"MILAN NEWS - Nel giorno in cui festeggia i 60 anni, il glorioso Franco Baresi, ex capitano del Diavolo e rossonero dal 1977 al 1997, è intervenuto in diretta su 'Sky Sport'. Ecco tutte le dichiarazioni di Baresi: "Per me il Milan è vita, è passione, la mia seconda famiglia. Sono arrivato adolescente e sono ancora qua. Ne ho vissute tante prima da calciatore e ora da dirigente. Ho vinto quello che c'era da vincere, voglio abbracciare tutti dal primo all'ultimo compreso il popolo rossonero che mi ha sostenuto dal primo giorno. E' stata una grande avventura".
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Baresi: “Il Milan la mia seconda famiglia, mai pensato di andarmene”
MILAN NEWS - Nel giorno dei suoi 60 anni, Franco Baresi, ex capitano del Diavolo, è intervenuto in diretta su 'Sky Sport': ecco tutte le sue dichiarazioni
Costacurta: "All'inizio facevo degli errori, ma ogni volta che sbagliavo c'era sempre lui che recuperava e mi salvava. Ho esordito a Trieste in Coppa Italia, era l'87esimo, giocavo terzino, io sbagliai a dare una palla a Virdis, lì Baresi fece uno sguardo che ancora adesso mi spaventa".
Baresi su Costacurta: "Lui era giovanissimo e si è guadagnato tutto, per giocare nel Milan devi avere delle doti. Assieme abbiamo vissuto tante soddisfazioni anche come reparto".
Baresi su Filippo Galli e la difesa: "Filippo Galli è stato importantissimo, con lui abbiamo vissuto anche anni meno belli. Lui c'era prima di Maldini e Costacurta. Giocavamo in 4 ma eravamo in 5, lui c'era sempre. Io e Costacurta abbiamo saltato la finale di Atene contro i Barcellona e ci è dispiaciuto tanto. Quell'anno abbiamo vinto anche lo scudetto".
Galliani: "Con Berlusconi compriamo il Milan il 20 febbraio del 1986, lui era già un leader assoluto. Abbiamo trovato un grande disastro in tutto, ma una difesa fortissima. Da lì abbiamo ricostruito, abbiamo capito di non dover toccare a difesa, quella è stata la difesa più forte di di tutti i tempi. Vi do un dato: in quegli anni Baresi e Maldini hanno fatto 196 partite, abbiamo subito 23 gol, uno ogni 8 partite e mezzo. Nella mia vita non sono morto di infarto grazie a loro, spesso Giovanni Galli non faceva nulla".
Galliani: "Con la manina alzata di Fianco, quando lui alzava il braccio l'arbitro fischiava fuorigioco. Come successo contro il Real Madrid".
Baresi: "Ero legato al guardalinee (ride ndr), vedendola di nuovo quella partita mi sembra che forse abbiamo esagerato".
Costacurta: "Eravamo molto bravi a fare il fuorigioco, in quella partita lui chiamò dei fuorigiochi pazzeschi, era l'unico modo per uscirne".
Baresi sui momenti di svolta della sua carriera: "Se guardo indietro ci sono stati tanti momenti. A 22 anni, quando mi hanno dato la fascia da capitano, non so se ero pronto per farlo ma ho imparato a rappresentare questo club. Arrivo di Berlusconi, è difficile tenere un club ad alti livelli, è stato un presidente ambizioso, importante e lungimirante. L'anno 1988 che vinciamo lo Scudetto con Sacchi, da lì abbiamo iniziato il ciclo vincente. Ho avuto la fortuna di guidare una delle squadre migliori della storia del calcio".
Baresi su Sacchi: "Ci ha cambiato la vita. Ci ha insegnato come allenarci con intensità e attenzione, ci ha trasmesso una filosofia, idee che pensavamo di non riuscire a mettere in campo. Componenti che alla squadra è riuscita a trasmettere entusiasmo ed emozione. Ci vogliono pure i giocatori, ma Sacchi è stato una guida molto importanti in quel calcio".
Sacchi sul Milan e su Baresi: "Non ci ho messo molto a plasmare quella difesa, erano bravi, ma avevano riferimenti diversi. C'era poca connessione tra di loro. Io volevo che tutti collaborassero, che tutti fossero in posizione attiva nei confronti della palla. Io sono stato in società più piccole dov'erano prevenuti, al Milan non era così. Volevo insegnare a vincere con merito, a vincere con la bellezza. Una volta un giocatore mi disse che lavorava tanto e non si divertiva. Io risposi che facendo poco non ottieni tanto. Franco è stato un esempio illuminante, parlava poco, ma è un esempio visivo per tutti, generoso, dava tutto sé stesso e aveva delle qualità già prima ma in questa situazione di sinergia ne ha beneficiato. Atttaccare quando avevano la palla gli altri accresce l'autostima, ma per fare questo c'era bisogno di un obiettivo comune. I grandi giocatori sono quelli che giocano a tutto campo e usufruiscono della sinergia che gli dà la squadra. Lui una volta giocò un derby con la mano rotta. E' un'istituzione del calcio. Siamo riusciti in qualcosa che è andato oltre il nostro sogno. Anche Berlusconi non aveva pensato questo, io scelsi gli interpreti più giusti per avere la squadra che avevo in mente, tutti abbiamo tirato fuori il meglio. Berlusconi mi disse che voleva diventare la squadra più grande. Io risposi che poteva essere frustrante ma anche limitativo. Ma andò bene".
Baresi: "E' vero che ho giocato con la mano rotta in un derby, non lo sapevo. Riuscì ad intervenire su Klinsmann, che mi ruppe il braccio invece di prendere la palla. Finì la partita e dopo abbiamo visto che era rotto il braccio. Saltai la Supercoppa con il Barcellona e recuperai a Tokyo contro il Medellin".
Baresi sugli allenamenti: "Era importante, mi veniva naturale, se io mi allenavo bene e forte, pensavo che per i miei compagni era utile. Se il capitano si allena così noi non possiamo fare meno pensavo. Questa è stata a mia forza. Bisogna avere la fortuna di trovare compagni che capiscano, altrimenti non riesci a fare niente, hai bisogno che si formi un gruppo forte".
Galliani: "Nessuno mi ha mai chiesto Baresi, nessuno si permise di farlo. Capivano tutti che sarebbe stato impossibile. Avrebbe potuto andarsene, Franco rimase al Milan in Serie B. 1 luglio 1987 arrivano Sacchi, Gullit, Van Basten e facciamo questa cavalcata qui. Scudetto, Coppa Campioni e Mondiale per club. L'anno dopo di nuovo la Coppa Campioni e la finale mondiale per club. Cruijff era l'idolo di Van Basten, ma noi fatturavamo di più del Barcellona e venne da noi."
Galliani sul settore giovanile: "Fino a pochi anni fa siamo riusciti a portare 12 giocatori in Serie A. Al momento la migliore è l'Atalanta, si può portare giocatori importanti del vivaio a giocare la Champions. Noi a parte Tassotti che è arrivato a 20 anni, gli altri 4 della difesa erano tutti del nostro settore giovanile".
Baresi: "E' nata questa simbiosi tra me e il popolo del Milan, sin dal primo giorno. Mi hanno sempre sostenuto e ho cercato sempre di ricambiare. Abbiamo sofferto qualche anno ma siamo ritornati in cima al mondo e ci siamo presi una rivincita. Ero giovane, io non ho mai pensato ad andarmene, perché ero cresciuto qua, era anche una scommessa. Hanno rifatto la squadra su di me e mi sentivo responsabilizzato".
Baresi su auguri di Scaroni: "Speriamo che insieme si possa tornare a vedere un Milan competitivo"
Baresi su Tassotti: "Insieme a Mauro ne abbiamo vissute tante, lui è arrivato nel 1980 e ha dovuto sopportare qualche annata non felicissima. All'inizio non riusciva a esperimento tutte le sue qualità, ma dopo lo ha fatto benissimo, un compagno di viaggio e un esempio"
Tassotti: "Non era facile fare il vice capitano nel Milan perché Franco era sempre lì, ci siamo tolti tante soddisfazioni. In una finale di Supercoppa e Coppa Campioni che ho giocato da capitano ricordo le dichiarazioni di Franco che era felice che avevo potuto alzare la coppa al suo posto. Lui come giocatore è stato il numero 1, aveva una continuità di rendimento pazzesco, quando non giocava bene giocava da 7. In Nazionale, nella Finale Mondiale Usa 94, si fa male al menisco, doveva quasi tornare in Italia, ma fatto 3 allenamenti e ha giocato una partita pazzesca".
Baresi: "Mai avevo pensato di poter fare quella finale, mi cadde il mondo addosso perché era il mio ultimo mondiale ed ero il capitano. La squadra fu veramente brava, arrivò in fondo con diverse difficoltà, quella squadra aveva delle qualità molto importanti, anche se non è stata abbastanza osannata. Dentro di me avevo voglia, spirito e concentrazione e non potevo deludere i miei compagni, non sapevo se il ginocchio mi reggeva, ma la prestazione andò bene".
Costacurta su un aneddoto: "Tassotti e Baresi sembravano bravi. Ho iniziato a giocare con loro nel 1988, ma fino al 1991 non mi sentivo parte del progetto. Loro occupavano i posti alla fine del pullman con il tavolo dove si giocava a carte. Se tu giocavi al loro livello entravi al tavolo, a me accettarono solo nel 1991".
Baresi su auguri di Gazidis: "Una bella sorpresa, anche in italiano. E' stato molto carino e lo ringrazio. Speriamo che riesca ad entrare nella nostra cultura e nella storia del Milan per fare risultati".
Baresi: "Il calcio è cambiato tanto esternamente, social e internet. Si è velocizzato un po', ma alla fine la base è sempre quella: il giocatore di qualità, che diverte e che emoziona. C'era forse un po' più di rapporto umano rovinato adesso dai social".
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