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I soldi cinesi e quel trucchetto per aggirare il Fair Play Finanziario

Donato Bulfon

L'entrata dei cinesi nella dirigenza del Milan potrebbe, apparentemente, portare problemi nel rispettare le regole del Fair Play Finanziario. O no?

L'entrata dei cinesi nella dirigenza del Milan potrebbe, apparentemente, portare problemi nel rispettare le regole del Fair Play Finanziario. O no?

Il detto popolare dice che "fatta la legge, trovato l'inganno", e il caso dell'ormai famoso Fair Play Finanziario potrebbe modellarsi a pennello sulle vecchie parole dei saggi. In effetti, se si analizzano i casi già esistenti, un modo per aggirare queste limitazioni c'è. Le megasponsorizzazioni di Manchester City e Paris Saint Germain, per esempio, hanno fatto scuola e possono essere una via per aggirare il problema.

L'arrivo dei cinesi in Italia potrebbe aprire una nuova porta in questo meccanismo di pseudo-moderazione dei costi che pensato così non è proprio così tanto efficace. Anzi, pensato in questo modo, non ha tanto senso. Ragionando per assurdo, infatti, i grandi capitali che sono dietro, ad esempio, alla Suning, neo socio di maggioranza dell'Inter, o ad Evergrande che si dice essere il regista della cordata cinese interessata al Milan, potrebbero racchiudere il modo per aggirare il Fair Play Finanziario, permettendo ai club di poter acquistare grandi giocatori anche senza ricavi impressionanti.

Ma come? Semplice, l'idea è quella di poter acquistare un calciatore a peso d'oro e prestarlo gratuitamente alla società di riferimento, Inter o Milan, nei casi descritti. Una sorta di fondo mascherato che rappresenta un giochino fattibile e impossibile da punire, almeno fino ad oggi. Per questo non saranno impossibili grandi operazioni nei prossimi mercati di Inter e, si spera, Milan. E, trovato l'inganno, è palese che questo Fair Play Finanziario sia solo uno specchietto per le allodole facilmente aggirabile.

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