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Milan, Conceicao: “Il calcio dominante è vincere” | LIVE News

Conferenza Stampa LIVE presentazione Sergio Conceicao AC Milan
Sergio Conceicao è il nuovo allenatore del Milan, contratto fino al 2026: segui nel nostro LIVE la conferenza stampa della sua presentazione
Stefano Bressi Redattore 

Amici di 'PianetaMilan.it', quest'oggi è stato presentato il nuovo allenatore del Milan: Sergio Conceicao. L'ex tecnico del Porto, che ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2026 con il club di Via Aldo Rossi, rileva in panchina il suo connazionale Paulo Fonseca. Attraverso il nostro LIVE testuale, rivivete tutte le parole di Conceicao: da ciò che non è funzionato finora passando per la sua idea tattica fino al ruolo di alcuni giocatori chiave. Ecco, qui di seguito, tutte le dichiarazioni del nuovo mister.

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Termina qui la conferenza stampa.

Quali analogie, differenze e difficoltà col Nantes prendendola in corsa: "Situazioni diverse, stesso periodo, ma la rosa e l'ambiente erano diversi. Tutto diverso. La situazione ci somiglia, ma non è la stessa cosa. La pressione deve darci di più, non paura. Bisogna prendersi responsabilità, lavorando al massimo e con umiltà".

Sul mercato e se serve qualcosa: "La prima cosa che ho detto è che voglio conoscere bene tutti, prima squadra e Milan Futuro, non avevo intenzione di chiedere conoscendo solo quelli che hanno giocato. Abbiamo analizzato tutte le partite, ma voglio conoscere tutti".

Se vuole gestire ogni aspetto e poi rapportarsi o se vuole una persona accanto con cui confrontarsi quotidianamente: "Ognuno ha il suo lavoro da fare. La comunicazione la facciamo tutti i giorni. Però mi piace entrare in ogni aspetto, con dottori e fisioterapisti, sapere che lavoro fanno, se chi è infortunato fa una volta o due, per me due... Faccio esempi. Ho parlato col nutrizionista, è molto importante. Mi piace entrare dentro. Tutto molto veloce, cerchiamo di fare il prima possibile. Con la direzione parliamo quando serve, se vogliono venire tutti i giorni. Siamo qui per remare nella stessa direzione. Vogliamo che il Milan arrivi nei primi quattro posti, c'è già un titolo da giocarsi e vediamo in Champions League, vediamo dove arriviamo. Siamo il Milan".

Se conferma che i giocatori sono tutti uguali e se ha parlato con Rafa Leao e Theo Hernandez: "Per me sono uguali per come gestisco lo spogliatoio. Non fa differenza l'età, dipende da come si lavora. Se si lavora al massimo seriamente, non il massimo che pensano loro, c'è un altro limite. Non ci sono differenze. Davanti a tutti nello spogliatoio sanno che il discorso è uguale per tutti. Poi ci sono discorsi personali, che uno viene a parlare da solo. I discorsi con ognuno saranno diversi perché sono caratteri diversi. Mi piace capire la storia di ognuno, il papà, la mamma, il fratello... A volte c'è sempre una storia dietro che giustifica il comportamento. Mi piace. Chi merita di giocare lo decide il lavoro. Ho parlato con tutti".

Se questa squadra può arrivare in Champions League vista la situazione ambientale e chi recupera per la Supercoppa Italiana: "Faremo di tutto per arrivarci, c'è tanto da fare. Ci sono giocatori che non possono giocare adesso, che sono stati importanti in questi primi sei mesi. Dobbiamo lavorare con chi c'è, senza trovare scuse. Ho una rosa di cui mi fido. Andiamo con quelli disponibili, andiamo a lottare per arrivare già a vincere questa partita. Chiaro che è meglio avere tutti a disposizione, ma gli infortuni fanno parte del calcio e dobbiamo guardare chi è disponibile".

Se si può cambiare la rotta strategica al Milan o se si corregge poco alla volta: "Io vado con le mie convinzioni a livello di lavoro, organizzazione e tattico. Il sistema non è importante come la mentalità. Dobbiamo sempre essere in campo. Poi abbiamo la strategia, che dipende dall'avversario, ma il lavoro è sulla nostra squadra. Dobbiamo capire i principi. Il gioco dominante è semplice: c'è una porta dove fare gol e una dove non prenderlo. Il calcio dominante è vincere. Per me il tiki taka è metterla dentro".

Come sarà il rapporto con i giocatori: "Dipende dalla situazione. Non è che devo cambiare, ho 50 anni. Cambiare ora è difficile. Faccio questo mestiere da tanto, non è che ho cominciato ieri e cambio. Saranno sempre 11 più contenti e chi va in panchina meno. Chi resta a casa sono veramente... Difficile, è la gestione del gruppo. Comunicazione diretta, occhi negli occhi, allenamento al massimo. Possono essere più tristi, ci sono sempre piccole cose che possono succedere. Deve dare forza. Come la pressione, fa parte del calcio, soprattutto nelle grandi squadre. Ci sono momenti, bisogna andare al meglio allora, peggio è difficile. Dobbiamo lavorare al meglio. Parole parole, ma poi contano i risultati".

Cosa l'ha portato a dire sì e se c'erano stati contatti in estate: "La mia situazione col Porto non è stata un'uscita facile, non voglio parlarne. Le tempistiche non sono la cosa più importante. Ogni settimana in Portogallo mi mettevano su un'altra panchina. Si parla sempre, è normale. Non possiamo controllare le notizie. Per me non è importante quando, è stata una cosa veloce. Sono arrivato ieri, si è allenata la squadra, oggi presentazione, per me si poteva non fare. Però per il rispetto per voi... Tutto molto veloce. Alleno una delle migliori squadre al mondo storicamente, non potevo dire di no. Avevo altre situazioni di grandi squadre che rispetto, ma ho deciso subito".

Chi è Conceicao e cos'è cambiato rispetto a quando era giocatore: "Tutto diverso. Il giocatore pensa di capire tutto di calcio, ma non è così. Pensiamo al nostro giardino due ore, l'allenatore non dorme. Ci sono molte informazioni, lo stress di voler conoscere tutto. Tutto è importante, dall'erba del campo al presidente. Tutti sono importanti. Abbiamo voglia di conoscere tutto al più presto, bruciando le tappe. I tempi sono corti. Abbiamo già una semifinale di Supercoppa, dobbiamo essere presenti e con ambizione".

Cosa non ha funzionato finora nel Milan: "Secondo me non c'è una sola cosa. Ci sono tante cose. Alcuni parlano di organizzazione, altri di problemi mentali, altri fisici. Penso che devo mandare un abbraccio a Fonseca, ha avuto periodi bellissimi, con partite che mi sono piaciute tanto e altre meno. Noi vogliamo essere sempre perfetti, ma non è possibile. Ci sono gli avversari. Ogni settimana è difficile in campionato e in Champions, dobbiamo essere preparati. Non voglio entrare in dettagli, non sarebbe corretto per un allenatore serio, bravo e che conosco da anni".

Quali sono i concetti sul breve e se ha sentito il figlio: "I miei figli, ne ho cinque, li sento tutti i giorni. Sarà un avversario, a livello professionale, a casa è mio figlio come per tutti i padri. Come ho detto ai ragazzi possiamo cambiare sistema, come si vuole, poi c'è spirito e mentalità, che non è negoziabile. L'intensità, la voglia di arrivare alla fine sapendo di aver dato tutto. Non è facile, sono un appassionato, sicuramente avete contato quante volte sono stato espulso, vivo intensamente e voglio che i giocatori vivano allo stesso modo. C'è da lavorare su questo, devono capire che gli devono brillare gli occhi quando entrano qui. Devono andare al limite. Poi c'è l'organizzazione e la preparazione della partita. Ma con questa mentalità saremo più forti".

Sull'orgoglio e su San Siro rossonero: "Buongiorno, è un piacere e ringrazio Ibrahimovic per le parole, che mi danno ancora più responsabilità. Un orgoglio e piacere venire a lavorare in una squadra enorme così. La conosco da giocatore e da allenatore, l'ho affrontata tre anni fa e alcuni sono ancora qui. Un passo avanti importante. I tifosi sono l'anima, senza è difficile vivere e crescere. Dobbiamo rispettare questi valori e lavorare tanto per dimostrare che siamo all'altezza. Se sono qui non è un buon segno, qualcosa non è andata bene. Non può essere colpa di una sola persona, ma di tante, che compongono la squadra. Dobbiamo adesso riflettere, non c'è tanto tempo per lavorare sulla prima partita con la Juventus, ma è ciò che è. Non ci lamentiamo, non cerchiamo scuse".

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