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Albertini: “Solo il Milan può perdere lo Scudetto. Svolta? Nel derby”

Intervista Albertini AC Milan

Demetrio Albertini, ex centrocampista del Milan, ha dichiarato che vivrà con serenità l'ultima giornata di Serie A con vista Scudetto

Daniele Triolo

Demetrio Albertini, ex centrocampista del Milan, ha parlato all'evento 'It's Padel Time', organizzato da Banca Generali presso l'hotel 'Gallia' di Milano. Per l'occasione, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti di 'MilanNews.it'. Ecco, qui di seguito, le dichiarazioni di Albertini.

Albertini sulla lotta Scudetto tra Milan e Inter: “Lo Scudetto ora come ora può perderlo solo il Milan. Qualche interista mi ricorda cosa hanno passato loro il 5 maggio 2002 per evocarlo. Io tocco ferro anche se non sono superstizioso. In questo momento il Milan, non per essere banali, ha la consapevolezza di andare a giocare partite importanti come sarà quella contro il Sassuolo. Già da 2/3 partite che hanno consolidato quelle che sono state tutte le attese. Personalmente mi preoccuperei se non dovessimo essere a Milano a festeggiare domenica".

Sul Milan possibile vincitore della Serie A da 'outsider': "Il Milan non era nella griglia davanti a tutti ma questo è il bello degli sport di squadra, che si possono raggiungere degli obiettivi non solo con il talento ma anche con altri fattori. Questa è la dimostrazione come squadre importanti come il PSG non hanno ancora vinto la Champions League. Il Milan sono due stagioni più il post pandemia che ha un rendimento costante e continuo di crescita. Il Milan ha qualcosa in meno rispetto ad altre squadre a livello di talento ma ha costruito una consapevolezza di squadra molto forte. Sono due anni che i rossoneri credono nel progetto perché, da ex calciatore, penso che non c’è solo il talento. C’è la gestione dei momenti di difficoltà, c’è la crescita di alcuni giovani che nel Milan quest’anno c’è stata ancora di più, pensate a Rafael Leão, Sandro Tonali e Davide Calabria. Sono migliorati anche singolarmente e hanno dato il loro contributo. Mai come quest’anno il campionato è stato incerto e per ora il Milan è stata la più continua”.

Su come vivrà l'ultima giornata di campionato: "Personalmente con serenità, ma per un motivo. Oggi pensare di non vincere lo Scudetto sarebbe un peccato perché hai tutto nelle tue mani e hai due risultati su tre. Ci sono tutti gli ingredienti per iniziare la partita di Sassuolo con serenità".

Demetrio Albertini

Albertini sulla partita della svolta per il Milan: "Il derby di ritorno è la sintesi della stagione. L’Inter aveva in mano tutto ma il Milan ci ha creduto portando a casa il risultato. In quel momento lì sono nati i dubbi nell’Inter ed è aumentata l’autostima del Milan. Il calcio è lo sport più imprevedibile che ci sia perché è il meno ripetitivo".

Su Paolo Maldini e Stefano Pioli: "L’ho detto sempre, giudicare il lavoro di un dirigente o di un allenatore al di là del risultato è la cosa più difficile. Ho elogiato la crescita di Paolo nella gestione perché l’esperienza non si può comprare. Ha messo tutte le sue qualità a disposizione della società che ama. Pioli fa il lavoro più difficile perché gestire 25/30 giocatori non è semplice. Ha valorizzato i singoli nonostante durante la pandemia era stato messo in discussione. Si è giocato la riconferma e sono contento per lui che le cose siano andate bene. Essere al Milan non è un punto di arrivo ma un punto di partenza. Sia Maldini che Pioli lo hanno fatto capire ai giocatori".

Su Sandro Tonali possibile titolare nell'Italia di Roberto Mancini: "Bisogna meritarsi tutto sul campo perché lo sport è meritocrazia. L’anno scorso l’ho difeso evidenziando un po’ troppa timidezza. Quest’anno non è stato timido e lo ha dimostrato. Giocare con la Nazionale è il frutto del lavoro che uno fa con il club".

Sulle differenze tra questo Milan e quello dello Scudetto del 1999: "Il Milan attuale è ad inizio ciclo mentre nel 1999 eravamo più maturi. Non arrivavamo da anni meravigliosi ma avevamo già vinto tanto e quindi sapevamo come gestire i momenti difficili. La gestione delle partite finali quando nessuno ti accredita per lo scudetto è la similitudine fra il 1999 ed oggi. La cosa che ci accomuna è che noi andammo a giocare a Perugia mentre quest’anno l’ultima sarà a Sassuolo con la consapevolezza di guardare solo a noi stessi senza aver bisogno di sentire la radiolina per vedere cosa fanno da altre parti".

Sul futuro di Zlatan Ibrahimović: "Da fuori diventa difficile dare dei giudizi ma credo che dipenderà da lui. Poi bisogna capire bene quanto il Milan voglia investire su Ibrahimović per poterlo avere in squadra. Io dico che se lui vuole continuare a giocare a calcio lo faccia perché sta facendo la cosa più bella al mondo". Milan, duello con Juve e Inter per un talento: le ultime news di mercato >>>

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