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Lodetti, una vita sempre di corsa: addio ‘Giuanin’, cuore rossonero

Una vita sempre di corsa, un tributo all'ex giocatore del Milan Giovanni 'Giuanin' Lodetti a cura di Giovanni Labate

Correva a perdifiato su e giù per il campo con inesauribile energia, anche per i suoi compagni, senza mai risparmiarsi. Sempre generoso ed instancabile con la palla al piede, fino all'ultimo minuto di gara, tanto da diventare un autentico “terzo polmone” per tutta la squadra. Un prezioso gregario dai piedi buoni, interpretando con assoluta maestria tattica il ruolo di centrocampista. Giovanni Lodetti nasce in provincia di Lodi il 10 agosto 1942. Veniva chiamato “basléta” per via del suo mento appuntito, ma anche “ceramica” perché – una volta smesso di essere calciatore professionista - amava confondersi, durante le partitelle, tra i ragazzini del Parco Trenno di Milano, facendosi chiamare appunto così (per via della scritta presente sulla sua maglietta da lavoro), da persona di grande umanità ed umiltà qual'era. Fino a quando un giorno, un signore di passaggio lo scovò e lo fece scoprire ai ragazzi nella sua vera identità.

Giuànn, come lo chiamavano affettuosamente amici e compagni di squadra, arriva al Milan nell'estate del 1961 (per la cifra di 100 mila lire). Bagna subito l'esordio con la vittoria del titolo nazionale nella stessa stagione, in una squadra imbottita di campioni come Mora, Rivera, Sani, Altafini, Cesare Maldini. Vi rimane fino al 1970, per un totale di nove stagioni. Nella sua strepitosa carriera con la maglia rossonera, Lodetti vince praticamente tutto: 2 scudetti, 1 Coppa Italia, 2 Coppe dei Campioni, 1 Coppa delle Coppe ed 1 Coppa Intercontinentale.

Complice un infortunio occorso a Dino Sani nel 1962, il Paròn Nereo Rocco un giorno gli si avvicina e gli dice: “Senti Lodetti, oggi abbiamo deciso di diventare matti, ti facciamo giocare. Poi arrangiati”. Da quel momento Giuànn non smetterà praticamente più di essere titolare inamovibile nel Milan ed inizia così la sua straordinaria ascesa da calciatore. Nell'estate del 1970, dopo aver collezionato 288 presenze e siglato 26 reti in gare ufficiali con la casacca del Diavolo, Giovanni Lodetti viene ceduto dal Milan alla Sampdoria in modo piuttosto inaspettato. Per essere sostituito da Romeo Benetti, rimanendo con la formazione ligure fino al 1974. Nell'estate dello stesso anno passa quindi al Foggia, retrocedendo in Serie B per la prima volta nella sua carriera.

Dopo aver ottenuto la promozione in Serie A e aver cominciato la stagione 1976-77, sempre con la squadra pugliese, nell'ottobre 1976 passa al Novara, di nuovo nel campionato cadetto. Terminando tuttavia la stagione con i piemontesi all'ultimo posto. Infine, al termine della stagione 1977-78 Lodetti si ritira dal calcio giocato, non senza qualche rimpianto. Anche con la maglia azzurra della Nazionale Giovanni Lodetti non è stato da meno. Collezionando appena 17 presenze totali, ma fregiandosi comunque del titolo di Campione d'Europa nel 1968, disputando con l'Italia la prima delle due finali di Roma contro la Jugoslavia.


Nel 1970, inizialmente convocato dall'allora CT Valcareggi per la spedizione mondiale in Messico, complice un infortunio capitato ad Anastasi, fu in un secondo momento escluso dalla lista dei convocati, per far posto ai due attaccanti Boninsegna e Prati. Lodetti non prese affatto bene quell'esclusione ritenuta assolutamente ingiusta. Da ricordare comunque la sua doppietta messa a segno in un'amichevole giocata dall'Italia contro il Galles nel 1965. Le uniche reti siglate da Lodetti con la maglia azzurra.

Una volta ritirato, Lodetti cercò invano di intraprendere la carriera di allenatore del settore giovanile del Milan. In seguito, si dedicò dapprima al lavoro nel settore della ceramica, quindi divenne un affermato ed apprezzato opinionista televisivo per alcune emittenti televisive lombarde. Partecipando per diversi anni a molte trasmissioni sportive. Dunque una vita sempre di corsa, da prezioso gregario, quella di Giuànn. Una corsa terminata pochi giorni fa, quando Lodetti si è spento all'età di 81 anni appena compiuti, dopo una lunga malattia. Ma i tifosi del Diavolo sono certi che Giuanin Ceramica continuerà a correre instancabilmente anche lassù, come ha sempre fatto.

Giovanni Labate


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