Siamo a maggio, nel 2011. Al Milan manca un solo punto per avere la matematica certezza di vincere uno scudetto conteso con i rivali di sempre: l'Inter. La squadra allora allenata da Massimiliano Allegri era stata costruita per riportare il tricolore sulla sponda rossonera. Gli arrivi di Ibrahimovic, Robinho, Boateng e Cassano fecero da contorno ad una rosa che poteva vantare giocatori del calibro di Seedorf, Pirlo, Nesta, Thiago Silva e Pato. Assistemmo ad un campionato difficile, il Milan sembrò cadere nelle partite meno pericolose e l'Inter, dopo l'arrivo di Leonardo, apparve rinvigorita. Eppure, un derby vinto grazie alla doppietta di Pato e al goal di Cassano aprirono la strada rossonera verso lo scudetto tanto agognato.
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Quello contro la Roma era l'ultimo fatidico gradino verso la gioia. I rossoneri entrarono in campo e furono assediati dai giallorossi in cerca di punti per un posto in Champions League. Grande protagonista di quella gara fu Abbiati, autore di due parate dall'alto coefficiente di difficoltà. Ogni minuto che passava sembrava allentare la tensione iniziale. Pian piano il Milan capì di essere vicino al traguardo e sugli spalti si preparavano alla festa. Il fischio finale celebrò l'estasi rossonera. In campo entrarono tutti, le maglie con su scritto "Campioni d'Italia" inondarono il prato verde dell'Olimpico: per la 18esima volta nella sua storia il Milan conquistò il tricolore sul petto.
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