Cosa ne pensa dell'addio di Maldini?
"Ho una posizione neutra. Secondo me Maldini si sentiva a disagio e hanno preso una decisione coerente con la società. Cardinale vuole lavorare con un gruppo di persone. Il nuovo Milan vorrebbe fare come il Tolosa: lavorare con algoritmi e decisioni collegiali con il coinvolgimento dell'allenatore. Un modus operandi ch in Italia non ha mai funzionato. Capisco il licenziamento di Maldini e sono meno critico sulla campagna acquisti. Con un altro budget magari avrebbe preso Botman e un centrocampista al posto di Kessié. Sono critico sulla sua non capacità di vendere i giocatori, cosa che ora cercheranno di fare".
Come si comporterebbe con De Ketelaere? Altra chance o subito sul mercato?
"Gli darei un'altra chance personalmente e come società, però bisogna vedere cosa ne pensa Pioli: un altro anno così sarebbe pericoloso. Occhio anche a darlo in prestito. Io lo terrei al Milan".
Un pensiero e un aneddoto su Berlusconi
"Quando è mancato Berlusconi ho avuto una reazione emotiva. Mi ha rattristato, c'è nostalgia. Anche se non ho avuto contatti stretti con lui nonostante abbia lavorato a Mediaset per 25 anni. Era avanti anche sul calciomercato. Fu il primo a prendere giocatori a fine contratto come Massaro o Bonetti, pagando il parametro. Fece investimenti importanti, pagò 13 miliardi di lire per Gullit. Prese Shevchenko dopo la tripletta contro il Barcellona. Io ero stato indirettamente coinvolto: quando il Milan ti chiedeva di poter visionare i calciatori, anche in redazione si facevano cassette e filmati. Attraverso Ariedo Braida, feci recapitare con la nostra produzione la cassetta di Sheva, che convinse Galliani e poi Berlusconi. Ricordi di un profondo innovatore. Fu il primo con il Milan di Sacchi a costruire due squadre. Nostalgia della persona e di un Mondo che non tornerà più". LEGGI ANCHE: Milan, l'algoritmo indica il nuovo bomber >>>
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