la storia

Le maglie del Milan – Stagione 1962/63: Rivera, Altafini e la Coppa Campioni

Maglia Milan 1962/63
Il Milan di Rocco dei primi anni ’60 si presenta in Europa con una maglia che richiama alle origini: linee più strette, colletto nero e lo scudetto appena vinto cucito sul petto. È la stagione della prima Coppa dei Campioni, della...

Redazione

Milano negli anni '60 è sempre più europea. Il boom economico rimbalza dai cocktail-party ai cantieri dei nuovi quartieri in costruzione, mentre la città passa da centro industriale a capitale del terziario. Lo sport è una piacevole distrazione ma, più del calcio, Milano in questo periodo è la capitale del ciclismo su pista. La coppia Bartali - Coppi occupa spesso le prime pagine dei giornali sportivi. Nel 1962 però, il capoluogo lombardo vuole affermarsi anche nell'Europa del pallone.

La stagione 1961/62 si chiude infatti con il Milan campione d'Italia. È il primo titolo conquistato dalla coppia Nereo Rocco e Gipo Viani con i rossoneri. Il primo è l'allenatore forse più in vista degli anni ’50, triestino DOC con un gran senso dell’ironia, ma soprattutto, con delle idee e un carisma che rivoluzioneranno il calcio nostrano. Il secondo è un-ex calciatore, ex-allenatore che dai primi anni ’60 veste la carica di direttore sportivo che ha scoperto, tra gli altri, “il bambino d’oro” Gianni Rivera.

Lo scudetto resta quindi ricamato sul petto per tutta la stagione 1962/63: la maglia vintage del Milan presenta delle righe molto strette, ispirata al disegno originario di Herbert Kilpin (fondatore del Milan Football and Cricket Club) e un colletto nero. Il materiale utilizzato è una lana attillata e bisognerà aspettare ancora 20 anni per veder comparire il primo sponsor ufficiale.

Il capitano Cesare Maldini e il bomber José Altafini sono i giocatori che la vestono più volte in campionato, mentre in tutta la stagione (campionato e coppe) è lo stesso brasiliano a registrare il maggior numero di presenze oltreché di gol. Trapattoni e Rivera hanno in mano le chiavi del centrocampo, uno detta legge in mediana, l’altro inventa.

In campionato i rossoneri inseguono Juve e Inter per tutta la stagione, chiudendo a -4 dai bianconeri e a -6 dai cugini nerazzurri, i quali conquistano lo Scudetto. Proprio in questa stagione, nel febbraio del 1963, si gioca il derby milanese che viene ricordato per due episodi. Il primo è il goal più veloce mai segnato in un derby: Mazzola batte Ghezzi dopo appena 13 secondi. Il secondo è un rigore fantasma: David entra duro sull’interista Zaglio, che cade in area ma l’arbitro fischia punizione dal limite. Si accendono degli scontri tra i giocatori delle due squadre e quando l’arbitro riwesce a calmare gli animi il pallone è posizionato sul dischetto del rigore: nessuno contesta e Suarez si incarica della battuta, palo.

Quasi come una maledizione su un rigore che non era stato fischiato inizialmente, più di 50 anni prima dell’invenzione del VAR. A fine stagione il Milan registra solo 2 sconfitte tra le mura amiche in campionato, ma San Siro è un fortino nelle serate europee: 1 goal subito in 4 partite, 21 goal segnati (una media di 5 goal a partita). Ben 8 dei 14 goal segnati dadi Altafini in Coppa dei Campioni vengono segnati in casa. I due goal piu importanti però, saranno segnati a Wembley con la maglia bianca da trasferta.

La maglia casalinga della stagione della prima Coppa dei Campioni, la consacrazione di Gianni Rivera e i gol di Altafini. Un pezzo immancabile nella collezione di ogni Rossonero.

Luca Rapetti

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