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Gianni Rivera: gli 80 anni del Golden Boy, vera icona del Milanismo

FUERTH, GERMANY - OCTOBER 07: Gianni Rivera of Azzurri Legends looks on during the friendly match between DFB-All-Stars and Azzurri Legends at Sportpark Ronhof Thomas Sommer on October 7, 2019 in Fuerth, Germany. (Photo by Emilio Andreoli/Getty Images)
Oggi Gianni Rivera compie 80 anni. Abbiamo ripercorso la storia del Golden Boy, icona del Milan passato e presente. Fu il primo italiano a vincere il Pallone d'Oro
Redazione

Adesso come allora, Gianni Rivera avanza nella vita come se avesse ancora il pallone fra i piedi. A testa alta, con lo sguardo puntato sempre in avanti. "80 anni non sono niente al giorno d'oggi. Si possono fare ancora tante cose, come allenare", ha spiegato in una recente intervista. E allora ... lunga vita al Golden Boy italiano, icona milanista, numero 10 per antonomasia e primo Pallone d'Oro italiano della Storia del Calcio.

Ma visto che la memoria è corta e i più giovani non l'hanno mai visto giocare è giusto (o forse doveroso) fare un ripasso di storia. Rivera è stato uno dei più grandi calciatori italiani di sempre. La sua classe sopraffina, la sua autorevolezza in campo, la assoluta delicatezza e morbidezza nel tocco di palla, la visione di gioco a 360 gradi semplicemente perfetta, lo hanno reso probabilmente il più grande interprete italiano nel ruolo di regista che il calcio nostrano possa ricordare.


Giovanni Rivera – detto Gianni - nasce in provincia di Alessandria il 18 agosto 1943. Giocatore talentuoso, dotato di un'innata e finissima classe, oltre che di un sublime senso del gioco, il “Golden Boy” (come era stato definito dalla stampa inglese) fa il suo esordio assoluto in serie A nel giugno del 1959, neanche sedicenne, con la maglia grigia dell'Alessandria, in una gara disputata contro l'Internazionale e terminata con il punteggio di 1-1.

Quanto costò Rivera al Milan

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E così, dopo circa un anno di militanza tra le fila della squadra piemontese, Rivera viene notato dagli osservatori del Milan. I quali, nel campionato 1959-60, si assicurano le sue strabilianti prestazioni alla cifra record - per quell'epoca - di cinque milioni di lire. Dapprima in comproprietà con la società piemontese, per poi riscattarlo nella stagione successiva, versando poi un conguaglio di ben sessanta milioni di lire. Diventò quindi uno dei trasferimenti più costosi in quel periodo.

L'esordio con il Milan

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Per un curioso scherzo del destino, Rivera fa il suo esordio in gare ufficiali con il Milan, proprio contro l'Alessandria, in un match di Coppa Italia disputato nel settembre del 1960 e terminato con il punteggio di 3-5 per il Diavolo; invece l'esordio in campionato lo vede protagonista, pochi giorni dopo, in una partita giocata a San Siro contro il Catania, vinta dal Milan per 3-0.

All'ombra della Madonnina, Gianni ha la grossa opportunità di affinare ulteriormente il suo immenso stile, giocando al fianco di campioni assoluti del calibro di Liedholm, Sani e Altafini. La fragilità fisica che taluni gli rimproveravano, non gli ha impedito tuttavia di avere una

carriera longeva e vincente, sempre ad altissimi livelli. Del resto, questo maestoso campione, con il pallone tra i piedi, ha sempre deliziato le platee con numeri di altissimo livello.

Palmares Rivera al Milan

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Con la maglia a strisce rossonere, nella sua ventennale carriera giocata quasi esclusivamente nel Milan, Rivera ha vinto tutto ciò cui può ambire un giocatore di calcio. 3 Scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 1 Coppa Intercontinentale, 2 Coppe delle Coppe, 4 Coppe Italia e 1 Pallone d'Oro (quale miglior giocatore europeo, primo calciatore italiano ad aggiudicarselo), oltre ad un titolo di capocannoniere nella serie A italiana.

Quante partite ha giocato Rivera con il Milan

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Quando lasciò il calcio, nel 1979 a quasi 36 anni, Rivera aveva giocato 527 partite nel campionato italiano. Di queste, 501 disputate con la maglia rossonera. Aveva segnato 123 gol e si era tolto la soddisfazione, nell'ultimo anno di attività, di guidare il suo Milan alla conquista del sospirato decimo scudetto, quello della "Stella", arrivata nella stagione 1978-79, dopo ben 19 stagioni disputate con la casacca del Diavolo.

L'europeo, i Mondiali e la Nazionale

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Anche con la maglia azzurra della Nazionale, dove esordisce nel maggio del 1962 (non ancora diciannovenne) in un incontro giocato contro il Belgio (terminato con il punteggio di 1-3 per l'Italia), Rivera è stato uno dei più assoluti protagonisti della storia, collezionando 60 presenze e realizzando 14 segnature in totale. Nel 1968 si laurea Campione d'Europa dopo la vittoria per 2-0, ottenuta nella finale di Roma contro la Jugoslavia. Ai campionati mondiali del 1970, svoltisi in Messico, Gianni arriva nuovamente in finale. Ma questa volta l'Italia soccombe per 4-1 sotto i colpi del grande Brasile di Pelé, fregiandosi comunque del titolo di vicecampione del mondo. Rimane tuttavia nella storia il suo formidabile gol della vittoria, siglato nella storica semifinale contro la Germania, vinta per 4-3 dagli azzurri.

Il numero 10 per eccellenza

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Stando alle numerose classifiche stilate da autorevoli giornalisti ed esperti nel corso degli anni successivi alla sua attività sportiva, Gianni Rivera è considerato uno dei centrocampisti più forti della storia del calcio. Questo perché ha incarnato come pochi il ruolo del “numero 10”, che nel calcio degli scorsi decenni apparteneva ai cosiddetti “direttori d'orchestra”, quelli che in campo dettavano i tempi e i ritmi del gioco, dirigendo la manovra in modo sapiente, come solo i più grandi registi sanno fare.

Rivera bandiera rossonera

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Da sempre bandiera rossonera, Rivera è stato - e continua ad essere tuttora – acclamato e benvoluto da tutti i tifosi milanisti. Anche da quelli più giovani che, non avendolo visto giocare, si sono appassionati alla sua classe infinita attraverso i racconti dei loro genitori. Oppure grazie ai filmati di archivio, che hanno potuto tramandare alle nuove generazioni le gesta eleganti e sopraffine di questo indiscusso fuoriclasse, facendone così un patrimonio inestimabile perpetuo del calcio italiano e mondiale.

Oggi il “Golden Boy” rossonero spegnerà ottanta candeline. Ma la sua classe, la grinta e l'entusiasmo di questo “enfant prodige” sono rimasti inalterati come un tempo, come gli immortali eroi mitologici, e proprio come loro, dimorerà per sempre nell'Olimpo del calcio.

Testi e consulenza storica a cura di Giovanni Labate

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