NEWS MILAN - Sabato scorso, con una doppietta 'last minute' della meteora interista Gabriel Barbosa, il Flamengo di Jorge Jesús ha vinto, in rimonta, la prestigiosa Copa Libertadores contro il più quotato River Plate di Marcelo Gallardo. Particolarmente soddisfatto della vittoria del 'Mengão' uno dei grandi ex calciatori della 'Nação rubonegra', quel Lucas Paqueta che, nella sua esperienza italiana, sta trovando più di qualche difficoltà.
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Paqueta, così non va: e se avesse avuto ragione Giampaolo?
Lucas Paqueta, partita dopo partita, continua ad alternare cose pregevoli a finezze senza senso e senza costrutto. E la sua esplosione tarda ad arrivare ...
Acquistato quasi un anno fa per 38,4 milioni di euro dal club di Rio de Janeiro per rappresentare un fattore, Paqueta, fin qui, al Milan non ha mai inciso: in 28 presenze ufficiali finora totalizzate con la maglia della prima squadra di Milano, infatti, il numero 39 ha realizzato la miseria di una rete (10 febbraio 2019, Milan-Cagliari 3-0) e fornito soltanto 4 assist, di cui uno solo in questa stagione, per il gol di Theo Hernández in Genoa-Milan 1-2 del 5 ottobre scorso.
Il talento di Paqueta è fuori discussione, il fatto che, invece, sia un calciatore destinato a fare faville nel calcio europeo comincia ad esserlo: arrivato al Milan con l'etichetta di potenziale fenomeno, partita dopo partita Paqueta sta corroborando sempre di più la teoria di chi lo vede esclusivamente come un buon calciatore, con colpi di genio ad intermittenza, ma inadatto ad imporsi ad alti livelli nel calcio europeo. Compirà 22 anni soltanto il 27 agosto, quindi il tempo è dalla sua parte. Ma il centrocampista brasiliano deve iniziare a darsi una mossa.
Passano i mesi, infatti, e la classifica del Diavolo non migliora. È in questi momenti che, come logico, ci si attende di più dai calciatori di maggior qualità e Paqueta è sicuramente uno di questi. Nelle sue partite, però, alterna cose buone ad alcune finezze senza senso e senza costrutto. Inevitabilmente, tornano alla mente le parole che Marco Giampaolo, ex tecnico rossonero, aveva detto su di lui tra la fine di agosto e la metà di settembre, periodo in cui tendeva, contro Brescia, Verona e Inter, a fargli fare la spola tra campo (poco) e panchina (tanta).
"Paqueta ha talento e può diventare una grande mezzala - aveva detto, come si ricorderà, di lui Giampaolo -; deve essere disciplinato ed imparare, però, ad essere meno brasiliano e più concreto". Una dichiarazione, questa, presa quasi come un 'affronto personale' dal ragazzo, che, infatti, sui social, si era affrettato a scrivere "Orgoglioso di essere brasiliano" e che, per questo, ebbe un chiarimento a Milanello con l'allora tecnico rossonero.
Più passa il tempo, però, più i fatti sembrano dare ragione a Giampaolo. Pur avendo espresso il concetto, forse, in una maniera non propriamente consona, l'allenatore aveva fatto intendere come Paqueta, a distanza di molti mesi dal suo arrivo in Europa, non avesse ancora abbandonato il 'jogo bonito' tipico del calcio verdeoro per indossare l'elmetto e l'armatura, fondamentali se si vuole calcare i palcoscenici più prestigiosi nel Vecchio Continente senza pagare dazio. Non bisogna, mai, rinunciare al talento. Ma è opportuno saperlo incanalare sulla strada giusta.
Questa, al momento, sembra essere la maggior difficoltà di Paqueta: sebbene abbia detto di trovarsi molto più a suo agio con Stefano Pioli, per la libertà di espressione che il nuovo tecnico gli concede, il centrocampista sudamericano, anche in Milan-Napoli, ci ha messo volontà, salvo poi perdersi sul più bello, quando la manovra rossonera richiede maggiore concretezza, affidabilità e velocità di esecuzione. Così non va, e bisognerà rimediare al più presto: il popolo milanista chiede molto meno fumo e molto più arrosto ad uno dei suoi calciatori prediletti. Altrimenti il feeling può anche sciogliersi come neve al sole ...
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