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CONFERENZA

FIGC, Gravina: “Spalletti centrale nel progetto: ha la nostra fiducia”

Gabriele Gravina FIGC
Gabriele Gravina, Presidente della FIGC, ha parlato in conferenza stampa a Iserlohn (Germania), confermando Luciano Spalletti come CT azzurro
Daniele Triolo Redattore 

Gabriele Gravina, Presidente della FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio), ha parlato in conferenza stampa a Iserlohn (Germania), confermando Luciano Spalletti come Commissario Tecnico dell'Italia anche dopo la sconfitta per 2-0 maturata ieri a Berlino contro la Svizzera e valsa l'eliminazione degli Azzurri dagli ottavi degli Europei 2024. Ecco, qui di seguito, le dichiarazioni di Gravina, così come riportate da 'gianlucadimarzio.com'.

"Da tradizione c’è l’incontro con gli operatori della comunicazione. È anche l’occasione per ringraziare tutti i colori che hanno contribuito a questo evento. Mi riferisco a tutti i collaboratori della Federazione in questi 30 giorni. Sono stati tutti impegnati per mettere tutti a disposizione. Lo abbiamo fatto anche con un progetto importante come Casa Azzurri e questo è un segnale molto positivo. È una giornata particolare perché il nostro appuntamento con Euro2024 si è concluso ieri. Siamo dispiaciuti per non aver potuto riconsegnare o dare a tutti i tifosi italiani che meritavano e meritano. Siamo dispiaciuti per il risultato”.


"Sappiamo che nel mondo dello sport il risultato è soggetto a molte variabili. Quello che rimane è la delusione per non aver potuto dimostrare a chi ci ha seguito tutto quello che è stato fatto da questi ragazzi. Rimane la delusione della prestazione e dell’incapacità di esprimere ciò che potevamo fare. Rimane anche la delusione di non essere riusciti a toccare con mano la voglia di italianità. Questa credo sia la delusione su cui dobbiamo riflettere tutti”.

"Una riflessione che abbiamo fatto tutti insieme: io, Gigi, il mister. La delusione l’abbiamo condivisa con i ragazzi perché non parliamo di un gruppo che non si prende le proprie responsabilità. Non abbiamo nulla da nascondere, siamo tutti responsabili. Ieri sera abbiamo fatto una lunga chiacchierata con il mister. Io sono molto pragmatico e penso che sia sbagliatissimo lasciare un progetto pluriennale dopo 8 mesi alle prime difficoltà”.

"Ci saranno delle riflessioni profonde. Ieri sera abbiamo cominciato a confrontarci con Luciano Spalletti. Abbiamo solo un modo per poterlo fare e per capire che quando si cade, come è successo a noi, bisogna avere la capacità di rialzarsi con le idee e il lavoro. Io i problemi li affronto con il lavoro. Non ho la cultura dello scappare davanti alle difficoltà”.

"Appelliamoci anche al senso di responsabilità di cui ho parlato prima. Stiamo parlando di difficoltà ma con un progetto pluriennale davanti. Parliamo di un tecnico che è entrato in corsa ed è qui solo da 8 mesi. Abbiamo poco più di 100 selezionabili per la Nazionale. Per me il discorso è che bisogna ragionare su alcune norme che ci sono a oggi perché questo non dipende dal presidente federale. A me sembra che ci sia sempre di più la voglia di tagliare spazio alle Nazionale, questo è l’amore che viene dato alle Nazionali. Spalletti ha la nostra la fiducia. Tra 60 giorni abbiamo una nuova competizione. Abbiamo solo l’esigenza della valorizzazione del talento perché questo c’è. Tutte le nostre giovanili sono tutte qualificate alla fase finale. Siamo gli unici. Per la prima volta nella storia la nostra U17 ha vinto l’Europeo”.

"Le critiche feriscono tutti ma bisogna crescere dalle critiche costruttive e legittimate da elementi fondati. Quelle invece infondate che arrivano a chiedere le dimissioni in un momento in cui sta finendo il mio mandato. Non esiste nell’ambito della Governance Federale che qualcuno pretenda le dimissioni o pretenda di comandare dall’esterno. Per quanto mi riguarda la scadenza è prevista a marzo 2025. Queste elezioni verranno fatte con la chiusura delle Olimpiadi come voluto dalle norme. Quella è l’unica sede in cui si possono fare certe scelte. Critiche sì ma facciamole costruttive”.

"Ci sono delle leggi nazionali e internazionali che impediscono di imporre delle cose a società imprenditoriali. Il fatto è culturale e passa da alcuni numeri. In Serie A abbiamo il 32% di giocatori selezionabili. Noi siamo resistendo strenuamente ad aprire ancora di più il tesseramento di extracomunitari. Non c’è il fatto culturale dietro. Se non capiamo che lavorare con i giovani è un investimento e non un costo. Mi dispiace ma ci sono delle resistenze al nostro interno e io non riesco, per alcune norme, a cambiare questa cosa. Io vorrei anche precisare che non c’è nessun contrasto tra me e la politica. C’è un dibattito normalissimo che c’è in ogni paese. È un confronto continuo”.

"La consapevolezza c’è e ci mancherebbe. Quando abbiamo parlato con Spalletti puntavamo proprio al 2026. Noi possiamo fondare tutte le nostre aspettative ma dobbiamo sempre fare i conti con la realtà. Nessuno può assicurare un risultato. Ci dobbiamo impegnare al massimo. Non è un caso che la Federazione dal 2018 stia facendo tutto per i giovani, e questo ha portato a grandissimi risultati. Noi tra 60 giorni cominciamo una grande competizione come la Nations League. Possiamo fare tutti i discorsi che volete. Ci sono altri condizioni su cui il mister deve lavorare. Siamo più lontani di quello che pensavamo sul lavoro da fare. Non ci si può arrendere. Dobbiamo recuperare la capacità di sensibilizzare e tirare fuori il meglio di questi ragazzi. Siamo tutti consapevoli che sarebbe un vero e proprio disastro non arrivare al prossimo Mondiale”.

"Credo che per quanto mi riguarda è prematuro dire se mi ricandiderò. Non mi sono soffermato sulla mia voglia di continuare questo percorso molto impegnativo”.

"Da ieri sera abbiamo iniziato un nuovo percorso con un confronto. Attraverso l’individuazione degli errori la risposta immediata è stata porre in essere tutti gli atti che eviteranno questi errori. Abbiamo già iniziato 5-6 tecnici che lavorano in Serie A per creare un maggior dialogo e confronto per la valorizzazione dei ragazzi e dei giovani. Una cosa è certa: “Non possiamo più commettere gli errori fatti in questo lungo periodo”. Ci caschiamo ogni volta e, dopo qualche fase di sfogo, ci adagiamo su un confronto politico”.

"Il meccanismo si inceppa sulla mancanza di valorizzazione dei giovani. Se voi pensare alle nostre polemiche riguardano questi temi. Noi abbiamo squadre Primavera con il 100% di stranieri. Abbiamo cercato di ridurre l’età nelle Nazionali minori mentre le Primavere la hanno alzata. La ricerca continua del risultato a breve termine non permette di valorizzare i ragazzi. Dobbiamo riflettere anche sul fatto che tanti protagonisti del trionfo dell’U17 non giocano nelle varie Primavere”.

"Ieri sera ci siamo confrontati e la delusione è di tutti. I ragazzi sono mortificati. La delusione più grande da parte loro è il non esser riusciti a massimizzare i grandi sacrifici che hanno fatto in questi trenta giorni. Non sono deluso dai ragazzi ma sono deluso dalla prestazione. Questi ragazzi sono il bagaglio su cui dobbiamo investire. La vedo dura che in soli 60 giorni vengano fuori alternative importanti per questo gruppo. Quella che è mancata è la risposta di carattere nelle difficoltà. Non voglio buttare via tutto il lavoro fatto e i ragazzi vanno tenuti in grande considerazione per tutto quello che hanno fatto non solo in questi giorni. Per le seconde squadre noi siamo vivendo un momento di grande movimento per le proposte. Vengono fatte delle norme da noi ma poi il Governo leva il vincolo sportivo. Il tema non è quanto spendi ma è capire se quello che spendi ti tornerà. Per il tema dello ius soli è un qualcosa che stiamo dibattendo ma non si trova una soluzione. Mentre tutti cerchiamo le migliori fondamenta per il calcio. Ragioniamo da sistema, non troviamo solo il singolo problema". LEGGI ANCHE: Calciomercato - Bennacer in Saudi Pro League, l'indiscrezione che scuote il Milan >>>

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