Molte seconde squadre, tra cui quelle di Milan e Juventus, si allenano su campi malconci, tipici della Serie D ed Eccellenza. Senza strutture adeguate, è difficile pensare di formare atleti pronti per il professionismo. Le ambizioni di crescita devono essere accompagnate da investimenti in infrastrutture, altrimenti il rischio è di fare un passo più lungo della gamba.
Bruciare i talenti
—Il vero problema è che il sistema attuale non valorizza i giovani, ma li brucia. Ogni anno, su circa 100 giovani talenti, solo pochi riescono a emergere. Questo porta a una domanda: quante carriere si perdono a causa di un approccio inadeguato? Le seconde squadre, invece di fungere da trampolino, rischiano di diventare un vicolo cieco.
La Serie C dovrebbe essere un campionato dove le piccole squadre possono sognare. La presenza di colossi come Milan e Juventus sottrae opportunità a club come il Nardò o Siracusa, che lottano per tornare tra i professionisti. Con una sola squadra promossa per girone, le prospettive sono scoraggianti per chi cerca di emergere.
La Juventus, pioniera nel progetto delle seconde squadre, ha dimostrato una gestione disastrosa. La recente esperienza a Trapani, con calciatori costretti a dormire in aeroporto, è inaccettabile per un club di tale prestigio. Questi errori di gestione sono un chiaro segnale di disorganizzazione, che potrebbe portare la squadra a retrocedere.
Il caso del Milan
—Il Milan ha avviato il proprio progetto in fretta, con una gestione poco chiara. L’assegnazione di un allenatore inesperto come Daniele Bonera, per Criscitiello di 'SI', ha avuto conseguenze negative, sia in termini di risultati che di sviluppo dei giovani. La squadra è lontana dalla zona alta della classifica, e la mancanza di una strategia solida mette in discussione il futuro di talenti come Francesco Camarda.
La necessità di cambiamenti
—È chiaro che il sistema delle seconde squadre, così come è strutturato, non funziona. La FIGC dovrebbe rivedere il modello, ha chiosato Criscitiello. Le grandi squadre dovrebbero tornare a prestare i giovani a club minori, creando un circolo virtuoso di crescita per tutti.
In conclusione, il calcio italiano ha bisogno di un profondo ripensamento. È fondamentale garantire che i giovani talenti possano svilupparsi in un ambiente adeguato, piuttosto che essere messi a rischio da un sistema che non funziona. È tempo di fermare le inefficienze e costruire un futuro migliore per il nostro calcio. LEGGI ANCHE: Il Milan ai Milanisti: Gabbia è il capitano di cui ha bisogno questa squadra >>>
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