. A lei piace scrivere: se le propongono di presentare una trasmissione in tv magari ci pensa, ma poi cerca di continuare a scrivere. Ecco, per me il concetto è lo stesso».

Sul pestarsi i piedi in campo con Nicolò Barella qualora andasse all'Inter: «No, assolutamente. Io posso partire da sinistra, così quando mi accentro calcio con il piede buono. Che con l’altro a volte faccio dei danni ...».

Sulla concorrenza interna che, all'Inter, potrebbe spaventarlo: «No, mi condizionerebbe in modo positivo: quando devo dimostrare qualcosa, riesco a dare di più».

Sulla partecipazione alla Champions League che può incidere nella sua scelta: «Ci penso, la vorrei giocare, ma non è la prima cosa: conta di più il progetto. Così come non cambia andare in una squadra pronta per vincere o da ricostruire: sarei carico allo stesso modo. A 23 anni è il momento di prendermi certe responsabilità».

Sulla chiusura al Milan qualora arrivasse un'offerta: «Posso soltanto dirle quello che ho garantito a Giovanni Carnevali: se arrivano offerte irrinunciabili, le ascoltiamo. Irrinunciabili eh».

Sul 4-2-3-1 non ideale per le sue caratteristiche: «Nel Sassuolo il primo anno l’ho interpretato con buoni risultati, grazie ad Alessio Dionisi. Però resta il fatto che a tre posso dare di più».

Sul ballottaggio con Sergej Milinković-Savić per vestire la maglia della Juventus e sull'invito di Claudio Marchisio a vestire bianconero: «Marchisio è di parte, siamo amici. Sa che abbiamo la stessa paura dell’aereo? Nel volo per Ibiza, ho fatto un salto in cabina di pilotaggio per chiedere se erano previste turbolenze. .. In quanto a Milinković, beh, è uno dei più grandi. Ha più talento di me, ma se sono in ballottaggio con lui significa che il lavoro ti porta in alto. E io lavoro come un asino, ho una fame incredibile».

"Milan? Se arrivano offerte irrinunciabili, le ascoltiamo ..."

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Sulla possibilità di ascoltare ancora le sirene tentatrici della Roma: «No, ho imparato a ragionare con il cervello. Cerco di essere più lucido nelle scelte e nella gestione delle emozioni».

Su quanto gli abbia fatto bene restare un altro anno al Sassuolo: «Sì, senza dubbio. Ho tantissima riconoscenza per questo club: lo porterò sempre nel cuore. Adesso sono pronto per andare. Dionisi è stato molto importante per la mia crescita. Lui e la società mi hanno capito e aspettato per riportarmi sulla retta via. Ci sono momenti nella vita che ti forgiano di più: per me uno di questi momenti è arrivato l’estate scorsa».

Sul suo primo gol in Nazionale: «Non pensavo nemmeno di giocare. Ho fatto un bel pisolo dalle 14:00 alle 17:00. Sono andato alla riunione tecnica mezzo rimbambito, poi il C.T. Roberto Mancini ha fatto il mio nome e mi sono dovuto svegliare in fretta. E’ stato bello, mi sono accorto di poter stare in Nazionale. Mi sono sentito uno del gruppo, ho legato con Marco Verratti che è un ragazzo d’oro. C’era l’atmosfera giusta».

Sulla persona con cui si sfoga in attesa del suo trasferimento: «Di solito con papà e zio: sanno calmarmi. Io in realtà cerco di tenermi tutto dentro. L’anno scorso la mia fidanzata è stata un angelo. Io ero intrattabile».

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