

Silvio Berlusconi
- Nazionalità:italiana
- Data di nascita:29 settembre 1936
- Anni di presidenza:31
PROFILO
Silvio Berlusconi (Milano, 29 settembre 1936 - 12 giugno 2023) è stato quasi tutto: imprenditore, politico, ex presidente del Consiglio dei Ministri, presidente di A.C. Milan e Monza. In questa scheda profilo vogliamo parlare solo della sua straordinaria esperienza nel calcio. Proprietario del Milan dal 1986 al 2017, in 31 anni ha vinto e rivinto tutto, collezionando in totale 29 trofei e diventando uno dei presidenti più vincenti di sempre. Ecco la sua carriera sportiva:
Berlusconi e l' A.C. Milan (1986-2017)
Silvio Berlusconi è stato uno dei presidenti più influenti e longevi nella storia del calcio italiano e internazionale, mantenendo la proprietà del Milan dal 1986 al 2017 attraverso Fininvest, la società di telecomunicazioni da lui fondata. Il 20 Febbraio 1986Berlusconi acquisì la società rossonera in una fase critica, salvandola dal fallimento e portando una ventata di novità, tanto sul piano economico che sportivo. L'era di Berlusconi al Milan è caratterizzata anche da continui investimenti e innovazioni nelle infrastrutture del club, tra cui il rinnovamento dello stadio San Siro, che è diventato uno degli impianti più iconici d'Europa. Al Milan Berlusconi vince e rivince tutto fino al 13 aprile 2017 quando annuncia la vendita del Milan al cinese Yonghong Li.
Palmares Berlusconi: quanto ha vinto con il Milan
Durante la sua era, il club ha vissuto uno dei periodi più vincenti e prestigiosi della sua storia. Questi i 29 trofei conquistati da Berlusconi al Milan in 31 anni di presidenza:
Il motto di Berlusconi
Due le frasi iconiche rimaste scolpite nella storia del calcio e dell'AC Milan:
Chi ci crede combatte, che ci crede supera tutti gli ostacoli, chi ci crede vince
L'altro mantra è più specificatamente legato al Milan e ai suoi obiettivi. Berlusconi in rossonero alza tutti gli standard possibili: vincere, non basta più, conta il modo, lo stile, la qualità del gioco, il rispetto dell'avversario e la capacità di divertire e dare spettacolo. Ecco perchè, in aperta antitesi con il motto della Juventus 'vincere non è importante, è l'unica cosa che conta', il mantra di Berlusconi diventa:
Il mio motto è essere più forti della sfortuna, delle ingiustizie e dell’invidia
I grandi campioni di Berlusconi
Berlusconi ha portato nel club una serie di giocatori di fama mondiale come Marco van Basten, Franco Baresi, Paolo Maldini, Ricardo Kaká e Andriy Shevchenko, diventando il simbolo di una gestione che combinava grande visione sportiva e ingenti risorse finanziarie. Impossibile però citare tutti i campioni passati dal Milan: noi li abbiamo riuniti in questa hall of fame. Tanti, tantissimi anche i Palloni d'Oro passati da Milanello. Sei quelli che l'hanno vinto in rossonero: Rivera, Van Basten, Gullit, Weah, Shevchenko e Kakà. Tra questi, solo Rivera non ha militato sotto la presidenza Berlusconi.
Berlusconi, Galliani e Braida: il trio perfetto del Milan
L'era d'oro del Milan è gran parte merito di Silvio Berlusconi, della sua visione innovativa, dei suoi investimenti e della guida granitica. Ma il merito va condiviso con altri due straordinari dirigenti del calcio mondiale: Adriano Galliani e Ariedo Braida. Un trio perfetto che ha garantito al Milan progettualità e continuità, solidità, gestione e scouting perfetto. Se Galliani è stato il braccio destro di Berlusconi dagli anni 80 in poi, tanto al Milan quanto al Monza, ricoprendo sempre il ruolo di amministratore delegato e sublime gestore esecutivo del club in ogni sua minuzia quotidiana, Braida ha fatto un tratto di strada più breve, assumendo la carica di direttore generale del Milan dal 1986 al 2002 e nello stesso anno è diventato direttore sportivo, lasciando la carica il 31 dicembre 2013.
Le tre grandi ere Berlusconi: Sacchi, Capello, Ancelotti
Berlusconi ha costellato i suoi 31 di presidenza di trofei e successi, ma sono tre le grandi ere che hanno attraversato il tempo e incoronato il Milan come seconda squadra più vincente a livello europeo dopo il Real Madrid, con 7 Champions League totali. Questi periodi si intersecano con tre grandi allenatori rossoneri:
Sacchi e il Milan degli Immortali
La svolta arriva quasi subito, il 3 luglio 1987. Dopo una piccola parentesi con Liedholm, Berlusconi fa una scelta coraggiosa per la panchina del Milan, scegliendo un allenatore emergente di Serie B: Arrigo Sacchi. Quello che poi diventerà per tutti 'Il Profeta di Fusignano' passò dal Parma al Milan, rivoluzionando l'idea di calcio di rimessa italiano e impostando una squadra con un 4-4-2 aggressivo, veloce, fisico e letale, riprendendo il concetto di calcio totale della nazionale olandese di Rinus Michels e innovandolo, con pressing a tutto campo, difesa a zona e diagonali. Con questi concetti (e campioni sublimi) il Milan decolla e insieme, Berlusconi e Sacchi, festeggeranno uno scudetto, due Coppe dei Campioni, due Intercontinentali e altrettante Supercoppe europee. Nasce il Milan degli Immortali (1987-1991), incoronato unanimemente come una delle squadre più forti nella storia del calcio.
Capello e il Milan degli Invincibili
Con l'addio di Sacchi, diventato ct della Nazionale italiana, Berlusconi sorprende ancora scegliendo Fabio Capello, ex giocatore di successo con un modesto curriculum da allenatore nel settore giovanile rossonero e da dirigente della Polisportiva Mediolanum che riuniva squadre di hockey su ghiaccio, baseball, pallavolo e rugby. Frettolosamente etichettato come Yes Man di Berlusconi, Capello superò le iniziali riserve e diede nuovi stimoli a una squadra sfinita dai metodi straordinari ma un po' ossessivi e fanatici di Sacchi. Così, tra 1991 e il 1996, il Milan si aggiudica 4 scudetti, di cui tre consecutivi (1991-1992, 1992-1993, 1993-1994, 1995-1996), e una Champions League (1993-1994), disputando altre due finali della massima competizione continentale per club nel 1993 e nel 1995. Quel Milan stabilì inoltre numerosi primati, tra cui il maggior numero di risultati utili consecutivi in Serie A (58): da qui il Milan degli Invincibili.
Ancelotti e il Milan de I Meravigliosi
La terza era d'oro del Milan arriva con Carlo Ancelotti allenatore, tra il 2001 e il 2009. 'Carletto' lascia la Juventus schernito da cori irrispettosi e irriverenti ('Un maiale non può allenare', gli cantavano a Torino) e rifiorisce in rossonero, superando il dogmatico 4-4-2, arretrando Pirlo in regia e inventandosi il famoso modulo ad Albero di Natale, il 4-3-2-1. Una veste tattica che riesce a far coesistere magnificamente giocatori di assoluto talento e per la gran parte offensivi, riuscendo a schierare contemporaneamente addirittura 4 numeri 10: Pirlo, Seedorf, Rui Costa e Kaká. Berlusconi può così festeggiare il Milan dei Meravigliosi, capaci di vincere - tra le altre cose - uno scudetto e due Champions League.
Berlusconi e il Monza (2018-2023)
Dopo l'esperienza al Milan, Berlusconi è tornato nel calcio nel 2018, acquistando l'AC Monza, un club che militava in Serie C, con l'obiettivo di riportarlo ai massimi livelli del calcio italiano. Grazie alla sua esperienza e alle sue risorse, il Monza è riuscito in breve tempo a scalare le categorie, ottenendo la promozione in Serie A nel 2021, per la prima volta nella sua storia.
Il suo approccio al Monza ha seguito una strategia simile a quella adottata con il Milan: investimenti mirati, nucleo italiano e l’ingaggio di giocatori di qualità. Sebbene il Monza non abbia raggiunto i livelli di gloria internazionale del Milan, la gestione Berlusconi ha avuto un impatto importante sul calcio italiano, portando una squadra di provincia alla ribalta nazionale.
Berlusconi ha dichiarato che il suo obiettivo con il Monza era quello di creare una squadra competitiva che potesse essere un modello di crescita per altri club italiani. Nonostante l'assenza di trofei nazionali di alto livello, l'acquisizione del Monza ha rappresentato per Berlusconi un altro capitolo significativo nella sua carriera sportiva e sempre in coppia con il fidato Adriano Galliani, AD del club e brianzolo doc. Alla sua morte, il 23 giugno 2023, il club è rimasto nelle mani di Fininvest e dei suoi figli.
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