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AMARCORD – Kakà e quel missile all’Empoli

Ricardo Kakà nel 2003/04, la prima stagione con la maglia del Milan (credits: GETTY images)

Empoli - Milan è sempre più vicina e per l'occasione Amarcord di oggi ci riporta al lontano 2003/04, per una delle prime magie in rossonero di Kakà

Redazione

La prima volta a Milano s'era presentato con un impeccabile look da collegiale inglese: giacca, occhiali da intellettuale senza montatura e capelli con fila al centro. Peccato solo per il nome Kaka che storpiava un po' ed era troppo vulnerabile a giochi di parole e battute da caserma. All'esordio nel derby andò meglio: un gol e vittoria per 3-1 contro i nerazzurri. C'è poco da discutere: se la tua prima rete in rossonero la segni all'Inter sei un predestinato. E qualcuno in squadra deve cederti il posto, anche se si chiama Rui Costa. In poco tempo quel ragazzino venuto dal distretto di Gama conquista tutti e si prende il Milan sulle spalle. Figlio di buona famiglia, adolescenza agiata a differenza di tanti suoi coetanei, ma soprattutto piedi raffinatissimi made in Brazil, fisico e stile di gioco europeo. In una sola parola: completo. Non a caso 4 anni lui e il Milan saranno sul tetto del mondo con pallone d'oro e Champions League in bacheca. Eppure, il migliore Kaka visto e ammirato in Italia risale alla stagione del suo debutto nel nostro campionato. Può sembrare un'eresia, ma col passare degli anni gli avversari prenderanno le contromisure e lo limiteranno. Non sempre, ma risulterà nel complesso meno devastante rispetto al 2003-2004. All'epoca anche in una partita complicatissima, sapevi che Riccardino avrebbe estratto il coniglio del cilindro. Una magia, una gemma, un gol. Proprio come a Empoli il 6 dicembre 2003.

Manca una settimana alla finale di Coppa Intercontinentale (madre del Mondiale per Club), ma i rossoneri, primi in classifica, sono attesi da un delicato confronto al Castellani. L'Empoli non è più quello dello scorso anno, la provincia è meno felice e Di Natale segna con il contagocce. Il rischio è quello di sottovalutare l'impegno. Galliani lancia l'allarme:”Attenzione, questa è la prima delle due finali”. Ma l'avvertimento non basta. Il Milan soffre in campo. Kaka in panchina. La squadra di Ancelotti ha la testa già in Giappone a Yokohama per la sfida con il Boca. Pirlo boccheggia, Sheva spreca una ghiotta occasione e Seedorf sembra in una di quelle giornate in cui ha le ciabatte al posto delle scarpette. Niente da fare, la partita non si sblocca. Anzi, è l'Empoli a sfiorare più volte il vantaggio. A un quarto d'ora dalla fine Ancelotti gioca la carta Kaka. E' il suo asso nella manica. Al brasiliano basta pochissimo per cambiare il match: riceve palla da Seedorf sulla sinistra, avanza qualche metro, si accentra e scarica un missile terra-aria. Pallone in fondo al sacco. Kaka ha segnato da casa sua, da più di 30 metri. Per la precisione, da 30 metri e qualche cosa, direbbe il buon Noaro. Bucci, non ci crede.

Cos'era? Un meteorite? Uno scud? E' scoppiata la guerra? Macchè. Semplicemente il Milan è passato in vantaggio, con uno dei gol di più belli di sempre del futuro pallone d'oro. Il risultato non cambierà più. L'Empoli, frastornato dal colpo, non riuscirà a reagire. Il Milan si aggiudicherà i 3 punti. Ma non la finale di Yokohama. Quella è un'altra storia. Mariano Messinese

Twitter:@MarianoWeltgeis

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