Da Casa Milan, Luca Fazzini
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PM – Lo statuto sbarca a Casa Milan: viaggio alle origini rossonere
In occasione del 118° compleanno del Milan, lo statuto di fondazione del club è entrato nel museo rossonero: foto e video di una giornata significativa
"Saremo una squadra di diavoli: i nostri colori saranno il rosso, come il fuoco, e il nero, come la paura che incuteremo agli avversari". Con queste parole, il 16 dicembre 1899, l'inglese Herbert Kilpin fondò il Milan, o meglio, il Milan Football and Cricket Club, nei pressi di quello che - all'epoca - fu l'Hotel Du Nord in zona Repubblica. Una frase che tutti i tifosi rossoneri avranno sicuramente sentito ma che, probabilmente, non avranno mai visto. Eppure, un documento che certifica la fondazione avvenuta esattamente 118 anni fa (a proposito: auguri!), c'è e da ieri ha una nuova storia.
Rinvenuto da uno studente in una collezione privata, lo statuto, risalente al gennaio del 1900, qualche giorno dopo la fondazione, è stato battuto all'asta nel dicembre dello scorso anno, comprato dall'avvocato Giuseppe La Scala, presidente dei piccoli azionisti. Da subito, la volontà di La Scala è stata quella di donare il documento al museo di Casa Milan: vincolato come Bene Culturale dalla Sovrintendenza ai Beni Archivistici della Provincia di Milano, da ieri è possibile ammirarlo a presso la sede di via Aldo Rossi.
Tredici pagine su cui si certifica la fondazione del club e su cui è impresso il primo logo del Milan. Nella giornata di venerdì, appunto, la consegna ufficiale dello statuto, alla presenza dello storico capitano Franco Baresi, dell'avvocato La Scala e dell'amministratore delegato Marco Fassone: Pianetamilan.it c'era e vi porta alla scoperta delle origini del club anche attraverso foto e video.
Soddisfatto e contento l'avvocato La Scala: "L'idea è nata in 5 minuti, quando è diventata di dominio pubblico la notizia che Bolaffi avrebbe battuto il pezzo in un'asta. Mi sono incuriosito, ho preso informazioni e ho scoperto che il pezzo non era destinato al museo del Milan, mi sembrava assurdo. Lo statuto era sul mercato da due anni, la società si era mostrata un po' fredda nonostante le sollecitazioni del direttore del museo. Un'asta vittoriosa anche grazie alla Sovrintendenza che ha vincolato il pezzo per evitare che venga esportato. All'asta ci sono stati diversi rivali italiani, di cui non conosco nemmeno il visto. Ci sono stati alcuni rilanci sanguinosi, ma siamo rimasti nel budget. Lo statuto è stato comprato per restare a Casa Milan, non c'è nessun altro posto: sono orgoglioso di aver contribuito a quest'operazione. C'erano collezionisti inglesi che avevano un budget maggiore, fondamentale è stato il vincolo".
Il direttore del museo di Casa Milan, Marco Amato, ha invece commentato: "E' un regalo che aspettavamo dal 2015, quando siamo venuti a conoscenza di questo documento, il primo che certifica le origini del nostro club. E' stato un viaggio lunghissimo, partito da uno studente che l'ha rinvenuto all'interno di una collezione privata, la battitura d'asta, la Sovrintendenza e l'avvocato La Scala. Il principio dell'asta prevede che ogni interessato, nel mondo, può candidarsi e acquisirlo. Ho ritenuto opportuno avvisare il Sovraintendente ai beni archivistici della Regione Lombardia che la storia del Milan è storia della nostra comunità e storia di Milano, dà un valore anche culturale. Quel documento meritava di essere vincolato alla stregua di alcuni documenti che determinano l'origine di culture che determinano la società. Il calcio lo è, come espressione popolare ma anche come espressione di vita. L'oggetto è vincolato, non c'è il rischio che possa finire all'estero. L'aver riportato lo statuto a casa, per noi, è tutto, anche per la società. Allora, un gruppo di appassionati ha fondato una squadra che ha una storia pluricentenaria e oltre 300 milioni di tifosi nel mondo. Questo documento, per noi, è come un certificato di vita o di morte. Ora vogliamo portare avanti questa eredità, creando nuove leve di tifosi".
Lo statuto, comprensivo di 13 pagine, riporta in copertina la scritta "Statuto del Milan Football and Cricket Club. Presidente: Alfred O. Edwards, vice-presidente: Edward Nathan". Successivamente, i nomi del segretario, del cassiere e dei direttori, tra cui figura anche Herbert Kilpin. Nella prima pagina, invece, ecco i primi due articoli: "Si è costituita in Milano una squadra pei giuochi di Football e Cricket sotto il nome di 'Milan Football and Cricket Club'. I colori saranno rosso e nero a striscie (sì, nel 1900 si scriveva così, ndr) con stemma di Milano sul petto di sinistra". Il secondo articolo recita: "La società si compone di soci fondatori, effettivi ed abbonati. Tutti i soci sono vincolati ad appartenere alla società per l'anno di ammissione e l'obbligo si intenderà tacitamente rinnovato qualora non presentino le dimissioni entro il 30 settembre".
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