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ESCLUSIVA PM – Palomba: “Vi racconto l’anno cinese. Tifosi, state tranquilli”

Luca Fazzini

Ad un anno dalla firma del preliminare con i cinesi, Pianetamilan.it ha contattato in esclusiva Auro Palomba, vicino a tutta la trattativa fino al closing

Ad un anno dalla firma del preliminare che ha portato il Milan di Silvio Berlusconi nella mani di Yonghong Li, Pianetamilan.it ha contattato in esclusiva Auro Palomba, CEO di Community Group vicino a tutta la trattativa fino al closing: "È stato un anno davvero imprevedibile, perché sono successe tante cose, tanti cambiamenti. Poi c'è stata quest'avventura in cui nessuno avrebbe scommesso che sarebbe finita bene. Poi è finita bene, con il closing e con la costruzione di una bella squadra, con qualche problema di finanziamento, ma è una cosa comune a tutte le squadre italiane".

Quando ha avuto paura che non si realizzasse il closing?

"Il 2 marzo scorso ci siamo tutti convinti che sarebbe saltato. Tant'è che si è perseguita una strategia diversa, ovvero quella di andare a cercare un finanziatore che poi si è trovato con Elliott. In quel momento era difficile pensare che in due mesi Yonghong Li sarebbe riuscito a trovare finanziamenti alternativi all'estero visto che erano stati bloccati quelli in Cina".

Per acquistare il Milan Yonghong Li ha chiesto un presto a Elliott. Può fare chiarezza sui timori dei tifosi a proposito di un possibile fallimento societario?

"Il Milan non può fallire. Se Yonghong Li non dovesse trovare le risorse per ripagare il finanziamento, la società passerebbe a Elliott, che troverebbe una squadra pagata poco - 300 milioni di euro - con tanti giocatori forti. Sarebbe anche contento Elliott se finisse così (ride, n.d.r.). La speranza è ovviamente che Mr. Li, grazie allo sblocco dei capitali bloccati in Cina che dovrebbe avvenire in ottobre, riesca a ripagare il debito. Il mercato di quest'anno è quello di un presidente che sa già che l'anno prossimo non potrà farne un altro del genere visto che entrerà in gioco il Fair Play Finanziario dell'UEFA. Quest'anno fa l'all-in, sapendo che se dovesse entrare in Champions League andrebbe tutto bene. Altrimenti, in caso di mancata qualificazione, per rientrare nei parametri dovrebbe vendere qualche giocatore. La scommessa ci sta".

Che effetto le fa questo mercato di Fassone e Mirabelli?

"Sapevo che erano stati sondati tanti giocatori, molti dei quali poi non sono arrivati. Mi ha colpito però la capacità di cambiare obiettivo e trovarne altri altrettanto validi. Questo vuol dire che i giri di Fassone e Mirabelli sono stati utili. Si stanno dimostrando abili conoscitori di calcio. Hanno tirato fuori calciatori che non tutti conoscevano e che si sono dimostrati validi. Sono stati bravi".

Cosa risponde a chi ha dubbi sulla figura di Yonghong Li?

"La gestione sportiva non gli interessa, se ne occupa Fassone. I fatti dimostrano che ha una buona solidità finanziaria. Poi è tutto molto difficile, adesso sembra che anche Suning non possa più investire. Io sto ai fatti: ha trovato i soldi e sta facendo mercato".

Che effetto le fa il pubblico che sta rispondendo in questo modo?

"Dimostra che la scommessa fatta è una scommessa giusta. I tifosi erano abbattuti dopo anni difficili, sono un materiale su cui si può lavorare. Bravi Fassone e Mirabelli a ridare entusiasmo, con una grande campagna acquisti".

C'è un aneddoto non raccontato?

"Ciò che mi ha sempre colpito è stato il grande ottimismo di Fassone. L'unico momento in cui ha pensato di non farcela è stato il 2 maggio. Per la prima volta ho sentito che anche lui aveva dei dubbi. Però devo dire che il giorno dopo si è messo a lavorare, è andato in giro e ha trovato Elliott. Ma quel giorno lì mi ha colpito che è stata l'unica volta in cui anche lui ha pensato saltasse".

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