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Gattuso: “Che rimpianti per Istanbul… Il mio Milan era perfetto, ora…”

Gennaro Ivan Gattuso, ex centrocampista del Milan, nella sua ultima gara in rossonero (credits: GETTY Images)

Gennaro Ringhio Gattuso si è confessato a Sky Calcio Club, ospite di Fabio Caressa su SkySport. Tanti i temi trattati dallo storico centrocampista rossonero

Renato Boschetti

Gennaro Ringhio Gattuso si è confessato a Sky Calcio Club, ospite di Fabio Caressa su Sky Sport. Tanti i temi trattati dallo storico centrocampista rossonero su Sky.

Sul Milan: "Tifo Milan da quando sono bambino. Era un sogno giocare con questa maglia, mi sentivo il capo ultrà, l'allenatore, il presidente..."

Su Inzaghi: "Pippo era un giocatore che viveva per il gol, avrebbe fatto di tutto per un gol, figurati se avrebbe lasciato il gol a Barone ai Mondiali".

Sulla finale di Istanbul: "L'ho vissuto male quel periodo, perché quando in una finale vinci 3-0 a fine primo tempo, e la perdi... Ci ho messo un bel po' a riprendermi. Mi sentivo in colpa, non avevo più fiducia in me avevo un grandissimo peso addosso, avevavamo perso una finale incredibile, per questo volevo cambiare aria. Cosa è successo? Non lo sappiamo, eravamo abituati a quelle gare, avevamo tutti giocato 4/5 finali, eravamo pronti. Benitez, addirittura, aveva tolto un attaccante per un centrocampista, per non prendere altri gol. E invece sono arrivati quei maledetti 6 minuti... "

Del Piero (in collegamento da Los Angeles, ndr)? "Era uno che non aveva paura, mi ricordo in Giappone quando lui non giocava match ufficiali e giocava il giorno le amichevoli contro i ragazzini dopo come li randellava (ride, ndr)"

Sul Mondiale 2006: "Tutto perfetto, iniziammo le qualificazioni perdendo con l'Islanda e ci massacrarono. Poi però in Germania fu tutto perfetto"

Sui rigori di Francia-Italia: "Dovevamo togliere un nostro giocatore, io mi sono andato a nascondere in panchina (ride, ndr)! Mi sono messo sotto la panchina, che era ribassata dal terreno di gioco. Dalla tensione, al momento dell'ultimo rigore segnato, mi sono ritrovato in mutande perché mi ero impigliato sulla panchina e l'ho ribaltata!"

Sui Milan-Juventus del passato: C'era grande rispetto tra le due squadre, ce ne davamo tante in campo, ma ogni match era sempre tanto leale"

Su un giocatore che l'ha fatto arrabbiare: "Paulsen, non gli ho mai perdonato i falli inutili e cattivi su Kakà, un ragazzo eccezzionale. Lui gli entrava di proposito in maniera scomposta. Una volta per la tensione gli esultai in faccia"

Sul fattaccio con Jordan: "In quell'occasione mi si era chiusa la vena, come successe con Leonardo (quando andò all'Inter e in occasione dello scudetto si fece capopopolo intonando il coro contro l'ex rossonero, ndr). Quest'ultimo, per me, è stato un grande errore, per fortuna mi sono scusato e ci siamo chiariti."

Ibrahimovic: "Lui è così sempre a mille all'ora, se ti punta, non la scampi. Ti prende la targa e ti porta la multa a casa. Il caso Onyewu? Ho avuto la brillante idea di provare a dividerli, ho preso certe sberle. Lui è molto esigente quando gioca, è la sua forza, da sempre tutto in campo e in allenamento, è uno dei più professionali. Nocerino ha fatto 11 gol con lui, io nemmeno con le mani. Quell'anno è stata la sua migliore stagione, Ibra ha meriti, ma Antonio ha fatto molto bene, io ero fuori per la malattia agli occhi. Quell'anno abbiamo sbagliato due partite, Bologna e Fiorentina, dopo il match con la Juventus, e abbiamo perso lo scudetto"

Sul Glasgow Rangers: "Mangiavo solo pasta al salmone perchè sapevo dire solo quello. E' stata un'esperienza che mi ha formato, mi ha fatto dimentare uomo, protagonista, lì ho conosciuto mia moglie e tanti campioni. Lì ho iniziato a non tremare più all'ingresso del campo come in Italia, ho preso sicurezza, sono cresciuto a livello umano e professionale. Ero più scozzese io di loro"

Su Leonardo: "Ero ragazzino, lui si arrabbiò molto con Zaccheroni perché non riusciva a gestirmi. Non mi fermavo mai, facevo quello che volevo, Leonardo mi aiutò molto"

Su Dybala: "E' molto giovane, gli piace andare a tiro, ha forza e tecnica, le sue giocate hanno bisogno di forza. Ora lo vedo poco brillante, già a Palermo si vedeva che aveva talento, portava via l'erba con la velocità. Ultimamente lo vedo meno vispo, più arrabbiato, con la faccia non più sorridente. Non so bene cosa ci sia, però evidentemente qualcosa lo turba. Non credo che si tratti di un discorso tattico, lo vedo leggermente incupito rispetto al solito. Non penso che si senta meno importante, c’è da ricordare che ha avuto un infortunio importante."

Su Allegri: "Non si piange mai addosso, può anche perdere molti giocatori, ma prepara la gara sempre al massimo. E' un giocatore di poker, sa bluffare. E' molto diretto con i giocatori, non li prende in giro, e i giocatori questo lo apprezzano. La sua Juve mi sorprende, che continua a vincere. Anche io ho vinto molto con il mio Milan, ma questa Juventus che vince per sei anni di seguito, mi stupisce, non so dove trovino tutti questi stimoli".

Su Sebastian Rossi: "E' un giocatore d'altri tempi, arrivavi giovane e lui te ne combinava di tutti i colori. C'era un vero nonnismo"

Sul Milan attuale, il closing mancato e Galliani: "Per me era una società che ti faceva pensare solo al calcio, una macchina perfetta. Negli ultimi miei anni, qualcosa si stava perdendo, qualche giovane non rispettava le regole, qualcosa era cambiato. Io, un giorno mi stavo facendo la barba, ho lasciato il lavandino sporco e Costacurta mi ha "cazziato". Ho lasciato perché al Milan non vedevo più queste cose. Sono arrivato al Milan e c'erano grandi campioni, mi bastava guardarli e capire come dovevo comportarmi. Berlusconi voleva sempre che accorciarsi la barba, me lo chiedeva sempre, quante volte ho dovuto rifare la foto per l'armadietto nello spogliatoio (ride, ndr)!

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