Sulla prima discriminante nella sua scelta: «Il ruolo: io sono una mezzala e voglio essere sfruttato per le mie caratteristiche. Credo sia normale. A lei piace scrivere: se le propongono di presentare una trasmissione in tv magari ci pensa, ma poi cerca di continuare a scrivere. Ecco, per me il concetto è lo stesso».
Sul pestarsi i piedi in campo con Nicolò Barella qualora andasse all'Inter: «No, assolutamente. Io posso partire da sinistra, così quando mi accentro calcio con il piede buono. Che con l’altro a volte faccio dei danni ...».
Sulla concorrenza interna che, all'Inter, potrebbe spaventarlo: «No, mi condizionerebbe in modo positivo: quando devo dimostrare qualcosa, riesco a dare di più».
Sulla partecipazione alla Champions League che può incidere nella sua scelta: «Ci penso, la vorrei giocare, ma non è la prima cosa: conta di più il progetto. Così come non cambia andare in una squadra pronta per vincere o da ricostruire: sarei carico allo stesso modo. A 23 anni è il momento di prendermi certe responsabilità».
Sulla chiusura al Milan qualora arrivasse un'offerta: «Posso soltanto dirle quello che ho garantito a Giovanni Carnevali: se arrivano offerte irrinunciabili, le ascoltiamo. Irrinunciabili eh».
Sul 4-2-3-1 non ideale per le sue caratteristiche: «Nel Sassuolo il primo anno l’ho interpretato con buoni risultati, grazie ad Alessio Dionisi. Però resta il fatto che a tre posso dare di più».
Sul ballottaggio con Sergej Milinković-Savić per vestire la maglia della Juventus e sull'invito di Claudio Marchisio a vestire bianconero: «Marchisio è di parte, siamo amici. Sa che abbiamo la stessa paura dell’aereo? Nel volo per Ibiza, ho fatto un salto in cabina di pilotaggio per chiedere se erano previste turbolenze. .. In quanto a Milinković, beh, è uno dei più grandi. Ha più talento di me, ma se sono in ballottaggio con lui significa che il lavoro ti porta in alto. E io lavoro come un asino, ho una fame incredibile».
"Milan? Se arrivano offerte irrinunciabili, le ascoltiamo ..."
—Sulla possibilità di ascoltare ancora le sirene tentatrici della Roma: «No, ho imparato a ragionare con il cervello. Cerco di essere più lucido nelle scelte e nella gestione delle emozioni».
Su quanto gli abbia fatto bene restare un altro anno al Sassuolo: «Sì, senza dubbio. Ho tantissima riconoscenza per questo club: lo porterò sempre nel cuore. Adesso sono pronto per andare. Dionisi è stato molto importante per la mia crescita. Lui e la società mi hanno capito e aspettato per riportarmi sulla retta via. Ci sono momenti nella vita che ti forgiano di più: per me uno di questi momenti è arrivato l’estate scorsa».
Sul suo primo gol in Nazionale: «Non pensavo nemmeno di giocare. Ho fatto un bel pisolo dalle 14:00 alle 17:00. Sono andato alla riunione tecnica mezzo rimbambito, poi il C.T. Roberto Mancini ha fatto il mio nome e mi sono dovuto svegliare in fretta. E’ stato bello, mi sono accorto di poter stare in Nazionale. Mi sono sentito uno del gruppo, ho legato con Marco Verratti che è un ragazzo d’oro. C’era l’atmosfera giusta».
Sulla persona con cui si sfoga in attesa del suo trasferimento: «Di solito con papà e zio: sanno calmarmi. Io in realtà cerco di tenermi tutto dentro. L’anno scorso la mia fidanzata è stata un angelo. Io ero intrattabile».
Sul mettersi in gioco con la maglia di un grande club dove piovono critiche se sbaglia una partita: «E’ questo il bello. Voglio fare il massimo dalla prima all’ultima gara». Milan, sondaggio inaspettato per l'esterno >>>
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