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Alessandro Altobelli (credits: GETTY Images)
"NEWS MILAN - Un derby, un vero derby come quello di Milano, non muore mai. Neanche ad anni di distanza. Le emozioni di quei giorni, di quel 'San Siro', di quella settimana restano scolpite e indelebili nei ricordi. Lo ha raccontato, in esclusiva per PianetaMilan.it, una delle bandiere nerazzurre avversarie. Si tratta dello Spillo nazionale Alessandro Altobelli con cui abbiamo chiacchierato anche dell'attualità calcistica.
"Altobelli, i ricordi dei derby li custodisce tutti gelosamente? "Tutti, sia quelli vinti che quelli persi. Il derby tra Inter e Milan dura tutto l'anno, la rivalità è tanta e sana. Sul campo le battaglie sono state epiche ma sempre con grande rispetto. E non è facile, sapendo che parliamo di partite di grandissima tensione. Per i tifosi valgono tanto".
"Le stracittadine di ieri erano più belle di quelle di oggi? "Penso di sì, per un motivo fondamentale. Ai nostri tempi le squadre erano composte da calciatori che avevano fatto tutta la trafila nelle giovanili. Sin da piccoli sviluppavano l'attaccamento alla maglia, ai colori, alla società. E questo rendeva i derby più sentiti e più belli".
"Qual è il derby che ricorda con più affetto? "Quello del 1979-1980 dove vincemmo 2-0 con doppietta di Evaristo Beccalossi".
"Quello che invece vorrebbe rimuovere dalla mente? "Il 2-0 che subimmo nella stagione 1987-1988. C'era Arrigo Sacchi in panchina e segnarono Ruud Gullit e Pietro Virdis. La palla non la vedemmo praticamente mai".
"Chi, dal suo punto di vista, ha sempre rappresentato il milanismo? "Franco Baresi, senza dubbio".
"Milan e Inter oggi. Perché non si riesce a colmare il gap con la Juventus? "Chi più chi meno entrambe stanno inseguendo. L'auspicio in futuro è che possano tornare le società vincenti che conoscevamo in Italia e in Europa. Il Milan da quando ha mollato Silvio Berlusconi non è più lo stesso, il fattore economico nel calcio conta più di ogni altra cosa. All'Inter, dopo la presidente di Moratti ci sono stati dei cambiamenti non all'altezza. Oggi c'è una dirigenza che ha più possibilità. Ripeto, sarebbe bello tornare a vivere momenti di gioia a Milano. Indipendentemente dai colori".
"E' lecito pensare di poter tornare in campo a fine maggio, guardando all'attualità? "Bisogna tornare in campo solo quando ci saranno le condizioni di massima sicurezza. Le garanzie ce le daranno chi è competente in materia. Due mesi fa quando è iniziata l'epidemia i dati erano catastrofici oggi sono migliori...".
"Quindi? "Quindi bisogna aspettare che le cose migliorino ulteriormente. Se le fabbriche ricominceranno a lavorare e gli altri esercizi riapriranno allora è giusto che anche il calcio possa riprendere". LEGGI QUI L'INTERVISTA COMPLETA DI RADE KRUNIC >>>
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