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Francesco Ceniti, giornalista de 'La Gazzetta dello Sport' che ha intervistato Franck Kessie | Esclusiva PM (Getty Images)
Nella mente dei tifosi del Milan risuonano ancora chiare le parole d'amore di Franck Kessie nei confronti del Milan. L'ivoriano, in scadenza nel 2022, aveva rassicurato tutti sul rinnovo di contratto, descritto in quell'intervista come una sorta di formalità. E invece, a distanza di qualche settimana, la firma tanto attesa non è ancora arrivata. Dietro a questo improvviso tentennamento di sarebbe l'offerta di circa 10 milioni di euro stagionali del Psg. A questo punto emerge l'interrogativo: "Sono state soltanto parole di circostanza?". Ne abbiamo parlato con Francesco Ceniti, il giornalista de 'La Gazzetta dello Sport' che ha intervistato il 'Presidente'. Queste le sue sensazioni in esclusiva ai microfoni di PianetaMilan.it.
Partendo da quell'intervista, tu come hai visto e sentito Kessie? "Lui quel giorno lì mi è sembrato molto sincero, eravamo insieme, abbiamo parlato per un'ora. Non mi sono sembrate parole di circostanza. Anche perché avrebbe potuto tranquillamente pronunciare parole meno nette, prendendo tempo, dicendo che vedremo come andrà e che non c'erano problemi, ma ne avrebbero discusso dopo l'Olimpiade. Sapeva che era un'intervista attesa, si parlava di lui, mancava la sua voce, avrebbe fatto rumore. Non sarebbe rimasta una dichiarazione detta in un momento, estrapolata e lasciata cadere. Sapeva sarebbe rimasta scolpita ed è rimasta scolpita. Sono state parole troppo nette per essere di circostanza e mi sono dunque sembrate anche sincere. Poi nel calcio spesso le cose cambiano. Però facendo il parallelo con Donnarumma, non ha mai detto cose così. Ha sempre detto che bisognava parlare con Raiola e che ci teneva, ma non si era mai esposto così, soprattutto in una fase delicata come nell'ultimo anno quando stava arrivando in scadenza. Ha preso tempo e quando si è sbilanciato ha lasciato aperta ogni possibilità. Aveva dato soprattutto pieno mandato al procuratore per gestire la situazione e secondo me sono quelli che fanno la differenza. Ora sicuramente Kessie interessa a molte squadre che hanno anche una disponibilità economica più alta rispetto al Milan e potrebbero offrirgli di più. Io posso sbagliarmi, ma credo che ancora conti la volontà del giocatore. Certo che se il giocatore è messo di fronte a un'offerta di 1 rispetto a 10, per quanto possa essere grato a una società difficilmente resta nel club che offre 1. Nel caso di Kessie probabilmente dietro c'è il PSG o altre società che possono offrire ingaggi a doppie cifre e questo può far vacillare anche un giocatore che ha detto che resterebbe al Milan a vita".
Quindi, passato un mese, prima di quell'intervista secondo te non aveva ancora queste offerte? "Questo è difficile da dire, probabilmente no. Anche perché era all'Olimpiade. Magari ce l'aveva il procuratore. Aveva avuto qualche contatto. Dubito che si siano presi la libertà di andare da un giocatore sotto contratto con un'altra squadra e dirgli queste cose qua. Quindi non credo che quel giorno che l'ho visto io a Tokyo avesse in mente ci potessero essere queste offerte. Certo, chiaro che un giocatore come Kessie, che sta facendo benissimo col Milan da anni, stava facendo e ha fatto bene all'Olimpiade, ha un ruolo a centrocampo in cui fornisce quantità e qualità e ce ne sono pochi come lui con la capacità di correre per 90' e oltre, dando supporto a tutti i reparti della squadra essendo decisivo e leader (perché è anche cresciuto parecchio e si è preso le sue responsabilità), ha tutte le caratteristiche per essere un giocatore internazionale e appetibile per società tra le più importanti al mondo".
Quindi con la sensazione che Kessie voglia rinnovare, l'ipotesi che il problema siano le commissioni al procuratore o comunque la sua figura, è un'ipotesi reale e quanto può pesare? "Dipende da quanto il giocatore è legato al procuratore quanto può influire sulla scelta. Donnarumma ha un procuratore che quando lo scegli sai che lo devi ascoltare, decide lui. Chiaramente ti indirizza. Squadra, contratto. Ti fa guadagnare molto bene ovviamente. C'è un buono scambio. Guadagna bene anche lui. Non so che tipo di rapporto ci sia per Kessie. A me lui è sembrato, rispetto a Donnarumma, molto più sicuro. Con le idee molto più chiare su quello che voglia fare lui. Poi può essere che il procuratore gli abbia detto che nell'ultimo mese ci siano state squadre che hanno detto che per lui sarebbero pronte a offrire un tot e che sono squadre importanti in cui potrebbe vincere. Perché poi, al di là dei soldi visto stiamo parlando di giocatori che guadagnano bene e anche la proposta del Milan per Kessie è molto alta, la prospettiva per un giocatore è anche quello che poi puoi fare con una squadra. Il Milan, al di là dei soldi, non è più il Milan di Berlusconi che lotta per Scudetto e Champions e tutto ciò che c'è da vincere. Fatica a offrire questo. Fatica già a vincere in Italia, figuriamoci all'estero. È chiaro che il PSG è una squadra in cui ci sono Messi, Neymar, Mbappé poi lo vedremo, ma comunque una squadra stellare. Lui si vede titolare in quella squadra, lo pagano meglio e potrebbe puntare a vincere la Champions, lottando per vincere tutto. È più questo a fare la differenza rispetto ai soldi. I soldi possono essere di più, ma secondo me è questo".
Anche se si era esposto tanto da giurare di restare al Milan per sempre? "Certo. Anche Messi, il giorno prima piangeva a Barcellona e il giorno dopo era sorridente a Parigi. Proprio perché lui mi ha detto quelle cose per il Milan, secondo me la questione è ancora molto aperta e non è escluso che alla fine lui resti al Milan. Magari guadagnando anche di meno e magari avendo anche la certezza, almeno nel futuro immediato, di vincere molto di meno di quello che potrebbe vincere con un PSG o con un Chelsea. Questo renderebbe chiaro che quelle parole sono state sicuramente dette in modo sincero. Un altro giocatore, di fronte a un'offerta migliore e a una squadra migliore del Milan in questo momento dal punto di vista della qualità, non della storia perché il Milan ha una storia che il PSG si sogna (ma si guarda al presente e al futuro che dicono che il PSG è una squadra più ricca e con più possibilità di vincere), accetterebbe subito".
Se quindi tu, avendolo visto e sentito, dovessi dare un tuo pronostico: secondo te come finisce? "Secondo me dico che in questo momento è 60% a 40% ancora in favore del Milan. Chiaro che il procuratore per tanti motivi lo starà consigliando e gli potrà dire che è meglio il PSG. Guadagni di più, vai in una squadra più forte e puoi vincere di più. È possibile anche che il Milan provi ad alzare l'offerta, ma credo che il Milan più di quello che ha offerto non possa. Può limare qualcosa sui bonus, qualcosina in più e più facili da raggiungere, ma non credo si possa spingere oltre di quanto ha fatto. Quindi credo che alla fine deciderà proprio lui. Alla fine chi deciderà sarà Kessie. E chiaramente una decisione del genere non la prendi in un giorno. Sta prendendo tempo, magari arriveranno a gennaio e decideranno insieme cosa fare. Può essere che lui dica resto o che dica di essere venduto. Invece di andare via a zero".
Quindi c'è anche l'ipotesi cessione a gennaio in caso di mancato accordo? "Secondo me sì. Se lui a un certo punto si convince che alla fine vuole andare via, può essere. Adesso sarà anche curioso vederlo in campo. Lui è un grande professionista e credo che giocherà come sempre al massimo, però vedere con che voglia gioca con i compagni, con che testa. Poi vedere anche come il Milan si comporta in campionato, in Champions. È chiaro che se il Milan passa il turno in un girone di ferro, difficile, allora Kessie può pensare di poter essere un pilastro di una squadra che, magari non quest'anno, ma nei prossimi anni potrebbe di nuovo lottare per la Champions e che attira altri campioni. Secondo me si è preso questi mesi anche per capire questo. Tanto non c'è urgenza, nel senso che non scade domani. Deciderà entro la fine dell'anno. Non è escluso che decida di andar via a gennaio, perché proprio perché tiene al Milan non credo che voglia andar via a zero, ma preferirebbe far incassare qualcosa al Milan. Oppure mettendosi d'accordo sul rinnovo per poi preludere a una cessione a giugno. In modo di consentire al Milan di guadagnare qualcosa. Questa è la mia opinione".
Aveva anche detto di rispettare la decisione di Donnarumma e Calhanoglu, ma prendendone le distanze. Hai avuto la stessa sensazione? "Sì, lui aveva detto chiaramente che una cosa è l'amicizia ed essere compagni di squadra e una cosa sono scelte personali, in cui lui non può ovviamente influire. Ha detto che avevano fatto una loro scelta che doveva rispettare, ma che non gli era piaciuta dal punto di vista di giocatore del Milan. Facendo capire che ognuno decide con la propria testa. Per questo dico che deciderà lui più che il procuratore. Nel caso di Donnarumma credo che abbia influito molto di più Raiola; nel caso di Calhanoglu probabilmente è diverso: è stato un po' altalenante, è stato anche contestato, non ha avuto questo grande amore, ha un'età anche diversa, non c'era stato neanche un grande rilancio. Kessie secondo me invece deciderà in prima persona. Questi mesi saranno decisivi, il fatto che ci sia stata una frenata dopo ciò che mi ha detto a Tokyo è chiaramente dovuto a qualcosa che lui ha saputo dopo l'Olimpiade, ovvero che ci sono delle attenzioni di altri club (e non club banali). E ripeto, secondo me non è questione di soldi, perché non c'è la differenza da 1 a 10 di cui parlavamo prima. È questione di quello che un giocatore della sua età vuole. Perché ha detto che vuole restare a vita al Milan e quindi non rinnova per due anni, ma per quattro o cinque legandosi davvero al Milan. Quindi si chiede cosa potrebbe vincere in questi cinque anni al Milan e cosa andando da un'altra parte, si chiede con chi potrebbe giocare. Quindi se il Milan, al di là dei soldi, gli garantisse che nei prossimi anni si potrà investire, si possono prendere dei campioni insieme ai giovani su cui lavora bene, facendo un salto di qualità, e che lui possa essere protagonista col Milan, credo che lo preferisca. È chiaro che dall'altra parte c'è un grande canto delle sirene. Lo sta valutando, saranno decisivi questi mesi. Poi, ripeto, se deciderà di andar via, cercherà di trovare qualcosa che possa andar bene anche al Milan, facendo incassare. Questo sicuramente voleva dire con le parole sui compagni: andar via così, dopo aver avuto tanto dal Milan, è brutto. Magari si riesce a ottenere una cessione". Ecco le probabili formazioni di Milan-Lazio: diversi cambi per Pioli
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