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Mateo Musacchio, difensore del Milan (credits: GETTY Images)
NEWS MILAN - Marcelo Lombilla, procuratore di Mateo Musacchio, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di milannews.it: "Come sta Mateo? E’ con suo fratello a Milano, perché prima che dichiaravano la quarantena in Italia ha mandato la famiglia in Spagna, quindi è da solo ma si sta allenando bene. Il club ha inviato ai giocatori un programma per lavorare a casa, nei limiti del possibile sta facendo esercizi con corsa e attrezzi".
Sulla sua stagione: "La stagione è stata come quella del Milan, andava bene ed era contento. All’inizio stava giocando con continuità e stava migliorando, aveva fiducia in sé stesso, poi ha avuto un infortunio che lo ha fermato. Poi quando era pronto per tornare, l'allenatore non lo ha più messo in campo e questo l’ha abbattuto mentalmente. E' stata una scelta dell'allenatore. Quando Mateo si è fatto male il tecnico ha messo Kjaer al suo posto, poi una volta che Musacchio è tornato ha fatto giocare Gabbia. Sono messaggi che un giocatore recepisce, incertezze che portano mancanza di fiducia".
Sulla reazione di Musacchio: "Lui ce la mette tutta ugualmente, si allena, fa quello che deve fare. Se deve andare in panchina lo farà e a giugno vedremo. Prima vediamo cosa succederà con il coronavirus, che è più importante del calcio, poi quando tornerà la normalità vedremo come saremo messi. Se il Milan ci vuole, e credono di avere un giocatore che vale la pena tenere, allora rimarremo. Se invece dovremo andare via lo faremo. Al momento non ho avuto colloqui, è una situazione confusa per tutti. Vedremo cosa succederà più avanti".
Sul possibile rinnovo a fine anno: "Non ho idea, non dipende da noi. L'intenzione deve esserci al 100% da entrambe le parti ovviamente. E' molto complicato quando uno dà il massimo, si sforza per dimostrare di valere i soldi per cui viene pagato, dà tutto e poi ti infortuni per un sovraccarico, perché l'allenatore te lo chiede, e perché la squadra ha bisogno visto che non c'era nessuno. Ti fermi 3 partite, torni e sei in panchina, sei il terzo nelle gerarchie in difesa. Un anno perché è arrivato Bonucci ed era Bonucci, poi Caldara e per la stampa italiana doveva giocare sempre, veniva scritto tutti i giorni, lo leggevo tutti i giorni e so che effetto fa nella testa di un giocatore. Adesso ti fai male, torni e sei il terzo nella tua posizione, c'è un po' di malessere in questo senso perché non è giusto, ma sono scelte del mister e vanno rispettate”.
Su possibili offerte: "A dicembre, per darti una idea, quando stava giocando ed era a un livello molto alto, così come la squadra, in quel periodo ero in Italia con lui, ho rivisto il Mateo della nazionale e del Villarreal. Non ha voluto che mi mettessi a parlare con due squadre spagnole molto importanti e una squadra inglese, non ha neanche voluto che mi sedessi ad ascoltare, non mi era mai capitato con lui. Non ha minimamente voluto, da quanto si sentiva coinvolto nel Milan e di quanto stava bene. Lui sta bene al Milan, ama il club da sempre e lo ha sempre voluto. Nel 2017 abbiamo detto due volte di no al Tottenham, e in 30 secondi abbiamo detto di si al Milan. Le cose si fanno in due, se non la vedremo allo stesso modo con il club allora valuteremo come continuare. A Mateo rimane un anno di contratto e dovrà valutare il suo futuro". Intanto sembra delineato il futuro di Rebic, continua a leggere >>>
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