"ULTIME MILAN - La musica e il calcio. Il calcio inteso come Milan e i colori rossoneri. Le grandi passioni di DJ Mazay, al secolo Andrea Mazzantini, sono queste anche in un momento dove il Diavolo non è sicuramente in linea con i fasti del passato. In esclusiva per 'PianetaMilan.it' ci ha raccontato aneddoti e punti di vista, arricchendo di grandissima qualità la nostra rubrica "Tribuna Vip".
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ESCLUSIVA – DJ Mazay: “Champions, io ci credo. Suso? Ha bisogno di una pausa”
DJ Mazay, al secolo Andrea Mazzantini, ha parlato in esclusiva a PianetaMilan del momento dei rossoneri, di Stefano Pioli, Jesús Suso e tanto altro!
"DJ Mazay, da tifoso come giudica il momento attuale del Milan? "Un momento molto difficile che sicuramente dipende dal cambio societario e dal cambio di allenatore. Ho abbastanza fiducia in Stefano Pioli e penso si possa iniziare un percorso di ripartenza con tanti giovani. I giocatori presi nel mercato secondo me sono molto validi perché Rafael Leao può diventare un giocatore fortissimo, Ismael Bennacer è interessante e Theo Hernández quando spinge è devastante. Da terzino diventa un'ala e un esterno d'attacco allo stesso tempo".
"Come ha visto l'avvicendamento tra Pioli e Marco Giampaolo sulla panchina rossonera? "Da professionista mi dispiace per Giampaolo perché capisco che non è stato facile arrivare in questo Milan. Da tifoso, onestamente, non mi sono mai esaltato con lui e con la sua dialettica. Il "testa alta e vincere" è risultato aggressivo, nel calcio come nella musica il parlare prima dei fatti mi fa paura. A pelle non mi ha mai convinto. Pioli ha un passato nell'Inter ma mi è simpatico. Ha fatto dei cambi importanti e nel primo tempo ha schiacciato l'avversario, questo va detto".
"Sui social spopola l'hashtag #SusoOut ... "Jesús Suso è molto forte e tecnicamente è uno dei giocatori migliori della rosa. Il problema nasce dal fatto che questo ruolo invertito rispetto al piede lo rende prevedibile. Tra l'altro è un attaccante esterno e quando non difende al novantaquattresimo è perché non ce l'ha nella sua natura. Un attaccante non si aspetta un tiro da quaranta metri e non viene automatico di andare a difendere. Chiaro che è in un periodo di confusione anche lui. Mi piacerebbe vederlo a sinistra una volta. Tutti i giocatori hanno bisogno di una pausa come è successo a Krzysztof Piatek che dopo la panchina è entrato e ha segnato. Suso, Hakan Calhanoglu e Franck Kessié in questi anni sono stati utilizzati anche con la febbre".
"Riavvolgiamo il nastro dei ricordi: come inizia la sua storia in rossonero? "Sono nato rossonero perché mio padre e mio fratello sono interisti (risata n.d.r.). In opposizione ho scelto il Milan e sono cresciuto con il Milan di Silvio Berlusconi vedendo giocatori come Ruud Gullit, Franco Baresi, Marco van Basten e Frank Rijkaard. A sedici anni mi presero Andriy Shevchenko e andai al 'Gallia' per il suo arrivo. Sono da sempre innamorato di questi colori e ho trasmesso questa passione a mio figlio. L'unico problema è che lui, a undici anni, ha visto il Milan vincere una sola volta a Doha con la Juventus con quel rigore di Mario Pasalic ...".
"Come andrà a finire questo campionato? "Da tifoso credo sempre alla Champions League. Mi prendono in giro, sarà impossibile ma io ci credo perché la corsa è ancora iniziata e tutti possono perdere punti. Noi abbiamo davanti una salita ma sognare è bello ed è gratis. Realisticamente mi accontenterei anche di un'Europa League". Oggi, intanto, è un giorno importante: si ricorda Marco Simoncelli, scomparso 8 anni fa: per il video celebrativo del Milan, continua a leggere >>>
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