Nel corso della sua carriera da calciatore, Emanuele Calaiò ha vestito diverse maglie. Ha fatto impazzire di gioia i tifosi di Pescara, Napoli, Siena, Catania, Parma e Genoa a suon di gol. Più di 190 reti realizzate celebrati dalla sua indimenticabile esultanza: il tiro con l'arco. Con Emanuele Calaiò abbiamo avuto il piacere di parlare del Milan, del campionato in corso e di tanto altro. Queste le dichiarazioni dell'arciere.
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Calaiò: “Milan, contro il Genoa conteranno le motivazioni” | ESCLUSIVA
Emanuele Calaiò, ex calciatore del Genoa tra le altre, ha rilasciato delle dichiarazioni sul Milan in esclusiva ai nostri microfoni
Salve Calaiò. Partiamo da quanto successo domenica sera nel match tra Torino, sua ex squadra, e Milan. Secondo lei, come mai i rossoneri stanno facendo così tanta fatica nel trovare il gol?
"Penso che il Milan stia attraversando un momento non buono, e ci sta, dopo tante partite ha perso un po' di lucidità. Ma ha avuto dinanzi a sé un grande Torino anche grazie a Bremer, che è un ottimo difensore. Non si accende Leao, il Milan fa un po' più di fatica, ma anche Diaz è molto discontinuo".
Lei ha parlato di Bremer, un difensore che piace a tante squadre in Italia tra cui anche al Milan. Secondo lei, il difensore brasiliano potrebbe sostituire il partente Romagnoli?
"Penso di sì. Farebbe comodo a tante squadre in Serie A. So che era seguito anche dal Napoli. Ha fisico, ha posizione, ha caratteristiche simili a quelle di Tomori e Kalulu. Per il Milan andrebbe bene".
Ha anche citato Brahim Diaz, un calciatore che sta avendo un'involuzione dopo un buon inizio di stagione. Come si può spiegare questo calo?
"Per ruolo e caratteristiche diciamo che sono quelli che ha Zielinski nel Napoli, anche Elmas: sono due giocatori discontinui. Secondo me Brahim Diaz dovrebbe spaziare, non mantenere solo la posizione centrale. Milan e Napoli giocano sempre, più o meno, allo stesso modo. Quindi è chiaro che le squadre che affrontano hanno capito come giocano. Secondo me deve trovare qualche soluzione in più".
Milan che ha commesso un mezzo passo falso, così come il Napoli che ha perso contro la Fiorentina. Non si può dire lo stesso dell'Inter che invece ha vinto con il Verona. Tra le tre, chi la spunterà alla fine?
"Per me l'Inter è una squadra più matura, ha una mentalità vincente. Ha vinto una partita a Torino, contro la Juventus, non meritando ma dà morale. Ho visto la partita contro il Verona, l'Inter sta tornando ad ingranare. E' la squadra più completa, ha valide alternative. In attacco ci sono Correa, Caicedo, Lautaro, Dzeko, Sanchez, dunque Inzaghi può far ruotare come vuole. E' una squadra solida e compatta a livello fisico. La vedo più matura rispetto a Napoli e Milan. Però può sembrare un campionato che nessuno vuole vincere, non scappa nessuno. Quindi è bello anche per questo, perché non è come tanti anni fa che c'era sempre una squadra 'ammazza campionato', ora è un po' più equilibrato. Avrà la meglio chi starà meglio fisicamente, chi avrà più motivazioni. Secondo me l'Inter è più avanti rispetto a Napoli e Milan".
La Juventus può ancora inserirsi nella corsa per lo scudetto?
"Non penso, ma la Juventus può arrivare quarta o anche terza. Ma non penso che possa puntare sullo scudetto".
La Serie A ripartirà già domani. Il Milan affronterà un'altra sua ex squadra: il Genoa. Cosa dobbiamo aspettarci da questa partita?
"Sulla carta non c'è partita, ma contano molto le motivazioni. Il Milan ha la motivazione di vincere il campionato e dopo i pareggi contro Bologna e Torino vuole vincere a tutti i costi. Il Genoa ha bisogno di punti per salvarsi. E' chiaro che il tasso tecnico tra le due è diverso. Mi aspetto che il Milan vinca così come mi aspetto che l'Inter vinca a Spezia. Questo è un turno fondamentale soprattutto per il Napoli perché giocherà contro la Roma. Se dovessero vincere le due milanesi e non il Napoli, i partenopei potrebbero essere tagliati fuori dalla lotta scudetto".
Riguardo il mercato, il Milan pare che abbia chiuso per Divock Origi. E' il calciatore ideale per rinforzare l'attacco rossonero?
"Origi è sicuramente un grandissimo attaccante. A Liverpool ha poco spazio, è un po' chiuso dai vari Firmino, Sané, Jota, quindi non è facile trovare spazio. Però ha delle qualità importanti, per come gioca il Milan Origi sarebbe l'attaccante giusto. Non so se rimarranno Giroud e Ibrahimovic, o se andrà uno e l'altro rimarrà. Hanno entrambi una certa età, anche il Milan ha bisogno di un attaccante su cui puntare, ma penso che per caratteristiche abbiano fatto un buon acquisto".
Lei ha citato Ibrahimovic. Se fosse al posto dell'attaccante svedese, cosa farebbe? Appenderebbe gli scarpini al chiodo al termine del campionato oppure stringerebbe i denti e proseguirebbe per un'altra stagione?
"Io penso che sia una cosa soggettiva. Ogni calciatore decide in base alla passione, a come si è fisicamente. Ho letto l'intervista di Ibrahimovic dove dice 'mi sento bene, continuerò fino a quando le mie gambe reggeranno'. Giustamente lui vede che anche se ha 40 anni, essendo fisicamente tosto - il campionato italiano adesso è piuttosto fisico -, un giocatore integro può giocare tranquillamente anche a 40 anni. Poi lui ha la voglia, la passione, dunque è giusto che lui continui. Arriverà il momento in cui il giocatore dirà 'basta' perché poi vede che ci sono i giovani che vanno al doppio della velocità. Visto il livello, la passione, la grinta che ha Ibrahimovic non è facile smettere. Poi Ibrahimovic ha grande carisma, personalità, è un leader nello spogliatoio".
Sono state serate di Champions League, con Darwin Nunez che si è messo in bella mostra. Lei che è stato un grande attaccante, quali impressioni ha avuto sul giocatore del Benfica?
"E' un giocatore fortissimo. L'ho seguito, sta facendo bene con il Benfica. Ha caratteristiche simili a quelle di Cavani. E' un giocatore rapido, tecnico, completo. Sarà uno dei colpi di mercato, ci saranno spese folli da parte di qualche società per comprarlo. E' giovane, di prospettiva, quindi i top club - come Real, Barcellona, Manchester City, Chelsea -, se dovessero prendere un attaccante del genere dovranno spendere tanti soldi. E' un giocatore vero, è ancora giovane, ha ancora margini di miglioramento. Però è completo, così come lo è Vlahovic che è uno degli attaccanti più forti d'Europa. Sicuramente è difficile che il Benfica possa trattenerlo, lo vedremo in futuro in una squadra top d'Europa".
Dunque non lo vedremo in Italia?
"Non credo perché non ci sono squadre che possono permettersi spese folli. Il Napoli, per esempio, dal prossimo anno farà i tagli degli ingaggi, la Juve ha già speso 70 milioni per Vlahovic. Non penso che il Milan voglia spendere tutti questi soldi per un attaccante, il Milan poi ha virato su Origi dunque non penso che prenderà un altro attaccante. Magari l'Inter, qualora dovesse vendere qualche pezzo pregiato, ma non credo che vedremo Nunez in Italia".
Concludiamo parlando di un'altra triste pagina del calcio italiano. In carriera lei ha vestito la maglia del Catania, club che da pochi giorni è stato dichiarato ufficialmente fallito. C'è delusione?
"Diciamo che sono deluso. Da siciliano non solo per il Catania, ma anche per Palermo e Messina. Sono piazze che hanno fatto la storia, anche in Serie A. Vederle una fallire e due squadre militare in Serie C è un peccato soprattutto quando si vede l'Italia giocare a Palermo con lo stadio tutto pieno. Peccato vedere queste squadre in categorie inferiori. Purtroppo le società a volte fanno il passo più lungo della gamba, poi non si rendono conto dei bilanci e si trovano un po' dietro. Quando ho giocato nel Catania ci fu il problema di Pulvirenti e del calcio scommesse, già da lì la società traballava. In più ci sono stati altri proprietari, ma nessuno si è presentato come una società forte che potesse salvare il Catania. Peccato perché Catania è una piazza stupenda così come la tifoseria: non meritava tutto questo. Però questo è il problema del calcio italiano negli ultimi anni, sicuramente ci vogliono società che stanno attento ai bilanci e prendere decisioni un po' più ponderate. Vedere squadre di Serie B e Serie C fallire, così come in Serie A c'è bisogno di imprenditori stranieri per salvare le società, non fa piacere. E' il calcio italiano che va a rotoli, con la Nazionale che poi risente di tutto ciò".
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