Gonzalo Higuaín, arrivato a Milano nella maxi-operazione con la Juventus di cui abbiamo parlato prima, era giunto in rossonero animato da grandi propositi: sarebbe stato lui la stella incaricata di trascinare il Diavolo verso la Champions League, riportando il vessillo rossonero nel calcio che conta. Il ‘Pipita’ era partito benissimo, in questa stagione, con un assist per Patrick Cutrone in Milan-Roma, con gol a Cagliari, Atalanta, Chievo Verona (doppietta) e Sampdoria, più un altro paio di sigilli in Europa League. Quindi, l’involuzione, totale, e, lo scorso 11 novembre, il rigore sbagliato contro la Juventus: innervositosi nel corso del match, ha rimediato un cartellino rosso che, unitamente ad fastidioso infortunio alla schiena, ne ha limitato il rendimento. Il Milan, privo di molti centrocampisti tecnici per infortuni lunghi e di vario tipo, non riesce a metterlo nelle condizioni di fare male e lui vede la porta sempre più di rado. Si riprenderà, ne siamo certi, ma va ammesso come, da un campione come lui, ci si aspettasse, sul piano della leadership e del carisma, prima ancora che delle reti, molto di più. Ha cinque mesi di tempo, nel nuovo anno, per convincere anche i più scettici che, dopo aver pagato 18 milioni per il prestito, il Milan debba spenderne altri 36 per il riscatto.