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"Il calcio è come un supermarket: le etichette non sempre dicono la verità. A volte dicono anche più bugie di Pinocchio. E soprattutto possono condannare la crescita di un giocatore. E' stato così per D'Alessandro e Aimar, considerati a più riprese gli eredi di Maradona, per Freddy Adu, il nuovo Pelè, e magari anche per quell'alcolizzato in fondo al bar di Provincia. Ora sta scolando due Tennent's , ma un tempo lo chiamavano “Rombo di Tuono” perchè assomigliava a Gigi Riva ed era il terrore di tutte le difese.
"Anche per M'baye Niang non è stato facile. Non era neanche maggiorenne e già lo paragonavano a Thierry Henry. Una bestemmia, soprattutto a quell'età. Ma Galliani decise lo stesso di portarlo a Milano nell'estate del 2012 per farlo crescere tra le confortevoli mura della Primavera rossonera. Tuttavia Bobo Vieri insegna che resistere al fascino e alle tentazioni della dolce vita meneghina è molto difficile. Milano è la “grande mela” italiana. Locali e donne non mancano. Il divertimento è “un must”, è la voce ammaliatrice delle sirene che chiamano in lontananza. Nessuno può dire di no. Nemmeno Ulisse. Figuriamoci un ragazzino di 17 anni. La bravata è dietro l'angolo. Proprio come la polizia municipale che lo ferma alla guida di un auto. Niang non si scompone. Sa di stare nel torto. Non ha la patente. Ma ha la sfrontatezza dei liceali colti con le mani nella marmellata:”Voi non sapete chi sono. Mi chiamo Traorè” (meteora rossonera, maggiorenne a differenza di Niang e Ruby). I vigili non ci cascano. Il giorno dopo M'baye smentirà: Non ho detto di essere Traorè”. Ma ormai il danno è fatto e qualcuno già sospira:”Altro che Henry. Questo sembra proprio Balotelli.Ma solo fuori dal campo”.
"A tutti è concesso di sbagliare. A tutti è concessa una seconda possibilità. A Niang capita al ritorno degli ottavi di finale contro il Barca al Camp Nou. Il Milan è sotto di un gol, ma all'andata ha vinto 2-0. I rossoneri si chiudono in difesa e alzano un fortino davanti ad Abbiati. Allegri in panchina soffre e invoca l'intervento divino. Le preghiere stanno per essere esaudite: Niang è lanciato in contropiede. Corre come la gazzella che ogni mattina sa di essere inseguita dal leone che ha le sembianze di Mascherano. E' solo davanti al portiere, calcia e colpisce il palo. Pazzesco. Lì si chiude la Champions del Milan, surclassato poi per 4-0. Ma se il francese avesse segnato...
"Dopo quell'errore Niang non si riprenderà più. L'anno successivo torna in prestito in Francia. Gioca nel Montpellier. Segna al debutto su rigore. Chiude la stagione con 4 reti realizzati in campionato. Ma è troppo poco. Il Montpellier non esercita il diritto di riscatto e lo rispedisce al mittente. Ad attenderlo c'è Inzaghi. E la panchina. I primi mesi sono da dimenticare. Colleziona appena 5 presenze senza segnare mai. A gennaio Preziosi, presidente del Genoa e amico per la pelle di Galliani, lo prende in prestito per sostituire Matri. I tifosi rossoblu insorgono. Non gradiscono. I fatti invece daranno ragione al presidente. Niang ingrana, segna e impara a giocare per la squadra. Il merito è anche di Gasperini, abile a plasmare talenti grezzi grazie alla sua esperienza nelle giovanili. La sintesi è una seconda parte di stagione eccellente: 14 presenze e 5 gol, uno contro il Milan o quel che resta della sua ex squadra.
"Il resto è storia recente. Anzi cronaca. L'infortunio estivo e il ritorno in campo meno di un mese fa, fino alla doppietta( più assist) contro la Samp. Ora Niang sembra davvero un altro giocatore rispetto a 3 anni fa. Ara la fascia, si sacrifica e inizia a vedere la porta con una certa continuità. Mihajlovic ha un'alternativa in più. Da crescere e svezzare. Senza tirar fuori le solite etichette...
"Mariano Messinese
"Twitter:@MarianoWeltgeis
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