"Non ho alcun rancore. Anzi, Moggi mi prese bloccandomi mentre stavo andando in Turchia ad allenare il Fenerbahce. Alla Juve ho imparato quanto importante sia la sintonia tra allenatore e dirigenti. L'accantonamento finale? Mettiamola così: quando si chiude una porta, a volta si apre un portone. E a me è successo: col Milan. Degli anni juventini ricordo tante cose: a cominciare da Zidane, in assoluto il giocatore più forte che io abbia mai allenato. Il rammarico, se così posso dire, è che raramente, in partita, Zidane riusciva a fare le cose mostruose mostrate in allenamento". VAI ALLA SCHEDA SUCCESSIVA.