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Allenatore Milan, Capello: “Pochi dall’estero vincono qui”. Poi parla di Conte e consiglia due nomi

Allenatore AC Milan Capello
Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha fatto il punto sulla panchina dei rossoneri e non solo in vista della prossima stagione. Le parole
Daniele Triolo Redattore 

Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha parlato del futuro della panchina dei rossoneri in un'intervista rilasciata in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.

Milan, Capello fa il punto sulla questione allenatore alla 'rosea'

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Sul puntare sugli allenatori giovani con il rischio di perdere valore oltre che esperienza: «È così: gli allenatori italiani vincenti sono poco ricercati. Oggi si parla molto di stranieri e giovani in rampa di lancio, da De Rossi a Gilardino e Palladino. Probabilmente l’idea dei dirigenti è quella di andare alla ricerca di qualcosa di nuovo, di diverso, ma anche a buon mercato. L’usato sicuro piace di meno».


Sulla cosa in cui è utile l'esperienza: «Tirarti fuori da ogni situazione, specie quelle non semplici. In questo caso poi parliamo di allenatori che hanno dimostrato grandi capacità. I giovani di oggi stanno facendo bene e sono in crescita ma vale il curriculum. A livello di vittorie trovo una “lineetta”, non un numero che indica quanti trofei hanno vinto. Dovrebbe valere il ragionamento fatto per gli attaccanti: alla fine si guarda il conto dei gol. Con tutto il rispetto per tutti, oggi ci sono anche gli agenti ...».

Sulla Serie A che dovrebbe essere più riconoscente verso gli allenatori italiani vincenti: «Si dice che Conte abbia aspettative alte sul mercato, ma è giusto che sia così essendo un allenatore di prima fascia. Per accettare una proposta deve essere pienamente convinto: ovunque sia andato, ha fatto bene la sua parte. Allegri ha ancora un anno di contratto alla Juve e in passato ha rifiutato offerte delle grandi squadre europee. Oggi si scaricano su di lui tutte le colpe di questa Juve che però non è una squadra forte. La cosa strana era vederla in lotta per lo Scudetto: ha un centrocampo mediocre, e il centrocampo è il motore di tutto. Sarri si è chiamato fuori da solo, e non dimentichiamoci un altro caso incredibile: da noi Ancelotti era stato dato per bollito …».

"Milan, allenatore dall'estero? Pochi esempi vincenti e ormai datati"

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Sul Milan che cerca all'estero il nuovo allenatore: «Chi è arrivato da fuori a vincere in Italia? Liedholm, Boskov, Eriksson: pochi esempi e ormai datati. Dal 2000 solo Mourinho. Qualcosa vorrà pur dire. Si guarda fuori quando in casa abbiamo Thiago Motta, che è pronto per le big. Lo stesso Gasperini: non è un anno che balla, sono anni che lo fa. E ogni volta riesce a dare qualcosa in più alla squadra, si rinnova costantemente riuscendo a essere sempre competitivo. Per le capacità che ha meriterebbe qualsiasi panchina importante».

Sui tecnici stranieri e sui giovani allenatori che bruciano le tappe: «Dipende da quello che cerca una società, da che idea ha e che tipo di calcio vuole vedere in campo. Abbiamo parlato di esperienza ma è anche vero che ci vuole coraggio. Se Berlusconi non lo avesse avuto non sarebbe esistito il Milan di Sacchi, di Capello, dello stesso Ancelotti. Giovani che stanno facendo bene ci sono. De Zerbi? Ha in Guardiola un grande sponsor. Ha fatto bene al Sassuolo, ora è un po’ in difficoltà. Ha vinto una Supercoppa in Ucraina, si può dire che sia un italiano con esperienza internazionale. E oggi per allenare Milan o Juve c’è bisogno di conoscere tante cose». LEGGI ANCHE: Milan, le confessioni di Maldini: "Dirigente altrove? Ho una regola ..." >>>

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