Maurizio Ganz, allenatore del Milan Femminile, ha parlato del suo percorso, del campionato e della rottura con l'ex capitano Valentina Giacinti. Queste le dichiarazioni ai microfoni del 'Corriere dello Sport'.
MILAN FEMMINILE
Milan Femminile, Ganz: “Giacinti? Ad ogni azione corrisponde una conseguenza”
Maurizio Ganz, allenatore del Milan Femminile, ha parlato del suo percorso, del campionato e della rottura con Valentina Giacinti.
Com’è stato il passaggio ad una squadra come il Milan femminile? “Per me è stata una sfida. Il Milan mi ha dato tanto, dire di sì era anche un modo per restituire qualcosa. Le donne hanno fatto tanta strada e migliorano sempre di più perché sanno di non poter sbagliare e quindi sono sempre motivate al massimo. Io sogno di regalare un trofeo al Milan, ma allo stesso tempo spero di far crescere tutto il movimento. Sono a totale disposizione di un calcio che mi è entrato dentro”.
Che cosa ti ha così colpito del calcio femminile? “Nel femminile c’è entusiasmo. La diversità con il calcio maschile non è tecnica, semmai è nel rapporto che si crea con le giocatrici. Devi imparare in fretta con chi hai a che fare ed essere diretto, non puoi mentire. Ho scoperto un mondo incredibile. Negli allenamenti le donne danno sempre il massimo. Amo il lavoro sul campo e loro mi vengono dietro, non si lamentano mai della fatica e vanno oltre la stanchezza. Le primedonne ci sono, ma se lavorano per il gruppo non è un problema”.
Ci racconti un po’ il tuo percorso da allenatore? “Ho iniziato ad allenare nel lontano 2007 perché me lo chiese mio figlio. Stare a lungo nei settori giovanili è stata una mia scelta, non avevo fretta di fare carriera. Mi ha fatto bene. La gavetta è molto importante. Lo dico anche alle mie guerriere”.
Come alleni le tue calciatrici? “Alleno le donne come allenavo gli uomini. Tecnica, tattica non cambia niente. A quelli che parlano di due sport diversi dico sempre che parlano senza sapere. Dovrebbero assistere a una settimana di lavoro. C’è meno forza? E’ un calcio più lento? Beh è fantastico, dico io. Il calcio è calcio, uno solo universale!”.
Com’è stato prendere il posto di un pilastro del movimento come Carolina Morace? “Morace ha fatto tanto per il calcio femminile, ma non mi ha imbarazzato prendere il suo posto. Sapevo di dover cominciare da zero. Per capire le donne mi sono allenato con le mie di casa, psicologicamente ero pronto. Quest’anno eravamo partiti per ripetere l’ottima stagione dell’anno scorso: ora puntiamo a piazzarci in Champions e siamo in semifinale di Coppa Italia. Mi brucia molto per la Supercoppa, soprattutto per averla persa negli ultimissimi istanti dei regolamentari. Il supplementare sarebbe stato il giusto epilogo, ma è stata comunque una grande partita. Abbiamo ribaltato tante gare quest’anno, dobbiamo crederci fino in fondo, con attenzione fino al fischio finale, come fa la Juventus”.
A proposito di Juventus, c’è un modo per interrompere questo dominio bianconero in Italia? “La Juve sta facendo il suo percorso. Noi, Inter, Sassuolo, Roma e Fiorentina dobbiamo continuare a crescere per essere sempre più competitivi. Dobbiamo andare tutti avanti e lo stiamo facendo. Questo è l’unico modo per ridimensionare la superiorità della Juventus. Qualificarsi alla Champions fa la differenza, così come l’impegno economico delle società: se hai queste due caratteristiche le migliori straniere scelgono te. Le giocatrici estere sono importanti perché hanno già la mentalità da professioniste. Io ho anche 11 italiane molto brave che stanno imparando molto dall’atteggiamento delle compagne”.
A proposito di italiane grande mossa del Milan riportare a casa dalla Spagna Alia Guagni, anche se avete perso Giacinti… “Alia è fantastica anche come persona, ed è stata brava ad accettare la nostra proposta. L’anno scorso è stata sfortunata, ma ora fortunatamente sta bene sta bene. Cos’è successo con Valentina Giacinti? E’ stato difficile. Ma bisogna sapere che a ogni azione corrisponde una conseguenza”. Le Top News di oggi sul Milan: conferme su Botman, nuova idea per il post-Kessie
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