Paolo Scaroni, da Eni alla presidenza del Milan: carriera e patrimonio

Paolo Scaroni

  • Nazionalità:italiana
  • Data di nascita:28 novembre 1946
  • Anni di presidenza:8

PROFILO

Tutto su Paolo Scaroni, oggi presidente del Milan dal 2018: il nuovo stadio a Milano, Berlusconi, l'ENI, Elliott e i tanti incarichi: carriera, stipendio, patrimonio, dichiarazioni. In questa scheda le ultime news sull'attuale numero uno di AC Milan e Enel (dal 2023).

Chi è l'attuale presidente del Milan: la carriera di Scaroni

Si laurea in Economia e Commercio all'Università Bocconi nel 1969, del cui International Advisory Council è tuttora membro, inoltre consegue un master in Business Administration presso la Columbia University di New York nel 1973. E' sposato con Francesca Zanconato e ha tre figli: Clementina (1974), Bruno (1977) e Alvise (1986).

Comincia la sua attività professionale nella società di consulenza aziendale McKinsey. Nel 1973 lavora per il gruppo Saint-Gobain di cui, nel 1978, diventa presidente della divisione vetro a Parigi. Dal 1985 al 1996 è poi vicepresidente e amministratore delegato della Techint. Dal 1997 al 1999 ha la sua prima esperienza alla guida di una squadra di calcio: è infatti presidente del Vicenza. Nel frattempo è diventato amministratore delegato di Pilkington, carica che ricopre dal 1996 al 2002

ENEL (2002-2005)

Nel 2022 lascia Pilkington per andare a ricoprire, sotto il secondo governo Berlusconi, il ruolo di amministratore delegato di Enel. Qui lavora per una maggiore focalizzazione della società sul core business energetico, cedendo asset non strategici come l'operatore telefonico Wind. Nel 2004, Enel viene inclusa per la prima volta nel Dow Jones Sustainability Index, indice borsistico che valuta le performance finanziarie delle compagnie mondiali in base a principi di eccellenza economico-finanziaria e di sostenibilità ambientale.

ENI (2005-2014)

Nel 2005 passa all'Eni, sempre come amministratore delegato: sotto di lui Eni raggiunge fatturato e profitti da record, passando da un patrimonio netto di 39 miliardi di euro a 61 e distribuendo 36 miliardi di dividendi, di cui 12 miliardi al Ministero del Tesoro.

Incarichi attuali e passati

Ruoli dirigenziali attuali

Presidente A.C. Milan

Deputy Chairman di Rothschild & Co.

Presidente di Giuliani Group srl

Presidente di Sicura SpA

Consigliere della Lega di Serie A

Consigliere di Amministrazione di Humanitas

Presidente del consiglio di amministrazione di Enel

Senior Advisor di RedBird Capital Partners

Ruoli dirigenziali passati

Vice Chairman del London Stock Exchange

Membro del Board of Overseers della Columbia Business School

Membro dell’International Advisory Council dell’Università Bocconi

Consigliere di Amministrazione di:

  • Assicurazioni Generali
  • Veolia Environment
  • Bae Systems
  • ABN AMRO
  • Alstom SA
  • Il Sole 24 Ore
  • Valentino Fashion Group
  • L'APPRODO AL MILAN E I CONTRASTI CON L'EX A.D. FASSONE

    Scaroni e il Milan (2017-attuale)

    Presidente del Vicenza dal 1997 al 1999, Scaroni entra nel Milan il 14 aprile 2017 come membro del consiglio di amministrazione rossonero dopo la cessione del club da Fininvest all'imprenditore cinese Li Yonghong. Il 21 luglio 2018 viene nominato presidente dei rossoneri dopo il passaggio di proprietà dall'inadempiente Li Yonghong al fondo d'investimento americano Elliott Management Corporation. È anche amministratore delegato ad interim del Milan fino al 5 dicembre 2018, quando viene nominato Ivan Gazidis. Il 18 Febbraio 2019 il Vicenza fa sapere che Scaroni diventa socio della società.

    Nel 2021-22 il Milan vince lo Scudetto, il primo trofeo da presidente per Scaroni, che il 14 settembre 2022 - in seguito al passaggio di proprietà da Elliott a RedBird Capital - viene riconfermato nella sua carica da presidente rossonero.

     

    NUOVO STADIO MILAN: San Siro o San Donato?

    Con Elliott prima e Redbird poi, il grande obiettivo del Milan è sempre rimasto la costruzione di un nuovo stadio, polifunzionale, in grado di vivere H24, tutti i giorni dell'anno, e capitalizzare al meglio la passione dei tifosi. In questo senso, il vecchio Meazza è stato ritenuto tanto dal Milan, quanto dall'Inter, un impianto ormai obsoleto e la sua possibile ristrutturazione scartata per vari motivi, primo fra tutti per l'impossibilità di portare avanti i lavori in tempi celeri con entrambe le squadre impegnate a giocarci almeno una volta a settimana.

    Da qui la prima proposta di Milan e Inter al Comune di Milano: quella di acquistare l'area dell'attuale impianto, abbattere il Meazza e ricostruire sempre in zona San Siro un nuovo stadio. Questo progetto condiviso è stato però osteggiato a lungo dalla Giunta comunale e poi fatto naufragare, anche per via dell'imminente introduzione di un vincolo posto dalla Soprintendenza sul secondo anello del Meazza, che - di fatto - ne avrebbe impedito l'abbattimento.

    Il Milan, però, non si è arreso e ha provato a cercare in solitaria altre idonee alla costruzione di un nuovo impianto a Milano: dallo Scalo Farini al Parco de La Maura. Ma anche in questo caso la politica si è mostrata poco collaborativa e a vincere è stato ancora una volta il partito del 'No a tutto'.

    A questo punto, il club rossonero ha provato a spostarsi fuori Milano, valutando le ipotesi Sesto San Giovanni e San Donato. A prevalere è stata l'area San Francesco a San Donato, dove il Milan ha mosso passi concreti, acquistando l'area, bonificandola e firmando un Accordo di Programma con varie parti interessate allo sviluppo della zona, anche da un punto di vista infrastrutturale.

    Nel frattempo, però, l'insistenza del sindaco di Milano, Giuseppe Sala (e il cambiamento delle condizioni politiche ed economiche del progetto) ha portato Milan e Inter a riconsiderare l'area di San Siro per uno Stadio nuovamente condiviso. Come nel gioco dell'oca, si è tornati quindi al progetto inziale, che prevedeva l'acquisto dell'area dell'attuale Meazza e la costruzione di un nuovo stadio adiacente a quello attuale, in attesa che San Siro venga 'ri-funzionalizzato' e ripensato nella sua struttura.

    Ad oggi il Milan, pur più focalizzato su questo nuovo stadio condiviso a Milano, ha lasciato aperta la porta al progetto San Donato.

     

     

    IPSE DIXIT: DICHIARAZIONI DI SCARONI

    "La Juventus è un modello, certo. Ma lo dico anche se Agnelli non condividerà: vincere sette scudetti di fila è un bellissimo record, ma ormai i titoli nazionali perdono peso in favore delle competizioni europee. In Cina o in Brasile guardano le coppe più che i campionati. Per questo preferisco un Milan qualificato tre volte in Champions piuttosto che vincere uno scudetto”. (Scaroni sull’importanza economica di una qualificazione in Champions League)

     

    SCARONI: "LA CHAMPIONS COME UNO SCUDETTO"

     

    “Nel calcio ci sono due montagne da scalare contemporaneamente, quella sportiva e quella economica: sono intrecciate e tenute insieme dal Fair play. Il ragionamento è complessivo e deve portare a cambiare le logiche di espansione del nostro campionato. Dobbiamo guardare all’Oriente e in America, perché per riportare qui i grandi campioni tutto passa dall’audience mondiale. Il Milan potrebbe essere avvantaggiato: è il club italiano con il maggior numero di tifosi sparsi nel pianeta. Non vogliamo restino vecchi signori che ricordano vecchie glorie, vogliamo tornare a livelli economici e sportivi eccellenti”. (Scaroni sui futuri obiettivi del Milan, posti dal fondo Elliot)

     

    “Sul fatto che nel periodo tra il 2014 e il 2017 la società abbia violato i vincoli del Financial Fair play entrambe le parti concordano. Va solo stabilita una sanzione proporzionata alla colpa, come ha chiesto il Tas di Losanna. L’analisi del bilancio futuro è uno step successivo". (Intervista alla Gazzetta dello Sport)

    (di Massimiliano Valle)

    Matteo Ronchetti
    Matteo Ronchetti Direttore responsabile 

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