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L'intervista di José María Giménez (difensore Atlético Madrid) su Atlético Madrid-Milan di Champions League | News (Getty Images)
José María Giménez, difensore dell'Atlético Madrid, ha parlato della partita contro il Milan in Champions League in programma stasera, e non soltanto, in esclusiva ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Queste le dichiarazioni integrali del difensore uruguaiano.
Giménez sull'Atlético che ha perso solidità difensiva: “È una questione di risolutezza. Sulle fasce, in area, e soprattutto nei contropiede, un’arma con la quale ci stanno cogliendo spesso impreparati. Stiamo prendendo tanti gol per una mancanza di concentrazione. Sappiamo cosa dobbiamo correggere e stiamo lavorando duro, perché in attacco siamo fortissimi. Se riusciamo a non incassare è molto probabile che la vittoria arrivi in maniera naturale”.
Giménez sull'Atlético Madrid che spesso vinceva 1-0: “Sì, però sistema di gioco e qualità dei giocatori sono cambiate tantissimo. È un altro Atlético rispetto a quello dell’1-0. In tanti ci criticano facendo paragoni che sinceramente trovo odiosi, perché questo è veramente un altro Atlético Madrid”.
Giménez su come è cambiato il gioco dei 'Colchoneros': “Attacchiamo con tantissimi effettivi. Portiamo tanta gente nell’area rivale e di conseguenza al momento di difendere, soprattutto se si tratta di un contropiede, in difesa siamo meno e il percorso dei centrocampisti difensivi si allunga tantissimo. È un tema che ci preoccupa molto e sul quale siamo concentrati alla ricerca di soluzioni”.
Giménez su come vive questa transizione verso un gioco più offensivo ed attrattivo: “Mi permetta di dirle una cosa fondamentale. Per me il bel gioco è la vittoria, non importa come. Detto questo, è vero che prima difendevamo in maniera più profonda, con le linee più unite e chiuse e un blocco molto basso. Ora ci sono giocatori diversi, che preferiscono vivere in campo rivale. Per questo pressiamo molto più alto e saliamo continuamente, appena recuperiamo la palla ripartiamo con forza e tanti elementi. La cosa ha una conseguenza: se perdiamo palla, difetti di attenzione fanno si che ci siano avversari liberi e chi difende debba correre 60 metri a ritroso, cosa difficile”.
Giménez sul passaggio della difesa da 4 a 3: “Si, ed è difficile adattarsi alla difesa a 3, soprattutto in fase difensiva, perché chiaramente a livello offensivo è tutto più semplice. Porti avanti più gente e hai più possibilità di trovare spazi e renderti pericoloso. Però nella parte difensiva quando ti prendono in velocità o fuori posizione con la metà campo vuota diventa complicato. È un problema nostro, dei giocatori, perché l’allenatore ti dà gli elementi per difendere adeguatamente, poi siamo noi in campo a dover eseguire i movimenti corretti e a mantenere alta la concentrazione. La creatività, offensiva e difensiva, dipende sempre dal giocatore”.
Giménez sulla vittoria della Liga: “Esatto. Io l’ho vinta giocando a 4 e a 3, a conferma che alla fine è una questione di familiarità e di uomini. L’esito positivo o negativo di un sistema dipende da noi”.
Giménez sul Milan che, all'andata, si è lamentato dell'arbitro Cüneyt Çakir: “Parlare di arbitri non ha mai fatto parte dello stile di questa squadra e personalmente è una cosa che non ho mai considerato. A volte si sbagliano, sono persone che lavorano e tutti commettiamo degli errori. Quello che posso dire è che a 'San Siro' abbiamo vissuto una partita decisamente complicata. Nei primi 20 minuti il Milan ha giocato ad altissima intensità e non ci ha lasciato uscire né provare ad approcciare un tentativo di attacco. Il Milan è partito benissimo e il gol ci ha fatto male, però poi con l’uomo in più ne abbiamo approfittato, abbiamo iniziato ad attaccare sulle fasce e loro ad accumulare gente in area. Si sono difesi bene, però alla fine abbiamo trovato i gol che ci hanno dato punti fondamentali”.
Giménez su Atlético Madrid-Milan di stasera: “Una finale, per loro e per noi: non c’è margine d’errore, non possiamo permetterci di perdere punti. Dobbiamo vincere. Anche loro, quindi sarà una bella partita”.
Giménez su quella che può essere la chiave di questa partita: “Gli episodi, i dettagli. Sarà una partita totalmente strategica. Conosciamo i loro pregi, dobbiamo assimilarli e sapere annullarli, e da li vivere di episodi. Qualsiasi momento difensivo nostro può essere decisivo per loro e qualsiasi episodio a nostro favore nella loro area può essere decisivo per noi. Dobbiamo vivere sugli episodi”.
Giménez su Fiorentina-Milan: “L'ho vista, la prima sconfitta in campionato del Milan. La Fiorentina ha fatto una partita molto completa però il Milan è sempre stato li, solo che quando ha cercato l’ultima accelerata non ha raggiunto il pari perché l’avversario si è difeso molto bene”.
Giménez su Diego Pablo Simeone e Óscar Tabárez, molto diversi tra loro: “Si e no. Perché è chiaro che se parliamo di come vivono la partita, di come trasmettono le proprie emozioni e le istruzioni in campo siamo di fronte a due modelli opposti. Però il ‘Cholo’ e il ‘Maestro’ la partita, l’allenamento, il calcio, la vivono con la stessa intensità, altrimenti il ‘Maestro’ non sarebbe arrivato alla sua età allenando e con la passione intatta. Poi è chiaro, il ‘Maestro’ è un tipo pacato, tranquillizzante, calmo e il ‘Cholo’ un vulcano. Io mi considero un privilegiato perché sono cresciuto con due grandissimi tecnici, e torniamo al discorso precedente: è fondamentale che un calciatore sappia adattarsi anche al carattere del suo tecnico e sappia rispondere a ciò che gli si chiede. La comunicazione è differente, ma il ‘Maestro’ e il ‘Cholo’ vogliono la stessa cosa: vincere”.
Giménez sul licenziamento di Tabárez dalla guida dell'Uruguay: “L'ho vissuto con tristezza, è stato un gran dispiacere accresciuto dal fatto che la decisione è stata presa in base ai risultati, e io ero in campo a giocare”.
Giménez su Diego Godín: “Io da ragazzino guardavo Paolo Montero, poi a 18 anni sono arrivato qui e in Diego ho trovato un autentico professore. In maniera diversa rispetto al ‘Maestro’ e al ‘Cholo’, però anche da lui ho appreso tantissimo. Appoggio, consigli, esperienza, mi ha dato cose che non dimenticherò mai nella mia vita. Ammirazione massima, e chiaro, mi piacerebbe che tornasse qui”.
Giménez su Zlatan Ibrahimović: “L’età mente. Io sono sempre stato precoce nel calcio e sono cresciuto ripetendo che non si gioca con la carta d’identità in mano. Ibrahimovic è un giocatore in condizioni fisiche perfette ed è fondamentale per il Milan, lo sappiamo molto bene. Il suo livello attuale non mi sorprende perché è il riflesso di una carriera straordinaria”.
Giménez su Luís Suárez: “Per noi è stato l’inserimento perfetto perché col cambio di sistema e di gioco abbiamo iniziato a generare molte più occasioni e avere uno come lui in area ti garantisce un’effettività mostruosa. E infatti ha fatto 21 gol e abbiamo vinto la Liga. Io non avevo dubbi perché conoscevo perfettamente la sua fame competitiva, la sua voglia di segnare, apportare, vincere. Una volontà incrollabile”.
Giménez su Antoine Griezmann: “Quando è tornato qui inizialmente l’abbiamo visto timido, quasi a disagio rispetto alla sua prima tappa con noi, e la cosa mi ha sorpreso soprattutto pensando a com’era prima di andarsene. Col passare delle settimane si è sciolto e oggi è il Griezmann che tutti vogliamo avere come compagno”.
Giménez su Theo Hernández: “Qui l’ho visto poco perché lui era nella cantera e poi è andato in prestito all’Alaves senza passare dalla prima squadra. Però lo guardo giocare ed è impressionante: ha una forza fisica bestiale”.
Giménez su un aneddoto che lo lega a Radamel Falcão: “Mi ha sorpreso e mi fatto molto piacere che Falcao si sia ricordato di me, perché la partita di cui parla era il mio debutto in nazionale, nel 2013. Avevo 18 anni, e ciò che mi resta di questo aneddoto è il fatto di esser stato riconosciuto da uno che per me era già una stella. È un bel ricordo che mi resterà per sempre”.
Giménez su come approccia in campo con gli attaccanti rivali: “Diciamo che ho sempre qualche conversazione con gli avversari, ma non ci trovo niente di strano, la considero una cosa normale. Tra l’altro ora che è un po’ che gioco mi sono fatto tantissimi amici che sono attaccanti e quindi è normale che si parli durante le partite”. Ecco come e dove vedere Atlético Madrid-Milan in tv o in diretta streaming >>>
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