Alessandro Altobelli, il "Signor Coppa Italia", ha scritto pagine indimenticabili nella storia del torneo, siglando ben 56 gol, un record che ancora oggi nessuno riesce nemmeno ad avvicinare. In un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, l'ex attaccante dell'Inter ha riflettuto sulla sua grande passione per questa competizione e sul suo incredibile legame con la Coppa Italia. "Era la mia coppa". Ecco, di seguito, le sue parole:


INTERVISTE
Altobelli: “La Coppa Italia è la mia. Il Milan? Mi preoccupa, guai a sottovalutarli”
Sull'importanza delle partite della Coppa Italia: "Perché lo capivi dall'atmosfera che erano diverse. Il campionato si giocava sempre di giorno, le coppe alla sera ed era come andare al teatro, ti mettevi l'abito bello e andavi in campo con una spinta maggiore. Almeno per me era cosi, era la mia Coppa. E non capivo allora, non ho mai capito in verita, chi affrontava quel torneo schierando le riserve. Ma come? Ma perché? Nel calcio conta o no alzare i trofei?"
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La partita che ricorda più delle altre:"Ho vinte due Coppe, nel 1978 e nel 1982. E in tutte e due le occasioni ho segnato in finale, al Napoli e al Torino. Ma la gara che mi torna di più in mente è un'altra. Stagione 1981-82, quarti di finale contro la Roma. All'andata all'Olimpico giocammo in maniera orribile, perdemmo 4-1 senza mai vedere il pallone. Il ritorno si giocò il 23 dicembre. Aria di festa, l'aria di Natale. Tre giorni prima avevamo pareg giato a San Siro contro la Juve. Bersellini, Fallenatore di allora, venne da noi giocatori e ci disse che saremmo dovuti restare in ritiro ad Appiano due giorni prima del ritorno con la Roma. Ci guardammo. lo e altri più rappresentativi, tra cui Beccalossi, andammo dall'allenatore per fargli cambiare idea, pensando onestamente a un ritiro inutile perché nessuno credeva davvero alla rimonta. Bersellini ci fermò, non ci fece neppure parlare: "Non provate a chiedermi nulla, si va in ritiro e basta ". Ad Appiano, tra un allenamento e l'altro, leggemmo sui giornali che la Roma aveva già programmato dove passare il Natale, in montagna... Ci caricammo. Andammo allo stadio. Poca gente, solo le nostri mogli e i figli. Giocammo in maniera incredibile. Primo gol di Beccalossi, poi doppietta mia: 3-0 e semifinale. Fu una vittoria tutta del nostro allenatore"
Su come vede questo derby:«Dico che il Milan mi preoccupa. Per due motivi: perché è l'unica competizione che i rossoneri possono ancora vincere. E perché, pure in questa stagione negativa, hanno dimostrato di avere punte di rendimento interessanti. E dunque guai a sottovalutarli».
Sui precedenti: «Ma in quelle partite c'è stata anche molta sfortuna, penso soprattutto a Riad. Sarà un'Inter al top, al di là delle scelte di formazione di Inzaghi. Mi aspetto tanto da Calhanoglu, da Thuram, da Barella. Ma è un derby, sarà bellissimo giocarlo e viverlo».
Sulla sua presenza a San Siro:«Ovviamente sì. Sarò a bordo campo. È la mia Coppa, no?».
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