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La trovata di Sacchi: “Milan, niente allenatore big? Perché non fai così?”

Panchina AC Milan Sacchi Pioli
Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan, ha fatto il punto sul futuro della panchina del Milan, attualmente occupata da Stefano Pioli
Daniele Triolo Redattore 

Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan, ha parlato del futuro della panchina del Diavolo e di Stefano Pioli. Il quale, nonostante un contratto fino al 30 giugno 2025, non dovrebbe più dirigere i rossoneri nella prossima stagione. Ecco, dunque, le dichiarazioni di Sacchi in esclusiva per 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola.

Milan, il consiglio di Sacchi alla 'rosea' sulla questione allenatore

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Sul suo pensiero di ciò che sta accadendo in casa Milan: «Ho letto che, per prendere il posto di Pioli, circolano i nomi di Julen Lopetegui, Paulo Fonseca, Christophe Galtier, Marcelo Gallardo, Domenico Tedesco, Mark van Bommel, Roberto De Zerbi. Tecnici che conosco e per i quali nutro un profondo rispetto. Tuttavia, al di là del curriculum di ognuno, mi sembra che non si sia tenuto in considerazione un aspetto fondamentale».


Sull'aspetto che il Milan dovrebbe tenere in considerazione: «Il fatto che se per un giocatore straniero è complicato inserirsi nel calcio italiano, per un allenatore lo è ancora di più. Secondo me ci vogliono almeno due stagioni per capire che cosa è e com’è il nostro calcio. E dico questo indipendentemente dal valore degli allenatori presi in considerazione. Chiunque arrivi ha bisogno di tempo per adattarsi a una realtà differente rispetto a tutti gli altri paesi».

Su cosa farebbe lui se fosse nel Milan: «Perché non tenere Pioli? Io credo che la sua esperienza al Milan sia tutto sommato positiva. Ha vinto uno Scudetto e la società aveva speso meno delle avversarie. In quell’occasione ha stupito tutti e ha divertito il pubblico. In questa stagione, se tutto va bene, si piazza al secondo posto in campionato. Significa che soltanto l’Inter ha fatto meglio. E poi posso fare una domanda?».

Sul mercato fatto dal Milan nell'ultima stagione: «I giocatori che sono stati acquistati li ha voluti tutti Pioli o sono stati scelti dai dirigenti? Perché, se sono stati scelti dai dirigenti, le responsabilità vanno divise a metà. Io credo che Pioli meriti rispetto per quello che ha dato al Milan e per come si è comportato. Mi sembra che la sua conferma non sarebbe un ripiego. Tutt’altro. E’ un allenatore che ha saputo migliorarsi nel corso del tempo. Vero che anche lui ha commesso degli errori, ma sbagliare è umano. E soprattutto è una persona onesta che, ho letto, ha recentemente avuto l’umiltà di mettersi in discussione e di ammettere i propri errori».

"Se il Milan puntasse su un emergente, dovrebbe andare su De Zerbi"

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Su come si comporterebbe lui ora adesso se fosse un dirigente del Milan: «Innanzitutto prenderei in considerazione l’ipotesi di confermare Pioli. Poi ci sarebbe la seconda opzione. Andare su un allenatore top».

Sui nomi degli allenatori top che vedrebbe bene al Milan: «Beh, i nomi dei tecnici che vanno per la maggiore sono quelli di Jürgen Klopp, Carlo Ancelotti, Pep Guardiola, Antonio Conte .... Ma non penso che questi allenatori siano disponibili per la panchina del Milan. Quindi resta la terza possibilità».

Sulla possibilità che rimane al Milan: «Puntare su un profilo giovane, su un allenatore che ha voglia di emergere e che ha già dimostrato il suo valore. Mi pare che nella rosa dei nomi esaminata dai dirigenti del Milan ci fosse quello di De Zerbi. Ecco, lui sarebbe un tecnico che potrebbe fare bene. Ha fatto esperienze importanti, anche dal punto di vista umano, che ne hanno favorito la maturazione. Penso al periodo che ha trascorso in Ucraina. E poi è andato in Inghilterra, dove ha conosciuto il campionato più affascinante del mondo. La Serie A la conosce benissimo, a Sassuolo è stato bravo e ha migliorato i giocatori che gli sono stati messi a disposizione. E poi, dato fondamentale da tenere in considerazione, De Zerbi dà un gioco alle squadre».

Su De Zerbi potenzialmente pronto per il Milan: «Ritengo di sì. Ripeto: ha l’esperienza sufficiente e, soprattutto, ha le idee per poter migliorare la squadra. E poi, dico la verità, potrebbe fare quello che ho fatto io quando sono arrivato al Milan nel 1986. Io, però, avevo una società forte alle spalle che mi proteggeva e mi difendeva. I dirigenti di oggi devono comportarsi con il futuro allenatore come si sono comportati Silvio Berlusconi e Adriano Galliani con il sottoscritto». LEGGI ANCHE: Allenatore Milan, rivelazione di 'SportItalia': "Nessun contatto ancora, ma gradimento per ..." >>>

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