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MILAN-SAMPDORIA

Milan-Sampdoria, Stankovic: “I tifosi unico raggio di sole”

Dejan Stankovic, allenatore della Sampdoria
Stankovic, tecnico blucerchiato, ha parlato in conferenza stampa di Milan-Sampdoria, partita della 36^ giornata della Serie A 2022-2023
Stefano Bressi Redattore 

L'allenatore blucerchiato, Dejan Stankovic, ha parlato in conferenza stampa al termine di Milan-Sampdoria, partita della 36^ giornata della Serie A 2022-2023 che si è svolta allo stadio 'San Siro'. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.

Le sensazioni vedendo la curva che ha tifato in continuazione anche oggi: "È un raggio di sole in questo momento, forse l'unico. Illuminano questa società. Li ho ringraziati tante volte quest'anno, sottolineando la loro dedizione, la loro passione, verso una squadra che non merita di essere in questa situazione. Sono stati i migliori da quando sono arrivato, l'unico raggio di sole".

Sull'ultima a Marassi venerdì e cosa gli dispiace di più: "Sì, sono crollato quando la scorsa settimana... Si è stappato il tappo e sono crollato. Mi portavo dentro la voglia di dare il massimo e riuscire a fare bene. Ho dato tutto me stesso. Avrò rimpianti, ma non ho rimpianti. Non so come spiegarlo. Quando mi alzo, so che ho dato tutto e non è bastato, purtroppo. Noi, con i giocatori, abbiamo vissuto un momento particolare. Da quando sono arrivato, dopo un mese, è iniziato qualcosa che non mi aspettavo. Sapevo delle difficoltà, ma poi sono aumentate giorno dopo giorno, fino a sfuggire dal controllo. Sono sempre stato sincero. Nonostante tutto ho dato il meglio e cercato di tirare fuori il meglio dai miei giocatori. Ho provato a motivarli, stargli addosso, trovare emozioni per portarli a lottare. Non mi aspettavo una retrocessione così presto, pensavo di lottare. Però abbiamo preso tanti pugni in faccia negli ultimi minuti, che anche se sei fatto di piombo crolli. Ti chiedi cosa hai fatto... Dio ti dà un peso perché sa che puoi portarlo e poi continui. Però quei pugni in faccia non me li aspettavo. A un certo punto crolli e abbassi le spalle. Mi piace lottare, non è da me mollare, ma sono un uomo... Commentare la partita è difficile, è un altro sport ora. Noi retrocessi, loro lottano per obiettivi importanti. Ci abbiamo provato, ma a questi livelli ogni errore te lo fanno pagare. Dispiace per il risultato, ma si accetta e si va avanti".

Su Zanoli: "Anche Amione o Leris sono cresciuti tanto. Ci sono anche altri ragazzi che forse hanno avuto meno... Sono contento anche di Augello, che ha dato continuità alle sue prestazioni. Spariva ogni tanto. L'ho svegliato. Mi dispiace che abbiamo perso Audero perché è un portiere e un ragazzo di alto livello. Se dimentico qualcuno penso che non si arrabbi, è difficile. Zanoli non ha problemi ad attaccare, ha le doti. Dobbiamo lavorare, ma purtroppo non abbiamo tempo. Ci sono ancora tante cose da migliorare. Può giocare ad alti livelli, non so se altissimi, non mi sbilancio, ma alti. Deve migliorare. Come quinto ci può stare, non so quante squadre di alto livello giocano a tre. Deve migliorare la fase difensiva per giocare a quattro. Abbiamo lavorato tanto e ora abbiamo due settimane e cercheremo di correggere ancora. Oggi ha fatto bene, ma ha fatto anche cose non di altissimo livello. Sono sempre stato sincero con loro e gli ho detto che per i livelli a cui punta deve migliorare. Non perdonano neanche due metri di errore. In fase offensiva non ha problemi, in fase difensiva deve migliorare".

Su Quagliarella: "Non poteva scegliere posto così bello. Non dico più bello per non far arrabbiare nessuno. Un bel posto dove segnare. Contento per lui quando è uscito perché tutti hanno applaudito. Ha dato tanto al calcio italiano. Non ha la gamba come prima, ma i movimenti e le letture ci sono ancora. Rende l'idea di quanto era grande come campione. L'ho abbracciato e ciò che ci siamo detti resta tra noi. Sono contento per lui e cercheremo di aiutarlo per segnare anche a Marassi l'ultima partita. È stato sempre perfetto, mai una parola fuori posto, sempre disponibile. Ascoltando i giocatori impari tanti, lo sono stato, ma passa tanto in pochi anni. Ascoltando lui impari, ha esperienza. Spero resti nel calcio, ha tanto da insegnare".

Come vede il proprio futuro: "Voglio prima di tutto parlare solo di calcio. Essere criticato di brutto perché sono scarso o corretto per scelte sbagliate o che qualcuno mi faccia complimenti se la squadra gioca un bel calcio. Ero pronto ad accettare le difficoltà, ma sono peggiorate. Un bagaglio di esperienza così, alla mia età, come allenatore nessuno ce l'ha. Ogni giorno è stata una sfida. Prima con me stesso per correggermi e migliorare. Non ho paura o problemi col futuro. Non ho paura del non successo. Ho fatto tante cose sportivamente e privatamente, che non ho paura del non successo. Se devo fare due passi indietro li farò, ma continuerò a credere nel lavoro. Poi pezzo dopo pezzo costruire una squadra mia per essere giudicato come allenatore".

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