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“Il Milan è finito in serie B due volte. la prima pagando, l'altra gratis.” Cos' l'avv. Prisco commentò la clamorosa retrocessione dei rossoneri nel campionato 81-82. Ironico , pungente, senza peli sulla lingua. L'avvocato Prisco non mandava certo a dirle. Anzi, spietato, irrideva i cugini in crisi nera. Gli anni 80 si sono infatti aperti nel peggiore dei modi per il vecchio Diavolo: scandalo calcioscommesse, radiazione per Colombo e Milan spedito nell'inferno della cadetteria per la prima volta nella sua storia. Una ferita che brucia ancora. Una macchia che il Milan lava calandosi con umiltà in un campionato che non gli appartiene. Anche perchè la squadra era composta da 8 elementi che avevano festeggiato il Tricolore appena due anni prima. Tuttavia i rossoneri tirano fuori l'orgoglio e conquistano la promozione, nonostante qualche sgambetto di troppo, come i tre sganassoni rimediati a Taranto. L'incubo è finito? Nemmeno per sogno. La stagione del ritorno in A è una tragedia. I numeri certificano il disastro: il centravanti “Dustin” Antonelli segna col contagocce, Baresi è ai box per malattia, cambiano allenatori e presidente (Galbiati per Radice, Giussy Farina per Morazzani). Altro che sogni europei, il Milan lotta per non retrocedere. Stavolta sul campo.
La squadra reagisce solo nell'ultimo mese: 10 punti in 5 partite. Ma non bastano. Alla vigilia dell'ultima gara i rossoneri sono con l'acqua alla gola: terzultimi a -1 dal Genoa. Un punto sotto la sottile linea rossa che separa i miracolati dai condannati. Il Milan deve vincere al Manuzzi contro il Cesena già salvo e sperare che i rossoblu perdano al San Paolo al Napoli. Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo l'orgoglio romagnolo. Dopo un'ora di gioco i padroni di casa sono avanti 2-0. Il destino sembra già scritto mentre scorrono i titoli di coda. E invece ancora una volta la squadra di Galbiati tira fuori gli attributi sull'orlo del baratro. In 5' Jordan e Romano ristabiliscono la parità. E' il 72'. Mancano 18' minuti. Un'eternità nel calcio. Tocca ad Antonelli riscattare una stagione fallimentare segnando a 9' dalla fine il gol della salvezza. Anche perchè il Genoa è sotto 2-1. Al Manuzzi la gara finisce in anticipo. Tutti i tifosi del Milan sono con l'orecchio incollato alle radioline e pregano. Aspettano buone notizie. La tensione è palpabile. I battiti cardiaci sono accelerati. Sudore e unghia mangiate ovunque. Ma il pathos viene rotto dai transistors che informano del pareggio del Genoa con Faccenda, favorito da una papera di Castellini. Ora è davvero finita. Le preghiere cedono il posto alle bestemmie. Il Grifone è salvo, il Diavolo è di nuovo in B. “Maledetti anni 80 e chi vi ha inventato”, sospira in gradinata un tifoso deluso. Non sa e non può saperlo: dopo tante sofferenze quel decennio aprirà le porte a Berlusconi e al Milan degli invincibili. Lo diceva anche De Andrè: dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono fiori. Tulipani, per la precisione.
Mariano Messinese
@MarianoWeltgeis
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