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Kingsley Boateng: “La forza di Gattuso è la mentalità”

Kingsley Boateng, qui nel 2011 con la maglia del Milan (credits: GETTY Images)

L'esterno offensivo classe '94 Kingsley Boateng, cresciuto nelle giovanili del Milan, ricorda la sua esperienza nel capoluogo lombardo ed elogia Gattuso

Giovanni Calenda

Fresco vincitore di campionato e coppa nazionale, precisamente in Slovenia, con la maglia dell'Olimpjia Ljubijana. Parliamo di Kingsley Boateng, esterno offensivo classe '94 cresciuto nelle giovanili del Milan. Il giovane di origini ghanesi, ma con passaporto italiano, racconta come ha vissuto la sua carriera in Italia, tra Catania, Bari e Milan, dove ha conosciuto anche il suo omonimo - non parente - Kevin Prince. Inoltre per lui è arrivata anche la convocazione con l'Italia Under 21, dove ha collezionato 5 presenze. Ecco l'intervista integrale riportata dal portale 'EuropaCalcio.it'.

 

Boateng, come si può descrivere questo importante risultato con l’Olimpjia?

"È stata una grande emozione. Avevamo iniziato l’anno con questi obiettivi e li abbiamo conquistati entrambi. Siamo molto felici".

Il segreto della squadra?

"Nessun segreto, abbiamo lavorato duramente e ragionato di partita in partita, affrontando ogni gara come una finale e restando sempre concentrati. Ci sono stati dei momenti difficili e nel finale abbiamo perso qualche punto, ma ce l’abbiamo fatta".

Personalmente invece com’è andata la stagione?

"Alti e bassi perché sono stato fermo a lungo per un infortunio, ma quando sono sceso in campo ho dato il mio contributo. Ora mi godo il momento".

Lei è all’Olimpjia Ljubijana da un anno e mezzo. Perché ha scelto proprio questo club?

"Mi trovavo al Bari ma era arrivato il momento in cui non mi trovavo più bene con la società, e in più giocavo anche poco. Mi aveva chiamato l’Olimpjia e così ho valutato tale possibilità con il mio procuratore e la mia famiglia. Ero attratto da questa ipotesi perché qui ci sono squadre come il Maribor che ogni anno si gioca l’accesso alla fase a gironi Champions League, cosa che adesso potrò provare a fare anche io, visto che quest’estate anche noi giocheremo i preliminari".

Trova delle analogie con l’altro periodo estero al NAC Breda?

"Ce ne sono abbastanza perché sono esperienze che ti formano sia come calciatore che come uomo. Il confrontarmi con un’altra tipologia di calcio mi aiuta a crescere. E sono campionati diversi dal campionato italiano, dove si predilige la tattica al bel gioco".

A proposito di campionato italiano, un parere sull’ultima Serie A?

"La Juve è ancora superiore alle altre, è più squadra perché ha giocatori che possono decidere le partite da un momento all’altro. Ho apprezzato molto il Napoli per il gioco, ma gli manca ancora quel qualcosa in più a livello mentale, che ora può trovare con Ancelotti. In ogni caso serve il ritorno di Inter e Milan".

Restando in tema Juventus, ai tempi del Milan lei è stato allenato da Allegri. Può rivelare una sua peculiarità?

"Sa preparare le partite in ogni minimo dettaglio, sia con la prima che con l’ultima in classifica. Per lui ogni match va giocato come una finale, sa entrare benissimo nella testa di noi giocatori".

Qualche giorno fa il tecnico livornese è stato accostato al Real, lo vedrebbe in quel contesto?

"Ha dimostrato che può fare questo salto di qualità, arrivare a giocare due finali di Champions in quattro anni non è casuale. Anche al Real potrebbe benissimo fare lo stesso e vincere quella coppa. Credo che possa essere pronto per un club di quel calibro".

Sempre in quegli anni, uno dei suoi compagni di squadra era Gattuso. Cosa pensa del Milan attuale?

"Mi è piaciuto il cambio di mentalità che la squadra ha avuto da gennaio in poi. E dico anche che è bello vedere tanti giovani giocare titolari. Ma per competere con la Juve servono quei due-tre innesti di livello europeo".

Mentre lei ha un ricordo particolare di quando era in quel club?

"Ho bellissimi ricordi. Il Milan è stato casa mia per cinque anni, e prima ancora che come giocatore mi ha formato come uomo. Lo seguirò sempre e lo porterò sempre nel cuore".

Per concludere le chiedo questo: i tifosi rossoneri sono piuttosto divisi su Donnarumma, c’è chi lo sostiene ancora e chi lo fischia. Si è fatto un’idea su questa spinosa questione?

"Conosco di persona Donnarumma perché ci ho giocato assieme in Under 21. Con tutto quello che è successo, posso anche capire i fischi di alcuni tifosi. Ma Gigio è un bravissimo ragazzo e un bravissimo portiere. Ha le qualità tecniche per sopportare questa pressione, e sono certo che si riscatterà e farà ricredere tanti. Gli auguro solo il meglio".

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