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Da ‘Se c’era Nedved’ a ‘Se c’era Leao’: milanisti, non facciamo gli juventini

Matteo Ronchetti Direttore responsabile 

Da Se c'era Nedved a Se c'era Leao: il derby di Champions League Milan-Inter ha lasciato dei rimpianti fra i tifosi. Ecco perchè non averne

Milanisti, vi prego, non facciamo gli juventini: non cominciamo a trovare alibi o giustificazioni. Il 'Se c'era Nedved', lasciamolo a loro. Non attacchiamoci all'assenza di Rafael Leao per giustificare una sconfitta, seppur bruciante, nel derby di Champions. Abbiamo perso, non troviamo scuse. Semmai riconosciamo la sconfitta e guardiamo avanti, cercando di capirne i motivi e i rimedi.

Se c'era Leao..

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E' chiaro che l'assenza di Rafael Leao abbia inciso negativamente sulla prestazione del Milan. Sia sul gioco che, probabilmente, sul morale della squadra. Perdere uno degli uomini migliori, il più decisivo in attacco, non è bello. E non è facile sopperire alla sua assenza.  Ma occorre imparare anche da queste situazioni per non ripassarci. Anche perchè non c'è la riprova che con Leao in campo sarebbe cambiato qualcosa. Negli ultimi tre anni abbiamo perso anche con il portoghese a disposizione. Il problema vero, quindi, è non aver trovato - nel tempo - una contromossa utile per neutralizzare l'Inter.

Cosa manca al Milan

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Ci manca ancora qualcosa in termini di gioco, qualità e profondità di rosa. Ci manca l'attacco, perchè oltre ai soliti due non segna nessuno e si crea ancora meno. Ci mancano (talvolta) aggressività e cattiveria, perchè certi approcci alla partita sono mortificanti e penalizzanti. Ecco, ragioniamo su queste cose per costruire il futuro e non ad alibi e giustificazioni. Occorre essere franchi, lucidi, analitici.

Un'alternativa a Leao

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Il Milan non può prescindere dalla presenza o meno di uno o due giocatori. Non c'è Leao? Si deve avere un'alternativa. O di modulo, o di gioco o di cambio in panchina. Per il futuro quindi servirà ragionare su due concetti: profondità di rosa e qualità dei singoli. All'allenatore si dovrà chiedere un salto di qualità della manovra rossonera e magari un piano B tattico. Insomma, al Milan, oggi, mancano ancora tante cose. Ma c'è spazio per costruire meglio e prima di altri.


'Più forti della sfortuna, dell'invidia e dell'ingiustizia'. Silvio Berlusconi aveva imposto questo mantra al suo Milan e il messaggio era chiaro: bisogna essere pronti a tutto, senza cercare facili alibi o giustificazioni. Quel Milan ha fatto la storia. E lo sappiamo bene: la storia non si fa con i se e con i ma. 'Se c'era Nedved' lasciamo a loro. Noi prendiamoci la storia.. Furlani: "Stadio? Valutiamo tutte le opzioni, compreso San Siro".