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Matteo Dutu - AC Milan Primavera (photo by PianetaMilan)
Matteo Dutu, difensore centrale del Milan Primavera di Federico Guidi, si è concesso in esclusiva ai microfoni di 'PianetaMilan.it' ed ha rilasciato una lunga intervista. Diversi i temi affrontati dal classe 2005 insieme al nostro Matteo Boninsegna: hobby, curiosità, obiettivi e tanto altro. “Sognando San Siro con Matteo Dutu” è disponibile integralmente sul nostro canale YouTube. Ecco, di seguito, le sue parole.
Sugli inizi: “La mia passione è nata in famiglia, da mio zio, da mio fratello. Io l’ho presa molto da mio fratello, sono molto legato a lui e, giocando sotto casa, nel cortile di casa è nata questa passione”.
Sui primi passi nel calcio: “I miei primi passi li ho mossi subito alla Lazio, a sei anni. Successivamente ho fatto tredici anni là, poi mi sono trasferito al Milan”.
Sui modelli d'ispirazione: “Il mio idolo è sempre stato Nesta. Infatti il trasferimento Lazio-Milan mi ha molto ricordato, poi giustamente magari è solo una casualità, però il mio idolo è lui. Adesso non ho un vero e proprio modello di ispirazione in questo momento, ma cerco di rubare l’occhio dai più grandi difensori. Ad esempio nel Real Madrid Rudiger o il nuovo Raul Asencio che si sta imponendo come giovane, un grande esempio. Ma anche in Italia, i ragazzi del Milan, ogni volta che ho la possibilità di allenarmi con loro cerco di apprendere il più possibile. In particolare? Mi piacciono tutti del reparto difensivo, ognuno giustamente ha caratteristiche diverse, forse quello che mi piace di più è Matteo Gabbia”.
Sul numero preferito: “La 13 qui l’ho presa anche in onore al mio idolo”.
Sul percorso: “Ho fatto quasi sempre il difensore centrale, giusto due anni ho cambiato ruolo, ho fatto il mediano. Però nella gran parte del mio percorso ho fatto il centrale, mi sono trovato meglio (n.d.r.).
Sulla chiamata del Milan: “La chiamata è arrivata a fine anno scorso, verso la fine della scorsa stagione. Avevo anche altre società, però quando è arrivata la chiamata del Milan, sia perché ho sempre ammirato questa grande società, sia per il nome e tutto, l’ho subito messa in pole. Quando è arrivata la chiamata del Prof Vergine insieme a Moncada è stato facile convincermi”.
Sul primo impatto con il mondo Milan: “Sicuramente la cosa che mi ha colpito di più è lo stemma. Sembra una banalità, ma appena l’ho visto mi ha dato una sensazione particolare. Poi il centro sportivo a Milanello è bellissimo, organizzato bene, le persone che ci lavorano sono solari e ti fanno sentire a casa”.
Sul conciliare la vita da ragazzo con la vita da calciatore: “Sicuramente negli ultimi anni non è stato facile, soprattutto per via della scuola, quest’anno ho cominciato l’università. Però la società ti mette in condizione di poterlo fare, ti aiuta in tutti i casi. Nei trasporti per venire al campo, nel tempo libero. Ti permette di farlo. Ci vuole solo un po’ di volontà”.
Sulla facoltà scelta: “Ho scelto Economia. Mi piace il mondo economico. Ero in dubbio con Filosofia, ma all’ultimo ho scelto Economia”.
Sugli hobby extra-campo: “L’hobby più grande è un altro sport, la Formula 1. La guardo sempre, sono un grande appassionato, la seguo. Adesso con il cambio di Hamilton in Ferrari ancora di più. Mi piace giocare alla play con i miei amici, perché essendomi trasferito non li vedo molto ed è come se stessi insieme a loro nel tempo libero. Il più forte? Dipende dai giochi, a Fifa io”.
Sul compagno con cui ha legato di più: “Al Milan mi sono trovato bene praticamente con tutti. Ho legato con Bakoune, Scotti, Perrucci, Ossola, ho legato con quasi tutti”.
Sull’amico nel calcio: “L’amico nel calcio è un ex compagno, anzi più di uno. Ruggeri e Nazzaro sono quelli con cui negli ultimi anni ho avuto un rapporto bellissimo”.
Sul compagno che lo ha colpito di più: “Sicuramente, si sta affermando anche in Prima Squadra, Jimenez. Da subito lo vedi. Possiamo dire che è di un’altra categoria. Con i ragazzi con cui mi sto allenando negli ultimi mesi non posso non nominare Liberali, ha una qualità immensa. Ma anche altri giocatori come Ossola, Comotto, Bonomi. Ce ne sono tanti”.
Sul gruppo: “Stiamo instaurando un bel rapporto tra di noi, con lo staff, con i fisioterapisti. Si sta creando un bel legame, questo secondo me è molto importante. Cerchiamo di vederci anche al di fuori del campo, magari a cena. Ed anche così che si instaura un bel rapporto”.
Sulla caratteristica da migliorare: “Con il Mister Guidi cerco di migliorare molte qualità. Una su tutte è la postura del corpo quando ho palla, ma anche la costruzione dal basso, su cui magari ho lavorato un po’ meno negli anni scorsi. Oppure, essendo alto, la rapidità nei primi passi. Piano piano sento che sto migliorando queste qualità”.
Sul rapporto con il gol: “È bellissimo! Da centrale giustamente non gioisco spesso, però quando avviene è sempre una bella emozione”.
Sui consigli ai più giovani: “Cerco di dare consigli e la mia esperienza, per quando ce ne possa avere. Dal punto di vista tecnico ci pensano lo staff ed il Mister, io mi occupo, insieme ad altri ragazzi, dal punto di vista caratteriale e cerco di far capire ai giovani che è una possibilità importante dove siamo”.
Su Mister Guidi: “Il Mister è un Mister esigente, guarda il dettaglio. Secondo me è importante perché ci aiuta a crescere come ragazzi, giocatori e come squadra. A noi ci chiede di dare il 100% ogni giorno, perché solo così possiamo ambire ai grandi palcoscenici”.
Sull’importanza del Direttore Vergine: “Il Prof è una figura di riferimento, è stato importante sia nel farmi arrivare sia nel percorso in questa società. E, come detto prima, è un grande punto di riferimento e ammirazione”.
Sul sogno nel cassetto: “Sicuramente vincere un Mondiale. È il sogno più grande che può avere un bambino o un calciatore. Riguardo ai prossimi obiettivi, raggiungere la Prima Squadra con questa maglia”.
Giunti a questo punto dell’intervista sono state mostrate tre fotografie al ragazzo ed stato chiesto lui quali emozioni gli suscitassero.
“Questa foto è molto significativa. Ho molto a cuore tutti i membri della mia famiglia. Mamma, papà. Ho un fratello ed una sorella con cui abbiamo un legame speciale, li sento ogni giorno, mi mancano. Quando sto con loro sono libero”.
“Questa è un’altra foto che per me ha una grande importanza, perché rappresento dei colori, una Nazione. Indossare la fascia da capitano per me è stato un onore, e lo sarà se dovesse succedere di nuovo in futuro. Per me è un grande onore rappresentare una Nazione e farlo con la fascia da capitano. Per me è una maglia importante, perché tutta la mia famiglia proviene da là, io sono nato qua in Italia, però rappresentare i colori da dove arriva tutta la mia famiglia è un grande onore”.
“San Siro il primo giorno che l’ho visto è stato pochi mesi fa. La prima volta che l’ho visto era imponente. Abituato all’Olimpico, che non è uno stadio piccolo, guardando San Siro era qualcosa di diverso. Enorme, bellissimo. Entrandoci dentro è qualcosa che a parole non si può spiegare per un ragazzo che sogna di giocare a calcio e arrivare in quegli stadi. Vedendo San Siro ho provato un’emozione veramente forte”.
Prima di concludere l’intervista è stato chiesto al difensore rossonero di scrivere su un foglietto di carta obiettivi stagionali personali e di squadra. Tali obiettivo saranno svelati solamente nel caso in cui verranno realizzati.
Di seguito il video completo su YouTube.
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