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Milan-Sassuolo, De Zerbi: “Superlega? Cose maligne su di me, ma confermo tutto”

Roberto De Zerbi, tecnico del Sassuolo, durante una conferenza stampa (credits: GETTY Images)

Roberto De Zerbi, tecnico neroverde, ha parlato in conferenza stampa al termine di Milan-Sassuolo. Le dichiarazioni

Renato Panno

Roberto De Zerbi, tecnico neroverde, ha parlato in conferenza stampa al termine di Milan-Sassuolo, match della 32^ giornata di Serie A svoltosi a 'San Siro'. Queste le dichiarazioni di De Zerbi.

Una bella vittoria

"Sì, diciamo che qua in tre anni abbiamo sempre fatto partite bellissime e non avevamo mai vinto. L’ho detto alla squadra. Oggi pur meritando, perché abbiamo meritato".

Sul match

"A viso aperto giochiamo ovunque e con tutti, nel primo tempo pressando così forte ci hanno tolto fiato e respiro ma abbiamo avuto lo stesso occasioni. Alla lunga legittimato il risultato".

Su Raspadori

"Il significato è che siamo una società che punta sui giovani. È motivo d’orgoglio per tutti dal Settore Giovanile alla società perché si è ripagati dagli sforzi e dalla mentalità che ha portato la proprietà in questo club".

Sugli obiettivi

"Sabato c’è una partita difficile, la Samp è due posizioni dietro di noi. Vedremo coso farà la Roma, che è forte e ha un distacco troppo grande per poter pensare oltre alla partita di sabato".

Sulla Super League

"Ieri mi sono espresso in maniera chiara prendendo una posizione forte e oggi la confermo totalmente parola per parola. Il mio riferimento non era ai giocatori e ai tifosi di queste 3 squadra ma a chi non avendo mai fatto il tifoso si permette di gestire una squadra di calcio come una normale azienda, c’è una differenza abissale. Il calcio ha un ruolo sociale diverso da qualsiasi altra azienda".

Avete vinto per i cambi?

"Per la qualità dei giocatori, i valori morali dei giocatori perché nonostante abbiamo un distacco grande con quella che ci precede siamo venuti a fare una partita come se fosse quella della vita".

È difficile prendere posizione?

"Non lo so se è difficile, costa sicuramente perché sono piovute anche critiche e insulti, cose maligne. Però io non ritratto niente, non devo chiedere scusa e sono ancora più convinto di quello che ho detto vedendo le tifoserie di Inter, Milan e Juve. Sapevo ciò che stavo dicendo, non so se in futuro mi sarà precluso allenare una di queste tre squadre, se dovesse essere così per quello che ho detto allora va bene e troverò la mia strada in italia o all’estero, quella che rispecchia me come allenatore e non come persona. A me il calcio emoziona ancora, il calcio è quando due persone che non si conoscono quando sono nella stessa squadra si abbracciano. Nelle aziende invece non si abbracciano".

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