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Amici di 'PianetaMilan.it', benvenuti nel centro sportivo rossonero di Milanello dove, tra poco, alle ore 14:15, l'allenatore rossonero Paulo Fonseca parlerà in conferenza stampa.
Il tecnico lusitano introdurrà i temi principali di Milan-Genoa di domani sera allo stadio 'San Siro', alle ore 20:45, partita valida per la 16^ giornata della Serie A 2024-2025. Seguite qui il nostro LIVE testuale.
Termina qui la conferenza stampa di Fonseca.
Quando vedremo il suo Milan, una data: "Io ho già visto un Milan come mi piace, in diverse partite. Abbiamo bisogno di essere costanti. Non sono un mago. Non posso dire quando succederà. È come la montagna russa. Magari domani, magari dopo no. Quello che voglio è avere una squadra costante. Possiamo sbagliare tecnicamente e tatticamente. Però per me è difficile capire l'incostanza mentale della squadra. Si può risolvere, non come un cavallo, ma sì, ne sono sicuro. Le cose si guadagnano vivendo e con l'esperienza".
Se si può ottenere lo stesso risultato di Rafa Leao facendo la stessa cosa con altri: "Ogni giocatore ha un caso particolare. Diverse strategie e diversi modi. Non è perché sta facendo bene che bisogna fare lo stesso con altri".
Su Jimenez e come sta lui: "Io sto bene. Sempre bene. Jimenez... Sta bene. Può giocare terzino destro, terzino sinistro, esterno destro e sinistro. Ha questa polivalenza che è buona".
Se è sbagliata la postura dei difensori sui traversoni e su Musah che tiene palla davanti alla difesa: "Non sono d'accordo e spiego perché. Fino a Cagliari abbiamo avuto il problema di non difendere bene in situazioni di traversone. Non guardavamo l'attaccante e solo la palla, la postura... Penso che dopo il Cagliari non abbiamo pù avuto questo problema. Abbiamo migliorato tanto. A Bergamo non abbiamo avuto problemi in questo senso. Abbiamo subito un gol con un giocatore che si è seduto su un nostro, che è fallo. Poi abbiamo avuto un problema da calcio d'angolo. Non penso che è un problema di difesa dell'area. Con la Stella Rossa c'è stato un problema di scelta di Musah".
PM - Se bastano due giocatori a non rendere sufficiente una prestazione e come verrebbe presa la qualificazione in Champions: "Può bastare anche solo un giocatore. Penso solo alla partita di domani. Siamo in un'ottima condizione. Vogliamo fare lo stesso in Serie A a livello di risultati".
Se il Milan è uscito dalla corsa Scudetto: "Voglio essere onesto. Più difficile adesso. Però dentro di me continuo a crederci".
Chi può essere capitano domani: "La mia opinione è che quando sono arrivato qui il Milan aveva già tre capitani. Calabria, Theo Hernandez e Rafa Leao. Immaginate se io cambiassi il capitano. Mi ammazzereste. Ho deciso di aver fiducia nei capitani che abbiamo. Se sono d'accordo è un'altra cosa, ma ho rispettato la gerarchia e continuo a farlo. Finché non deciderò se devo cambiare. Rafa Leao capitano è una possibilità".
Cosa manca a questa squadra per vincere: "Possiamo partire dall'inizio. Abbiamo già fatto questo esercizio, ma lo possiamo rifare. Sono arrivato qui per cambiare modo di giocare. Sono arrivato con 15 giocatori, siamo andati in America. La maggior parte di quei giocatori non erano giocatori importanti nel passato. I più importanti erano in Nazionale. La prestagione è andata molto bene. Non però con chi era in Nazionale. Sono arrivati otto giorni prima della prima di campionato. Non sono 8 giorni che bastano per cambiare tutto. Poi è stato difficile allenare perché giochiamo ogni tre giorni. Il passaggio ha bisogno di più tempo. Però per me abbiamo già cambiato cose che sono importanti per me e abbiamo avuto buone partite. Non abbiamo avuto risultati che volevamo, ma buone partite. Se facciamo un'analisi di tante cose tattiche c'è un progresso. Il problema per me è mentale. Sento che a volte è una montagna russa. A Bergamo abbiamo fatto cose buone, ma poi con la Stella Rossa non abbiamo avuto l'ambizione mentale di continuare a crescere. La prestazione della squadra è calata. Mi sembra che quando la squadra pensa che sia facile in alcune partite ha presunzione. Io sono tornato indietro, quando non ero qui. Nelle ultime 10 partite dell'anno scorso si diceva la stessa cosa. Non è cambiato. Ho sentito di cosa si parlava. Non è da ora".
Se la società sapeva cosa avrebbe detto mercoledì e se i dirigenti hanno parlato con la squadra: "No, non sono venuti a parlare con la squadra. Non c'era bisogno. Io ho parlato con la squadra e poi con la società. Come parliamo normalmente".
Se pensava di incontrare queste difficoltà e se ha pensato a "chi me lo fa fare": "Sì, ci pensavo. Se pensiamo di arrivare a questo livello e pensare che sia tutto rose e fiori non è vero. A questo livello abbiamo sempre queste situazioni. In tutte le grandi squadre ci sono".
Se gli è capitato di avere situazioni simili: "Sì, è già successo, come a tutti gli allenatori. È normale e dobbiamo fare ciò che crediamo per risolvere le situazioni. Qui ci sono situazioni diverse e specifiche perché sono giocatori diversi in una squadra diversa. Però ho avuto altre situazioni simili".
Calcisticamente, come si risolvono gli errori difensivi: "Non ho mai parlato di questioni tattiche o tecniche dopo la partita. Non è stato quello il problema. L'unico problema è stato di atteggiamento e questo influenza il resto. Non è stato un problema difensivo. Non hanno creato quasi nulla. La squadra difensivamente sta molto meglio. Non è stato un problema tattico".
Quanto sarebbe da Milan il primo gol di Camarda con quella maglia davanti a Van Basten: "Giusta domanda, perché è importante dire una cosa: dobbiamo lasciarlo crescere con equilibrio. A volte aspettative e pressioni che si fanno con i giovani e questo tipo di giocatori non è buono. Non dobbiamo creare pressioni su di lui. È giovane ed equilibrato, lasciamolo così. Sono attento al suo lavoro, devo pensare sempre bene al suo utilizzo. I giovani devono giocare al momento giusto, non dobbiamo creare pressioni in un giovane che ha qualità, ma che deve continuare a crescere. Non deve avere il peso di essere decisivo".
Se dall'esterno viene visto come segnale di debolezza dare sempre le colpe agli altri: "Non sono preoccupato da ciò che gli altri possono pensare. Altrimenti è difficile lavorare. Ognuno pensa diversamente, tutti hanno un'opinione. Però sono io che sono qui, che vedo i giocatori, che vedo come lavoro. È così e non posso agire in funzione di cosa pensano le persone".
Se è normale avere tutte queste difficoltà con i senatori: "Sì, a questo livello è normale, perfettamente normale. Vengo pagato per cercare soluzioni e risolvere il problema. Non ho mai chiuso gli occhi davanti ai problemi. Affronto e non mi nascondo. Ci sono e sono pronto a risolvere. In ogni squadra, in ogni famiglia ci sono problemi. Siamo una famiglia ed è normale avere problemi".
Se giocano i ragazzi di Milan Futuro: "Il progetto di Milan Futuro è un progetto importante per avere sempre più giovani in prima squadra. Lavoriamo dal primo giorno con loro. Quello che posso dire è che domani vedremo qualcuno in campo".
Come mai ha parlato pubblicamente: "Dico sempre la verità, è difficile nascondere quello che sento dopo la partita. Devo essere sempre onesto. Sentivo quello e l'ho detto. A volte sono messaggi importanti da passare. Ho avuto questa necessità, voi non siete dentro e non sapete tutto, ma ho avuto questa necessità".
Quanto essere all'altezza domani è condiviso e se gioca Theo Hernandez: "Domani giocherà la squadra che penso sia la migliore per vincere. Oggi non so dire chi gioca. Abbiamo parlato, siamo stati alla festa del settore giovanile. Abbiamo parlato come sempre, ho sentito l'appoggio della società".
Qual è il clima nello spogliatoio e sulle parole di Calabria: "Dopo la partita, siamo arrivati negli spogliatoi e penso che tutti hanno avuto la stessa sensazione. Per me questo è stato molto positivo, il primo passo per capire cosa sia successo. Poi abbiamo parlato, abbiamo lavorato bene. L'atmosfera è buona come sempre. Siamo una famiglia e dobbiamo risolvere nello spogliatoio, come abbiamo fatto".
Su Theo Hernandez, se gioca o no: "In questo momento non ho niente da aggiungere su quello che ho detto. Non dico qui i nomi di quelli con cui ho parlato. Però ho parlato e ho fatto vedere cosa penso, come sempre. Per me bisogna andare avanti".
Se in questi giorni si è preparato lo spirito della partita: "Per me sarebbe stato facile parlare solo della vittoria o delle quattro consecutive in Champions League, ma domani il Milan fa 125 anni e dobbiamo essere all'altezza della storia. Per me non era così. Non possiamo con questo atteggiamento esserlo. Ho già detto alla squadra cosa penso, come faccio sempre. Ho detto ai giocatori oggi che volevo parlare e penso che siamo pronti domani ad avere un giorno all'altezza della storia del Milan".
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